All’indomani della Seconda guerra mondiale l’ Italia era un Paese screditato, lacero e umiliato.
La gente giaceva in miseria, le attività stentavano a sopravvivere, d’intorno incombeva il dolore per le perdite umane, la devastazione delle case e della campagna. La Patria … assai lontana, versava in una situazione drammatica, caratterizzata da penurie alimentari endemiche e malattie. Si soffriva. Per giunta, nonostante tutto ed il decisivo contributo offerto dalle nostre genti agli Alleati con la Resistenza fino alla dissoluzione del giogo nazista, il Paese venne tristemente considerata e trattato alla stregua di un biasimevole “Paese vinto”.

Un fastidioso tan … tan che si è protratto fino al giorno in cui, l’ostico e delicato compito di ri-trattare i “Negoziati di Pace” imposti dai “Vincitori”, fu affidato al democristiano Alcide De Gasperi, Presidente eletto del Consiglio. Abile, avveduto e fine diplomatico, il Presidente riuscì a limitare le perdite territoriali e le sanzioni inflitte all’Italia, per i danni di guerra. Un compito assai arduo a cui De Gasperi, si dedicò fino al conseguimento del successo. La ‘vexata questio’ fu, infatti, definita nel mese di maggio 1946. Allorquando, cioè, il ‘Capo della Commissione alleata per la pace, Stone’ [1], consegnò a De Gasperi il “Testo di revisione dell’Armistizio”, con il quale veniva restituita all’Italia la “Sovranità territoriale”. Atto indispensabile per indire le elezioni come Nazione ed attenuare le più dure e pesantissime condizioni imposte da precedenti accordi.
NELL’ INTENTO DI DAR VITA ALLO STATO,
SI LAVORAVA ANCHE PER DARE AL POPOLO L’ AUSPICATA COSTITUZIONE.
Un crogiuolo di compiti assai complesso per i ‘Padri Costituenti‘, i quali per giungere alle loro dotte deliberazioni e, quindi, dare all’Italia la nostra Costituzione. hanno dovuto superare diversi ostacoli e le più impegnative difficoltà.
A ragion di ciò, è necessario far conoscere alle nuove generazioni che, pur avendolo studiato a scuola, non hanno vissuto quel convulso, inenarrabile momento storico, il particolare clima in cui, si sono svolti i lavori. E che nulla è stato lasciato al caso. Ogni passaggio che ha traslato l’Italia dall’oggi al domani, è stato frutto e prodotto di impegno, capacità e profonda competenza, figli di applicazione e senso dell’ appartenenza. Scelte scaturite nel contesto di un difficilissimo momento storico-politico, messe a frutto da saggi giuristi convinti di adoperarsi per l’ interesse e il bene comune. Finché, incuranti delle esistenti e talora aspre divisioni ideologiche, hanno dato sostanza e linfa ad un ordinamento nuovo. A lungo atteso da una società ansiosa (duramente provata dalla tragica esperienza del Regime, poi sfociata nella devastante guerra totale) in fervida attesa dell’apertura di una nuova prospettiva sociale più giusta, hanno confezionato le norme necessarie: acciocché, ciascuno potesse sentirsi finalmente depositario della proprie scelte e della sua vita, figlio di una Nazione libera .
COMPITI DELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE
Per far ciò, nel 1946 fu formata l’ “Assemblea Costituente’ con il compito di iniziare i lavori relativi all’indizione dei Referendum popolari ed alla promulgazione della nuova ‘Carta Costituzionale’ .
La lunga transizione che l’Italia conobbe a partire dalla caduta dei fascismo, il 25 luglio 1943, attraverso la guerra, la liberazione e la ripresa democratica con i governi del CLN [3] aveva due obbiettivi fondamentali: la soluzione della questione istituzionale, ovvero se il Paese sarebbe rimasto Monarchico o diventato una Repubblica e l’approvazione da parte di un’ Assemblea Costituente liberamente eletta dalla nuova Costituzione. La questione istituzionale approdò al Consiglio dei Ministri il 27 febbraio. Finché, dopo il dibattito e l’approvazione di alcuni decreti, in data 23 aprile 1946, lo stesso Consiglio ha affrontato il punto più importante all’ O.d.g. previsto dal Decreto n. 219 che, appunto, fissava le norme per lo svolgimento del Referendum e affidava alla Corte di Cassazione il controllo e la proclamazione dei risultati e degli eletti. E via dicendo, Articolo dopo Articolo. (di cui ha approfonditamente trattato su queste pagine, l’emerito Costituzionalista Prof. Tito Lucrezio Rizzo) fino al vigente e Fondamentale Art. 11.
IL RIPUDIO DELLA GUERRA (ART. 11) COSA ORDINA E COSA SIGNIFICA.
Da qui è nato quell’Art. 4 che doveva diventare Art.6 del testo definitivo ma che poi venne varato come Art. 11.
Tanto che Il 3 dicembre 1946 la Prima Sottocommissione, partendo dalla proposta Dossetti [4], approvava la seguente formulazione: «La Repubblica rinunzia alla guerra come strumento di conquista o di offesa alla libertà degli altri popoli e consente, a condizioni di reciprocità, le limitazioni di sovranità necessarie alla difesa e alla organizzazione della pace».
Il cui testo definitivo, dopo la consueta trafila e di tutta una serie di emendamenti, a fronte di diverse formulazioni, è stato approvato in via definitiva come lo conosciamo inserito tra i 12 Art. che fanno parte dei “Principi Fondamentali”.
Mentre il “Ripudio” della guerra come strumento di offesa, è l’incipit chiaro,
ineccepibile è il diritto alla difesa della Patria in caso di attacco.
Sancito dalla scelta del termine ‘ripudia’, invece che ‘rinunzia’, racchiude in sé la condanna morale degli orrori e le inutili distruzioni della Seconda Guerra Mondiale. I Padri e le Madri costituenti, optando un’operazione di indubbia frattura rispetto al passato e delineando forme di coesistenza pacifica, anziché di aggressione e di conquista, stabilirono una rottura netta col passato recente dove, nazionalismo e imperialismo, avevano sconfinato nel vicolo cieco della guerra totale. In questa stesa linea di principio, si pone Immanuel Kant che, nel progetto filosofico “Per la Pace perpetua (1795)” sostiene:
‘coloro che sono coinvolti nel conflitto dovranno riflettere a lungo prima di iniziare un gioco casi cattivo‘
Sani principi ai quali han fatto eco i commenti dei più accreditati giuristi.
IN UN MONDO AFFLITTO DALL’ODIO, DA DRAMMI
E CONTROVERSIE, SEMPRE ALLA RICERCA DELLA PACE
L’INTERROGATIVO: DALLA COSTITUZIONE AL “RIPUDIO” DELLA GUERRA PASSANDO PER L’ARTICOLO 11.
COME PORTARLI ALLA VISIONE DEI GIOVANI E SPIEGARLI NELLE AULE ?

