Per la comunità rom, la famiglia è il cuore pulsante della società, l’organo vitale grazie al quale si sviluppa la struttura basilare delle relazioni e delle organizzazioni socioeconomiche. La comunità rom si differenzia da quella di massa (individualista), in cui tramonta il valore della parentela come rete connettiva, in quanto i rapporti interpersonali e la discendenza sono il fulcro della vita delle persone. In questa cornice il rituale del matrimonio diviene l’istituzione centrale dell’organizzazione sociale: il matrimonio stabilisce strette alleanze fra gruppi di diverse discendenze ed è l’unica cellula in grado di trasmettere le antiche tradizioni. La famiglia, pertanto, diviene la principale fonte di trasmissione e conservazione culturale. Durante il rituale di nozze la comunità rom assiste alla formazione di una nuova unità familiare, la quale assolve una funzione essenziale all’interno delle relazioni fra i diversi gruppi e della vita della singola persona. Alcune tradizioni, durante gli anni, possono aver preso parte ad un processo di metamorfosi, di cambiamento; uno dei fattori che stimola i gruppi delle comunità rom alla trasmutazione di antiche credenze e usanze è la loro vicinanza alla cultura dominante, al centro delle aree metropolitane in cui si sono stanziati. A tal proposito, è possibile constatare che, le comunità rom ghettizzate nelle zone più periferiche, sono fisicamente e metaforicamente distanti dalle città e ancorate alle vecchie tradizioni, come quella di promettere in sposa una bambina all’età di tredici anni.
Nella società rom che ha subito l’influenza della modernizzazione, invece, il matrimonio avviene nel momento in cui la sposa e lo sposo compiono l’età di diciassette o vent’anni. La valenza sociale del matrimonio è determinata dal transito della sposa all’interno della famiglia dell’uomo, momento determinante per l’evoluzione della struttura degli equilibri interni della stessa comunità. Da questo, infatti, possiamo dedurre che la struttura familiare dei rom si organizza a partire da un sistema patrilineare, in quanto la donna in seguito al matrimonio passa a far parte del lignaggio del marito. In seguito a questo vincolo sociale la sposa sarà per sempre interconnessa ai membri di quel particolare gruppo da relazioni giornaliere, siano esse domestiche o economiche. L’unione matrimoniale rom, soprattutto in quelle comunità che decidono di osservare le antiche tradizioni, è principalmente endogamica, ovvero avviene fra gruppi di famiglie che sono già in un rapporto di mutua confidenza o di discendenza comune. Tuttavia la tradizione endogamica della comunità rom è ogni giorno meno determinante e sta venendo a poco a poco sostituita dal matrimonio esogamico, ovvero con un membro di etnia rom o un “gagè” (parola che sta a significare in lingua romanì una persona non-rom) senza che questo possa, però, essere causa di conflitti sociali o morali.
La cerimonia nuziale può durare anche giorni ed è caratterizzata da una sfarzosa festa e da un grande banchetto accompagnato da canti e musica. La prova che determinerà l’unione matrimoniale, è la castità della sposa; pertanto la dimostrazione della verginità della donna diviene il momento principale della cerimonia. La castità della sposa rappresenta per la famiglia rom un grande onore e prestigio e, secondo i loro valori, è la dimostrazione della buona educazione che i padri hanno impartito alle proprie figlie, divenendo degne del rispetto del marito e della sua famiglia
È difficile per i romanì concepire l’individuo al di fuori della famiglia e del gruppo. Nella comunità rom, le relazioni inter e intra-familiari tessono una rete che consolida la coesione sociale e si estendono principalmente mediante le alleanze matrimoniali. La perpetuazione della cultura rom si deve, senza dubbio, alla forza unificante della famiglia e dell’unione matrimoniale. I vincoli che si vengono a creare con altre famiglie creano strette alleanze, che permettono lo sviluppo efficace delle relazioni solidali, della vita economica e politica della collettività.
(ph. 1 courtesy save the Children)