La satira è considerata un genere, anche se ha precedenti greci ad esempio con Aristofane, originale della cultura latina, dei romani del II/III secolo, (Quintiliano scrive: la satira è tutta nostra) tuttavia quella più spinta, politicamente scorretta e scurrile è certamente la satira francese che ancora oggi è carta vetrata, ad esempio Charlie Hebdo il giornale francese a fumetti satirico che ha fatto della provocazione il suo vessillo. In Francia la satira spinta è da sempre sovversiva già nel Medioevo giravano sprezzanti e derisori racconti popolari in versi, girava pure il Roman de Renart, una raccolta di storie con animali antropomorfi che imitavano sbeffeggiando velenosamente le corti e i cavalieri del tempo, continuava pure con giullari e canzonette triviali. Nel Seicento/Settecento in Francia alla satira raffinata e intellettuale del teatro di Molière o delle favole di Jean de La Fontaine, conviveva una satira popolare molto volgare: piccoli teatri improvvisati in strada con oscene canzonette e rappresentazioni di cattivo gusto ( ad esempio la regina sodomizzata dal cardinal Mazarino) e pamphlet (opuscoli) con immagini della regina in mezzo a un’orgia, scene di sesso fra prelati e suore, caricature del re con la faccia da maiale o come una pera e altro. Naturalmente i Borboni visto il loro lungo governo durante i secoli furono spesso dileggiati.
Nel 1830 più o meno è Luigi Filippo d’Orléans, a farne le spese, il suo volto viene rappresentato in forma di una pera, un tormentone che durerà a lungo.
Perché Luigi Filippo fu rappresentato come una pera?
Forse perché la faccia del re assomigliava a una pera?
C’era qualche altro motivo?
In Romagna la pera è un frutto assai diffuso e apprezzato, tanto che ha l’indicazione geografica protetta “Pera dell’Emilia Romagna”. I primi dati scritti sulla coltivazione del pero in Romagna risalgono al XV secolo e a partire dal Seicento si diffuse la coltivazione, molti erano i campi e i colli con frutteti, solo nel Novecento la coltivazione si diffuse anche al Nord. Il frutto è quindi identificativo della terra di Romagna, tanto da essere raffigurato in un affresco del 1450 circa, “la Madonna della pera”.
Madonna della pera- Maestro veneto- Pinacoteca di Cesena
Cosa c’entra il re di Francia Luigi Filippo con la pera di Romagna?
Il 17 aprile 1773 a Modigliana, in provincia di Forlì, vedeva la luce una bambina nata da una misteriosa coppia di nobili francesi e contemporaneamente a una coppia del luogo, i Chiappini, nasceva un maschio. Dopo alcuni giorni la coppia di nobili partiva portando con sé non la figlia ma il maschietto romagnolo. La coppia romagnola di fronte a probabili elargizioni aveva ceduto il bambino in cambio della femminuccia. La coppia francese era formata da Luigi Filippo, pretendente al trono di Francia, e da sua moglie Luisa Borbone Orleans.
Luigi Filippo privo di una discendenza maschile colse l’occasione per presentarsi in patria con un legittimo erede maschio, il quale fu registrato come nato e battezzato a Parigi. La famiglia Chiappini, mise a profitto i soldi ricevuti, riuscendo a ritagliarsi un buon posto nella società.
Ritratto di Maria Stella
La bambina di alto lignaggio barattata col rustico contadino romagnolo fu chiamata Maria Stella, fu educata a Firenze e frequentò scuole di danza e di canto, si sposò molto giovane con un nobile inglese che la lasciò presto vedova; tre anni dopo la morte del marito si sposò nuovamente, con un barone russo, che la portò con sé a San Pietroburgo. Una decina di anni dopo, fu richiamata in Italia per visitare il padre molto ammalato. Alla morte del padre un notaio le consegnò un plico che la informava dello scambio di neonati. Preso atto di questa sbalorditiva notizia, Maria Stella dedicò tutta la sua vita e il suo enorme capitale alla ricerca delle sue origini, andò a Parigi infamando il maschietto romagnolo che nel frattempo era diventato re di Francia col nome di Luigi Filippo mentre per Maria Stella era un usurpatore di infimo rango. Le rivendicazioni di Maria Stella erano ormai note a tutto l’ambiente aristocratico, diventarono materiale per schernire il re popolano da parte degli oppositori. Il baratto di Modigliana ebbe vasta eco tanto che lo scrittore e poeta Giuseppe Giusti lo cita in un suo componimento: Viva Arlecchini/E burattini,/E il Re Chiappini;/Viva le maschere/D’ogni paese,/La Carta, i tre colori e il crimen læsæ. (reato di lesa maestà) Maria Stella morì a Parigi il 28 dicembre 1843, in solitudine e in povertà, avendo abbandonato i figli e il marito, dilapidato tutto il suo patrimonio per inseguire un irraggiungibile sogno, mentre Luigi Filippo il villico romagnolo se ne stava sul trono. Luigi Filippo fu apprezzato dalla borghesia per il fare dimesso e le riforme liberali, mentre i suoi avversari lo bersagliarono per la sua incoerenza e debolezza, ritraendolo sovente con la faccia a pera.
Ritratto di Luigi Filippo I di Francia- Franz Xaver Winterhalter- Reggia di Versailles