Parte integrante dello Yoga, il Pranayama è una pratica millenaria originaria dell’India che disciplina tanto lo spirito quanto il corpo. La parola “Pranayama” deriva dal sanscrito ed è composta da due termini: “prana” che significa “energia vitale”, e “ayama” che significa “controllo” o “espansione”. Di conseguenza, il Pranayama può essere considerato l’arte del controllo del respiro o – meglio ancora – l’espansione dell’energia vitale attraverso la respirazione.
Questa pratica affonda le proprie radici nei testi sacri dell’antica India come i Veda e le Upanishad, i più antichi scritti ad oggi conosciuti, databili intorno al 1500 a.C.
Il Pranayama è molto più di una semplice tecnica di respirazione: è un vero e proprio cammino spirituale che eleva l’anima disciplinando il corpo. Corpo e anima non sono due entità distinte o antitetiche; sono le due facce di un’unica medaglia e devono essere alimentate entrambe e contemporaneamente affinché l’essere umano sia perfettamente in equilibrio.
La storia del Pranayama si intreccia con lo sviluppo dello Yoga e delle tradizioni spirituali dell’India e il punto di svolta del suo sviluppo arriva con gli Yoga Sutra di Patanjali, databili tra il 200 a.C. e il 400 d.C. Questi descrivono l’ottuplice sentiero dello yoga (Ashtanga Yoga), di cui il Pranayama è l’unico elemento dedicato specificamente al controllo del respiro. Patanjali è considerato il padre dello yoga classico, e i suoi Sutra rappresentano una delle guide più autorevoli e complete sulla pratica dello yoga.
Nel Medioevo il Pranayama prosegue il suo percorso evolutivo, codificato dai testi tantrici e Hatha Yoga. Quest’ultimo, in particolare, offre una guida dettagliata delle tecniche di Pranayama, collegandole a specifici effetti fisiologici e spirituali quali il risveglio dell’energia spirituale dormiente (Kundalini).
Ai giorni nostri, la diffusione dello Yoga ha reso il Pranayama sempre più popolare e accessibile, grazie anche al contributo di famosi Guru, come Paramahansa Yogananda. Chi non conosce il libro “Autobiografia di uno Yogi” (1946) che ha venduto oltre un milione di copie ed è stato tradotto in più di venti lingue?
Anche la Scienza si è interessata al Pranayama, studiando i suoi effetti sulla salute fisica e mentale. Tale ricerca ha dimostrato che il Pranayama offre una vasta gamma di benefici che abbracciano la sfera fisica, mentale ed emotiva.
Il Maestro Paramahansa Yogananda
Primo fra tutti la riduzione dello stress. Le tecniche di respirazione del Pranayama aiutano a calmare il sistema nervoso, perché respirare profondamente e lentamente abbassa i livelli di cortisolo.
Inoltre migliora la concentrazione, perché il controllo del respiro richiede attenzione e presenza mentale.
La detossificazione è un terzo importante beneficio del Pranayama: la respirazione profonda e consapevole aiuta ad eliminare le tossine dal corpo, migliorando la funzione dei polmoni e degli altri organi interni.
Il cuore riceve un grande beneficio da questa pratica, poiché la respirazione migliora la circolazione sanguigna e ne abbassa la pressione.
Infine, ma non ultimo, il Pranayama aiuta a stabilizzare l’umore e a bilanciare le emozioni.
In conclusione, il Pranayama ha attraversato i secoli fino ai giorni nostri, evolvendosi con il passare del tempo e diventando un prezioso strumento di benessere accessibile a tutti. Comprenderne la storia ci rimanda