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IL PROGRESSO SENZA SOSTA DI MODELLI ESTETICI DETTATI DAI SOCIAL

«La promozione della libertà di internet deve includere misure per alleggerire gli effetti collaterali dell’aumento di interconnettività». Morozov, noto intellettuale di riferimento per chi voglia conoscere in maniera più dettagliata le dinamiche legate allo sviluppo della rete, mette in guardia dai troppo facili entusiasmi noi utenti verso il mondo della rete. Morozov però non è l’unico a spendersi in analisi dettagliate di quella che ormai definisce “crisi della libertà”. Lo psicologo Jonathan Haidt, per esempio, ha recentemente pubblicato una ricerca in cui il progresso tecnologico è chiamato sul banco degli imputati (ancora una volta) per le cattive abitudini indotte in particolar modo negli adolescenti. Haidt definisce “generazione di ansiosi” i ragazzi che, abituati a far un uso smodato di smartphone e altri device, hanno perduto, o meglio, non hanno mai conosciuto alternative vere, umane e naturali al tempo libero. Il 2010 secondo lui è stato l’anno spartiacque nell’accentuarsi delle conseguenze più significativamente negative nella vita di miliardi di persone: l’imporsi di Facebook a livello di social mondiale e l’arrivo sul mercato dell’iPhone 4, oggetti che hanno inciso sull’aumento dei disturbi cognitivi, mentali e ansiosi dei più giovani, soprattutto delle ragazze.

Le cause che avrebbero portato preadolescenti e adolescenti a soffrire maggiormente di disturbi legati alla sfera emotiva e mentale, sarebbero da collegarsi a un inizio di millennio che ha portato alla ribalta mondiale problematiche molto importanti per il futuro delle nuove generazioni. Le incertezze della politica, la globalizzazione selvaggia, le dottrine neoliberaliste, le incertezze economiche, il susseguirsi di crisi a livello mondiale, le paure derivanti da un terrorismo strisciante e da un clima ormai incontrollabile. Il senso di angoscia e un’ansia sempre più palese per le proprie sorti personali, ci hanno improvvisamente reso fragili e pieni di paure. I social sarebbero dunque una delle cause del peggioramento dello stato mentale in particolar modo dei ragazzi europei ad alto reddito e ad alto individualismo. L’Europa sembra essere il continente, che, nonostante agio, benessere e ricchezza, avverte di più una certa vulnerabilità agli effetti negativi dei social; in altre parti del mondo, in particolare in quei Paesi in cui l’individualismo non è un modo d’essere, le relazioni di comunità funzionano rinsaldando il sistema relazionale tra le persone. In Rete sembra assumere rilevanza, almeno per una certa parte della popolazione giovanile mondiale, ciò che Felix Stadler definiva una forma di “equilibrio tra individualità e socialità”, una specie di cooperazione ad hoc per acquisire visibilità: «diventando visibili, pubblicandosi, possono essere avvistati da altro il cui lavoro o pensiero implementa l’idea dell’altro in un modo significativo». L’assenza di una vita sociale e l’incremento di una vita invece troppo social, sarebbe una dinamica negativa in grado di incidere sull’aumento degli stati ansiogeni soprattutto sulle ragazze. Al centro di situazioni sessualmente critiche, le giovani sui social sono quelle che, rispetto ai lor pari età di sesso maschile, si trovano più spesso a doversi confrontare con modelli inarrivabili o con temi legati alla propria corporeità.

Sui social apparire e un must have a cui nessuna può rinunciare, in tempi poi in cui l’applicazione di filtri e procedure cosmetiche possono determinare cambiamenti con un impatto significativo sul proprio corpo. Nell’era del modello della bellezza cyborg, i visi e il corpo sono plasmati come argilla, grazie a interventi che da photoshop si trasferiscono immediatamente sul lettino del chirurgo estetico. Se una volta i canoni della bellezza erano dettati dal mondo del cinema e delle riviste patinate, oggi è la tecnologia a dettare gusti, tendenze e like. Il ritocco viene prima sperimentato e alterato ad hoc, individualmente, su Instagram, e poi si passa alla fase operativa, ovvero la richiesta di ottenere ciò che si è costruito con l’aiuto dei pixel con un intervento facciale che riproduca esattamente l’Instagram face: lifting, filler, botulino sono ormai una consuetudine per i giovanissimi, alla ricerca del viso perfetto. La ricerca della bellezza conosce oggi una nuova primavera, un modello estetico che sembrava essersi arrestato per un richiamo verso problematiche sociali ben più serie e che oggi invece è inseguito da milioni di ragazzine. L’edonismo occidentale si allinea sempre più a uno stile di vita in cui prevale il dettame imposto dalla tecnologie, ovvero la visibilità ad ogni costo. Del resto, come colpevolizzare e demonizzare chi tenta di migliorare il proprio aspetto fisico dopo anni di una narrazione mediatica che pubblicizzava il binomio autostima e successo come trampolino per il successo? Parafrasando Michel Serres, «abbiamo perduto il mondo: abbiamo trasformato le cose in feticci o merci», chiusi nelle nostre quattro mura badiamo all’«essenziale [che] avviene al chiuso e in parole, non più all’aperto con le cose. […] Irreperibilmente, comunichiamo. Ci occupiamo soltanto delle nostre reti».

Data:

4 Agosto 2024