Di posti infestati dagli spettri, o presunti tali, ne esistono a bizzeffe, pochi però sono affascinanti quanto il famoso “Museo Archeologico Faggiano”, o “casa museo Faggiano“, situato nell’ammaliante centro storico di Lecce, città nota in tutto il mondo per il suo Barocco”.
Si tratta di un edificio storico entro il quale sono state rinvenute tombe, stanze sotterranee, antiche cisterne, simboli presumibilmente di carattere esoterico, ed altri elementi che farebbero sospettare l’esistenza di un collegamento con l’antico ordine dei Cavalieri Templari.
In questo articolo voglio però soffermarmi di più sulla leggenda secondo la quale il museo sarebbe infestato dallo spettro di un monaco, figura evanescente più volte intravista da differenti testimoni nel corso degli ultimi 10 anni.
Il fantasma, definiamolo così per convenzione, apparirebbe maggiormente al piano superiore dell’edificio ed i testimoni affermano di averlo visto oltrepassare il muro che separa la sala convegni da quella adiacente.
Successivi rilievi avrebbero evidenziato un fatto sorprendente: nel punto in cui il presunto spettro oltrepasserebbe il muro divisorio sarebbe stata rinvenuta un’antica porta, un passaggio ad oggi murato.
Il “monaco” (così definito poiché i suoi abiti ricorderebbero quelli monacali) sarebbe stato visto da diversi turisti che avrebbero poi informato i responsabili del museo, con non poco imbarazzo e tanta incredulità, e per alcuni anche un leggero timore.
Lo spettro sarebbe alto quanto un uomo di media statura (160 cm circa), i lineamenti del viso non sarebbero distinguibili e indosserebbe un saio scuro, o comunque una lunga tunica nera.
Personalmente ho potuto condurre diversi studi nel museo, indagini volte a capire se all’interno della struttura potessero realmente verificarsi episodi riconducibili al paranormale e se gli stessi potessero essere registrati strumentalmente.
L’indagine fu svolta durante le ore notturne e fui coadiuvato da altri ricercatori da me selezionati allo scopo di poter ottenere materiale utile ed eventuali prove utilizzabili durante un dibattito scientifico, prove che purtroppo non ottenni.
Durante il sopralluogo, ci assicurammo di aver spento tutte le luci, non staccammo il contatore elettrico centrale per ovvie ragioni di sicurezza e per lo stesso motivo non prendemmo in considerazione i campi elettromagnetici registrati dai nostri rilevatori, tuttavia le luci furono accuratamente spente anche per poter sfruttare al meglio la nostra illuminazione UV ed IR.
Ciò che avvenne nel mentre dell’indagine, che potremmo anche definire di ghost hunting, ci sorprese positivamente lasciandoci senza parole pur non potendo essere definito senza ombra di dubbio un fenomeno legato ad attività paranormale, anche se ad oggi tale ipotesi resta quella da noi ritenuta più plausibile: Improvvisamente si accese l’illuminazione in uno degli ambienti, pochi secondi, il tempo di constatare il fatto, poi si spense e non si riaccese più.
Uno dei ricercatori fu da me mandato a controllare gli interruttori per accertarsi che fossero tutti nella giusta posizione, anche se in realtà nessuno aveva il minimo dubbio in merito essendo gli unici presenti all’interno del museo in quel momento con gli accessi chiusi dall’interno.
Improvvisamente lo sentimmo chiacchierare con qualcuno, quando ci raggiunse rimase sorpreso nel vederci tutti lì ad attenderlo, era convinto che uno di noi lo avesse accompagnato al buio, ci riferì di aver visto una sagoma e di aver parlato con questa (aveva riferito alla sagoma, vista in lontananza, che tutti gli interruttori erano nella giusta posizione).
Nel soffermarci nei pressi della scala metallica posizionata nell’atrio interno del museo, potemmo ascoltare i passi di qualcuno che pesantemente scendeva i gradini, anche se non vedevamo nessuno compiere quel movimento né osservavamo la minima vibrazione della struttura.
L’ultimo evento anomalo che registrammo fu un fischio proveniente da uno dei livelli interrati del museo, le stanze sotterranee.
Si trattò di un fischio tanto netto da far voltare diversi ricercatori nello stesso momento e verso una precisa direzione nella quale, ovviamente, non c’era nessuno.
Il museo archeologico Faggiano, oltre che per la sua storia, merita di essere citato quale luogo di interesse per tutti gli amanti del mistero e del folklore, anche se per mancanza di prove inconfutabili e non volendo considerare eventi non registrati strumentalmente come tali, non dichiarai mai il sito come soggetto ad attività paranormale.
Spero un giorno di poter riprendere le mie ricerche e magari svelare l’arcano.