Traduci

IL PESO DELLA SOLITUDINE

Isolamento, difsforia di genere, disturbi correlati alle dipendendenze, quarantena, lockdown, distanza, solitudine, sofferenze anestestizzate.

Quanto il vuoto esistenziale prende il nome di emergenza socio-sanitaria.

Il suicidio tra gli adolescenti, è la seconda causa di morte dei ragazzi e delle ragazze dai 14 ai 18 anni e rappresenta un’urgenza esistenziale assoluta.

La morte diventa la liberazione dell’anima dal corpo inteso come temporaneo contenitore della stessa. In tal senso, la salute mentale è al centro di questa minaccia, ancor di più la voglia di morire da parte delle giovani generazioni, che registra un aumento delle richieste di aiuto per le forme più gravi di psicopatologia.

Nel visione del superiore interesse del minore si fa proprio riferimento alla materia della tutela minorile. La nostra Costituzione riconosce tutela ai minorenni all’art. 31 in cui si afferma che la Repubblica italiana “protegge… l’infanzia e la gioventù favorendo gli istituti necessari a tale scopo”, inoltre, tale salvaguardia è già espressa in senso più ampio anche nell’art. 2 in cui vengono riconosciuti e garantiti “i diritti inviolabili dell’uomo…

Prevenire il suicidio di adolescenti e giovani è possibile.

Nascere non significa solo abbandonare il grembo materno e staccare quel cordone ombelicale che unisce il nuovo essere alla madre, acquisendo così una sia pure limitata autonomia. Il passaggio dalla vita intrauterina a quella extrauterina è un momento rilevante per la vita del fanciullo, ma non è quell’atto decisivo e singolare che potrebbe apparire. E’ il primo, non l’unico, atto di nascita, poiché il processo di nascita continua. Tutta la vita di un individuo non è altro che il processo di far nascere progressivamente sé stesso.

Il suicidio tentato, progettato e spesso eseguito occupa un posto di primo piano nelle difficoltà esistenziali dell’adolescenza e pone in modo deciso il problema della diagnosi e dei limiti tra il normale e la patologia del comportamento.

Negli adolescenti al di sotto dei 16 anni, l’incidenza del suicidio è ancora molto bassa, ma vi è un’alta frequenza di minacce e di tentati suicidi. E’ infatti necessario all ’adolescente allentare i legami con le figure parentali per poter pensare alla morte, tra i 12 ed i 15 anni ciò non è ancora avvenuto compiutamente; questo distacco avviene sotto l’impulso della intensificata sessualità che si sviluppa fisiologicamente e che ha il potere di resuscitare la lotta edipica per una seconda e definitiva soluzione: il suicidio della pubertà rappresenta una acuta esplosione delle difficoltà edipiche presenti nel problema di castrazione evocato dalla fase transitoria omosessuale dell’adolescenza stessa.

L’adolescente ha bisogno di “iniziazione” e cioè di spazi e tempi perché si realizzi un passaggio di consegne tra le generazioni e si effettui la presa in carico del soggetto da parte della collettività.

Lo stato adolescenziale è paragonabile allo stato di lutto o di innamoramento. L’ io dell’ adolescente deve lottare contro la forza schiacciante dell’oggetto (il genitore introiettato): gli adolescenti possono difendersi dall’amore per le figure parentali trasformandolo in odio e ostilità.

cms_24115/3.jpgL’impatto globale dell’attuale pandemia da SARS-CoV-2 sulla salute pubblica è senza precedenti.

Come denunciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, la salute mentale e il benessere di intere società sono gravemente colpite da questa nuova crisi e rappresentano una priorità da affrontare con urgenza. La diffusione del COVID-19 e le conseguenti misure di contenimento del virus adottate a partire da Marzo 2020 nel nostro Paese hanno mutato fortemente gli equilibri e le routine di tutti i cittadini. Lo sviluppo della personalità nella società complessa, i bambini e gli adolescenti, soprattutto i più vulnerabili, come già evidenziato nel report delle Nazione Unite all’inizio della pandemia (United Nations, 2020), sebbene non siano “in prima linea” nella battaglia al virus, subiscono gravi ripercussioni non solo a livello fisico, e spesso anche degli apprendimenti, ma anche a livello psicologico ed emotivo a fronte degli effetti della pandemia.
Le regole sociali che è stato chiesto loro di seguire sono del tutto in contrasto con le spinte naturali di questa fase del ciclo di vita in cui la persona è fortemente coinvolta nell’esplorazione nei confronti dell’esterno, nella ricerca di autonomia e di nuove esperienze, nella costruzione di relazioni significative al di fuori della propria famiglia di origine, nell’attribuzione di importanza a valori quali l’apertura al cambiamento, nell’esplorazione di progetti per il futuro e non da ultimo nella costruzione di una rinnovata consapevolezza della propria identità corporea.

cms_24115/4.jpg

I fattori contestuali di rischio rappresentano particolari condizioni del contesto sociale che nella complessità e globalità, anticipano, indicano, facilitano e generano un esito indesiderato.

Il corpo degli adolescenti comunica con disturbi da ansia, panico, paure, crescita personale, depressione, tristezza e noia, dipendenze, disturbi alimentari, disturbo del sonno.

