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IL TAGLIO BORDOLESE

Da diversi decenni nel nostro paese si parla del famoso “taglio bordolese. Ma a cosa si fa riferimento con l’utilizzo di questo termine? Il termine “taglio” indica la creazione di un assemblaggio di vini provenienti da vitigni diversi, addirittura da annate diverse. L’assunzione del termine “taglio bordolese” vede l’assemblaggio dei classici vitigni di Bordeaux: il Cabernet Sauvignon, il Merlot e in alcuni casi anche il Cabernet Franc. Pertanto possiamo asserire che un “taglio bordolese” è qualsiasi vino prodotto principalmente dall’assemblaggio di tali a prescindere dal territorio di provenienza.

Ma nel nostro Paese c’è una regione che è riuscita più di altre ad utilizzare questa metodologia di produzione per farsi spazio in un mercato globale, riuscendo ad imporsi con determinazione e superando di netto anche affermate aziende internazionali. Questa regione è la splendida Toscana, dove le colline si rincorrono aspettando tramonti dal colore unico, caldo, esemplare, dove le sinuosità dei paesaggi rendono omaggio ad antichi casolari eretti a difesa di un territorio prezioso, identificati come sentinelle del tempo. Un territorio armonico come soltanto le grandi opere sanno essere. Un esempio di vini con “taglio bordolese” sono gli ormai famosi Supertuscan, vini prodotti per dare spazio, luce e valorizzare un terroir senza eguali nel mondo.

Ma anche al di fuori della Toscana possiamo trovare vini prodotti con tale metodologia spaziando addirittura dai Colli Euganei ed arrivando fino alla regione Sicilia, incontrando, durante il viaggio, un panorama enologico che ci permette di degustare calici colmi di nettare, all’interno dello stivale, tra regioni d’Italia così diverse per ambiente pedoclimatico, donandoci ogni volta sensazioni uniche, irripetibili, armoniose.
Nella produzione di questi vini, l’obiettivo organolettico che si persegue resta quello di fondere, in piena armonia, vitigni con caratteristiche complementari quali la morbidezza del merlot con la struttura e la tannicità più marcata del cabernet sauvignon ai quali si possono aggiungere anche l’utilizzo di altre uve.

Sta di fatto che sono grandi vini, con una parte olfattiva che ricorda armoniosi sentori quali le amarene, le visciole, le more, i frutti di bosco. Alla parte gustativa la predominanza è la percezione di struttura con una importante astringenza ed una persistenza lunga sul finale. Si abbinano molto bene con carni rosse e formaggi stagionati.

Ma l’abbinamento più idoneo è con i nostri importanti pensieri che, in quanto tali, necessitano di un compagno di avventure in grado di aiutarci ad esprimere, a volte, con un fragoroso silenzio, le nostre più profonde inquietudini, permettendoci, così, un confronto con la realtà in grado di rigenerarci, assumendo secoli di storia intrisi nei territori di un paese esemplare, l’Italia.

Buona degustazione. 

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Data:

18 Marzo 2025