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IL VITIGNO DURELLA

Quando racconto che il nostro Paese è una fonte inesauribile di eccellenze, sembra che stia esagerando; poi, quando meno te lo aspetti, ti capita tra le mani una bottiglia di Durello versione Metodo Classico. Allora ti accorgi che non hai esagerato nel dipingere la nazione Italia come culla di qualità, tutt’altro, siamo così abituati alla qualità che ci circonda, da sempre, che quasi non ci facciamo più caso. Non facciamo attenzione, per esempio, ad un vitigno a bacca bianca, l’autoctona Durella, che insiste fin dai primi del 900 nel territorio veneto, in particolare sui Monti Lessini, e che risulta registrato nel Catalogo nazionale varietà di vite già dal 1970.

Probabilmente deve il suo nome alla durezza della buccia ed all’elevata acidità, particolarità questa che lo rende interessante nella spumantizzazione secondo il Metodo Classico, ma non si disdegnano le produzioni in autoclave, molto apprezzate da un pubblico giovanile. Uno spumante fresco, dinamico, intrigante che, secondo il mio modesto parere, non delude affatto le aspettative. Non dimentichiamo di menzionare il Durello come vino fermo che suscita un certo interesse, così come anche la versione passito. Se poi ci soffermiamo a pensare che questa bontà ha già sulle spalle circa 1000 anni di storia, viene da sé che merita un doveroso approfondimento ed un assoluto rispetto, così come meritano rispetto i suoi Produttori che caparbiamente hanno condotto questo vitigno fino ai nostri giorni, permettendogli di integrarsi in un territorio vulcanico dalle grandi potenzialità.

All’olfatto si presenta fragrante e giustamente fruttato, con struttura piuttosto evidente nella versione Metodo Classico, ma è la complessiva freschezza e la persistenza olfattiva a definirne fortemente l’identità. Al gusto si presenta fresco, morbido con una interessante mineralità; sul finale una buona persistenza fa la sua presenza sulla scena. Abbiamo a che fare con un vino molto versatile che si fa notare se degustato come aperitivo, magari abbinandolo a piatti di pesce crudo o cotto. Non disdegna gli abbinamenti con i formaggi e crea un ottimo equilibrio con un piatto tipico della tradizione veneta, il baccalà alla Vicentina.

Che dire… un vitigno totalmente da scoprire, un antenato da riportare a lustro per dargli modo di esprimersi nel migliore dei modi. Degustare il Durello è una esperienza unica, soprattutto se socchiudiamo gli occhi e ci facciamo ammaliare da una longevità che tutt’ora persiste e di cui non tutti hanno coscienza. E’ un vino di grande fascino che, essendo prodotto in quantità limitate, assume una attrattiva ancor maggiore ed è come se in un qualche modo ci dicesse… chissà dove, chissà quando ma prima o poi ci incontreremo.

Buona degustazione.

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7 Gennaio 2025

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