I più giovani dunque hanno risentito notevolmente del cambiamento delle proprie abitudini e routine, privati dei loro spazi educativi e scolastici, denutriti di emozioni, così come di quelli ricreativi e sportivi. Il disorientamento, e la fatica, che ciò ha prodotto nelle e nei ragazzi è stato ampiamente sottovalutato, quando non riconosciuto per nulla, a tutti i livelli.

L’identificazione precoce con diagnosi, delinea la stretta correlazione tra i disturbi dell’umore, il rischio suicidario o atti autolesionistici. Tagli longitudinali, più o meno profondi, spesso all’altezza delle vene dei polsi, del collo, delle braccia, flebili voci raccontano l’inferno “invisibile” e la loro solitudine. È aumentato fortemente anche il numero delle consulenze specialistiche e il problema delle liste d’attesa per le valutazioni.

Nei vari sistemi di riforma continuano a prevalere i principi di efficacia, efficienza, semplificazione e velocizzazione a discapito dell’attenzione alla complessità dei fenomeni e della necessità di attuare processi di tutela dell’infanzia che valorizzino la multisciplinarieta’ degli interventi e la collegialità delle decisioni. Una macchina sociale nel sociale.

cms_24115/5.jpg

Tra i principali fattori di rischio ritroviamo un crescente senso di solitudine, di inadeguatezza: l’isolamento sociale.

Facciamo i conti con i livelli di sofferenza personale e familiare che appaiono esser davvero importanti. Arrivano con una condizione di urgenza, li incontriamo, li conosciamo, entriamo nelle loro corde. Emerge un pensiero dicotomico segnato da conflitti, insicurezze e un forte bisogno di autonomia. Lo sviluppo della personalità, è la costruzione sociale di un’organizzazione che parte dall’ interno. Il suicidio dunque, visto come cessazione del flusso d’idee, come risoluzione del dolore psicologico insopportabile.

Il ritiro sociale è un problema crescente, la camera da letto spesso rappresenta il rifugio, dove si definisce l’ individualità; il corpo in una stanza.

Di fronte a questo bisogno emerge sempre più la necessità di dare un senso ai concetti di protezione alla Vita.

Sporgenze visioni utopiche che si interroghino sui cambiamenti generazionali e sul quotidiano educativo. La scuola rappresenta un’istituzione rassicurante assieme alla famiglia, il ruolo dell’ambiente e gli interventi indiretti alla luce di quanto descritto nel facilitare lo sviluppo neuropsichico e la continua trasmissione di competenze ai contesti di vita sani, regolativi e funzionali.

cms_24115/6.jpegOgni evento vissuto traumatico, può lasciare profonde ferite psicologiche e spirituali.

Ogni ferita emozionale corrisponde una specifica maschera visibile, alla ferita del rifiutocorrisponde la maschera del fuggitivo, alla ferita dell’abbandono la maschera del dipendente, alla ferita dell’umiliazione corrisponde la maschera del masochista, alla ferita del tradimentocorrisponde la maschera del controllore, alla ferita dell’ingiustizia la maschera del rigido.

Per analizzare la dimensione del ritiro sociale e dell’ansia da interazione, altrettanto importante nella rassegna della letteratura è la correlazione con i disturbi assimilabili a problemi di discontrollo degli impulsi, all’uso disadattativo delle nuove reti e tecnologie sociali e virtuali-Internet Addiction Disorder-.

cms_24115/7.jpg

I ragazzi hanno fisiologicamente bisogno di relazione, la noia rinforza alcuni pensieri e circuiti viziosi, fa perdere il valoro aggiunto, facilita l’umore depresso. Negli ultimi anni abbiamo un pò impoverito lo “scambio mutualiastico”.

L’atteggiamento degli adulti, dei genitori, spesso si identficia al confine tra il dolore “normale” e quello traumatico. Quello che li differenzia dipende dalle diverse circostanze interne ed esterne.

Non sottovalutare mai il dolore del bambino che per quanto possa essere manifestato in maniera differente va sostenuto e identificato.

Da dove ricominiciare? Forse arricchendo il giacimento di competenze del lavoro di comunità, in particolare mettendo a fuoco i bisogni; dovremmo immaginare, nelle risorse per la ripartenza destinate alla salute, che una fetta sia destinata alla salute mentale degli adolescenti su tutto il territorio nazionale. Inoltre in Italia circa 34 mila studenti, motore dei cambiamenti della trasformazione sociale, rischiano di abbandonare la scuola.

I segnali sono apparentemente nascosti e difficili da identificare.

cms_24115/8.jpg

Schematizzando la morte di un’adolescente inserita nel contesto con lo spazio dell’immaginazione ridotto così come quello dell’interpretazione, è possibile riflettere sul come la morte non sia per lo più un fatto privato. La morte diventa un fatto che permette di considerare due possibili traiettorie: il fenomeno sociale e la tragedia personale.

In tal senso ci aiuta ad analizzare le strutture sociali, l’ideologia del consumo, la visione della vita, l’importanza dei servizi territoriali, laddove costituiscono forme alternative al morire. Non basta la delega ai professionisti, serve l’attivazione della comunità.

Tutti coloro che vivono con un adolescente devono crescere con lui e modificare o integrare ove carente il coinvolgimento attivo per un maggiore dialogo, maggiore osservazione più vicinanza all’infanzia e all’adolescenza. L’apprendere reciproco che parte da un’esigenza collettiva sociale e sanitaria.

Pubblicità

Data:

13 Dicembre 2021