Il vino nuoce gravemente alla salute… come dare torto ad una affermazione del genere? Si certo, nuoce gravemente alla salute, ma aggiungerei, con una certa prosopopea, che nuoce in modo particolare a chi non ne fa uso. Immaginiamo di vivere in una società che decida di mettere al bando il vino, riuscendo a convincere migliaia di persone che questo prodotto faccia male al punto che non viene più assunto e pertanto diventa fuorilegge degustare secoli di storia in un calice e farlo in compagnia di amici, parenti, conoscenti oppure durante incontri di lavoro e diventi talmente proibito da non poterne comprare in quanto non più in vendita, come siamo abituati a fare. Ecco, in una società del genere personalmente non avrei piacere di vivere, si perché il vino è piacere, è gioia, è convivialità, è rilassamento, è salutare… ops… ho usato una parola non adatta ad essere accostata al vino?
Non sono un medico, nè ho particolari riconoscimenti che mi possono far parlare da un punto di vista scientifico, ma credo che come tutte le cose, il problema vero consista nell’abuso che se ne fa, non nel prodotto da demonizzare. Certo il vino può far male, nessuno lo nega, la consapevolezza è fondamentale ma il concetto è più ampio e deve riportare l’attenzione sulle modalità di assunzione. Qualsiasi altro cibo assunto in modalità poco equilibrata fa star male. Se assumiamo soltanto enormi quantità di carboidrati penseremo di star bene? Lo stesso dicasi se ci concentriamo su grandi assunzioni di zuccheri… con il tempo avremo effetti indesiderati. Certo l’alcool è un’altra cosa e su questo non discutiamo.
Inquesti giorni sta facendo molto discutere la richiesta dell’Irlanda che vuole essere autorizzata dall’Unione Europea ad inserire sulle etichette di vino diciture tipo ”Il consumo di alcool provoca malattie del fegato”. Recenti studi hanno evidenziato come l’Irlanda sia il secondo paese al mondo per consumo di alcool e di fatto questa loro richiesta dovrebbe aiutare a diminuire nel paese il consumo pro capite di alcool. Se vogliamo assecondare questa richiesta legittima possiamo farlo ma non prima di aver evidenziato alcuni importanti fattori. L’Irlanda è anche il secondo paese al mondo a produrre superalcolici, il whisky irlandese è ormai famoso in tutto il mondo e non mi risulta che abbia una incidenza di alcool moderata, direi tutt’altro, viene da sè che, se si intende demonizzare un settore come il vino, non ci si può esimersi dal farlo anche con altri prodotti.
Pensiamo anche alle ricadute che queste autorizzazioni potrebbero avere sul comparto produttivo. Attualmente in Italia, secondo stime di Coldiretti, il settore dà lavoro a 1,3 milioni di persone con un giro di affari di oltre 14 miliardi di euro, numeri che se assunti tutti in una volta creano certamente disagi psicologici soprattutto a quei Paesi che non possono raggiungere questi risultati.
Mi soffermerei anche sulla storia che il nostro Paese vanta in termini di produzioni viticole. Siamo la nazione con più varietà, quella che ha più tradizioni, il Paese con più longevità produttiva. In ogni scritto ed in ogni citazione storica si parla di vino, dai grandi poeti ai grandi scrittori, compositori, statisti, chi mai si assumerebbe l’onere di comunicare loro, se fosse mai possibile, che hanno per secoli esaltato un prodotto fuorilegge che sarebbe stato bandito dalle tavole? Andrebbe riscritta l’intera storia dell’umanità.
Pertanto se qualcosa si vuol fare per far assumere meno alcool è quello di formare i giovani ad un uso consapevole spiegando loro gli effetti dannosi delle assunzioni incontrollate; questa sì che sarebbe la giusta strada da seguire e, devo dire, che anche in questo l’Italia primeggia. Di fatto i nostri giovani sono stati resi più sensibili al problema grazie a campagne informative ed alla introduzione di articoli del codice della strada che frenano l’uso di alcool, articoli che valgono per chiunque alla guida di un veicolo. Si può fare di più e si può fare meglio ma l’importante è parlarne non bandirne l’uso a priori.
Sarò leggermente di parte ma Il vino va degustato, non mi stancherò mai di ricordarlo.
Buona degustazione.