IL NOSTRO COMPITO: Una Testata di tutto rispetto come lo è questa per cui scriviamo, così come fanno tanti altri Veterani provenienti dalle FF:AA. che si richiama ad eventi, comportamenti e valori legati a fatti bellici del passato, più o meno recente, in presenza di mutamenti che tendono a far “tabula rasa” delle esperienze vissute e della Pace… conquistata, ebbene si, a caro prezzo, non può restare indifferente. Anzi ! Come suggerito dal Presidente Mattarella, se vuole restare nel solco dei “Costruttore di Memoria” deve inserirsi nel circuito socio-culturale, mettendo a disposizione dei giovani il carico di esperienza e competenze, di memoria e ricordi che tanti dei suoi aderenti, possiedono in misura cospicua. Giacimenti di cultura acquisita in virtù delie drammatiche esperienze del passato di cui siano venuti a conoscenza a Scuola, nelle Università e/o durante il Servizio militare o per averle direttamente ricevute dai propri commilitoni ovvero sentite da progenitori Combattenti. Approfondimenti di cultura militare, certamente essenziali per la società e, nondimeno, per suscitare ed ampliare la cultura giovanile. Un contributo di idee, sostenuto da importanti documentazioni, senz’altro in grado di trasferire a chi partecipa, la virtuale tensione del “Grande Viaggio” attraverso il quale l’Italia, superata la tragedia della guerra e la devastante lotta per la Liberazione dal giogo dello straniero, è pervenuta all’ approvazione della Costituzione; quindi, alla proclamazione della Repubblica di cui e, da allora, beneficiamo. Per far ciò, si possono Indire percorsi formativi e Premi incentrati sul disegno, saggistica, PowerPoint, elaborati e poesie da cui gli alunni, saranno stimolati ad esprimere le loro riflessioni sul tema dalla guerra e della PACE.
Partendo dalla denuncia dell’orrore della guerra che sconvolge i Paesi che obliano il rispetto dei Diritti umani in generale e dei bambini in particolare, offriamo come spunto la poesia:
“Bambino soldato”

Il sorriso del bambino soldato corre incontro al fiore di morte che sboccia nella terra matrigna tra i virgulti di una primavera offuscata da un canto d’agonia… frutto prematuro nella mietitura della morte…!
[1] – Stone, Ellery Wheeler – Ammiraglio (Oakland, California, 1894 – Montclair, New Jersey, 1981); capo di S. M. del vice-ammiraglio W. A. Glassford a Dakar (1943), nel settembre del 1943 giunse in Italia con i primi componenti della missione militare alleata, di cui fu all’inizio capo di S. M.; fu quindi (1944-47) a capo della commissione alleata di controllo per l’Italia.
[2] – L’Assemblea Costituente che venne deliberata da un’Assemblea Costituente composta da 556 membri provenienti dalle elezioni indette il 2 giugno 1946. Una Costituzione il cui testo venne studiato e steso da un’apposita commissione composta da 75 deputati appartenenti alle diverse correnti politiche e che venne presentato all’Assemblea Costituente nel gennaio 1947 per la discussione e la relativa approvazione articolo per articolo. Un esame non certo superficiale perché il Testo definitivo venne approvato il 22 dicembre 1947, dopo un anno di lavoro parlamentare, di approfondimenti, di ricerca di quella condivisione e di quell’equilibrio fra chi governa e chi è preposto al controllo che costituisce l’unica garanzia del rispetto delle regole date.
[3] – Il Comitato di Liberazione Nazionale (abbreviato in CLN) fu un’organizzazione politica e militare italiana costituita dai principali partiti e movimenti antifascisti del Paese, formatasi a Roma il 9 settembre 1943, allo scopo di opporsi all’occupazione tedesca e al nazi-fascismo in Italia. Si sciolse nel 1947
[4]– Giuseppe Dossetti: la prima versione di quello che sarebbe diventato l’art. 11 della Costituzione proveniva dalla sua penna (egli era infatti il relatore, in seno alla Prima Sottocommissione, incaricato di formulare proposte su «Lo Stato come ordinamento giuridico e i suoi rapporti con gli altri ordinamenti»).