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IL WEB METTE LA FRECCIA E SORPASSA LA TV – Gli italiani si informano online

Il web sorpassa la tv. Gli italiani preferiscono la rete per informarsi su ciò che accade nel mondo. E’ il dato, abbastanza eclatante, che viene evidenziato dalla prima edizione dell’Osservatorio sul sistema dell’informazione realizzato da Agcom. Un italiano su due preferisce informarsi attraverso i social network, anche se non destina a essi una totale fiducia. Sono sempre i vecchi media a rimanere i preferiti per ciò che concerne l’affidabilità. Il 50,5% degli italiani iscritti a un social, afferma di informarsi attraverso il web; un italiano su due legge gli articoli pubblicati sulle piattaforme per comprendere cosa accade. Seppur per pochi punti percentuali, internet sorpassa la televisione come fonte primaria di informazione, televisione che viene scelta solo dal 46,5% delle persone. Le abitudini degli italiani dunque sono cambiate e hanno decisamente virato verso il digitale e la rete, scelta ormai non solo per intrattenimento, ma anche per attingere informazione. In particolar modo i social fungono da cavallo di Troia per entrare, con articoli inseriti appositamente nel wall dell’utente, nella dieta informativa delle persone.

A ruota seguono poi i motori di ricerca e i siti web dei quotidiani, altre fonti da cui ricavare notizie dal mondo. Cambiano le fonti e cambia anche la percentuale di coloro che sembra nutrire una certa diffidenza, se non proprio credibilità, vero i mezzi di informazione, al di là della loro natura tecnica. Vi è poi, in aggiunta a questo quadro già abbastanza controverso, circa il 15% di persone, giovani soprattutto, che non ripone alcuna fiducia verso i mezzi di informazione. Tv, radio e quotidiani con oltre il 40%, restano le fonti che riscuotono maggiore fiducia da parte degli italiani; c’è poi un 35% della popolazione che ripone invece fiducia nel passaparola di parenti e amici; nella parte bassa della classifica invece i social. Completezza e affidabilità delle notizie trasmesse rimane dunque una prerogativa delle fonti tradizionali, con il servizio pubblico in testa. Una nota infine sui quotidiani: secondo la ricerca Agcom, i quotidiani cartacei, continuano l’inesorabile calo di vendite e di lettori, con poco più del 17% degli italiani che dichiara di leggerli, mentre un misero 6,6% dichiara di avere un abbonamento a pagamento a uno o più quotidiani nella versione digitale.

Ciò che Baudrillard preconizzava nell’ormai lontano 1995, oggi sembra dunque avverarsi, ovvero la sostituzione della realtà con la sua simulazione. L’informazione oggi si dispiega dappertutto, è diventata pull: basta “tirarla” fuori da uno dei nostri numerosi e sparpagliati device che elle esce e si mostra così com’è, o meglio, così come altri vogliono che ci appaia. E se tutto allora diviene informazione, nulla è più informazione, cioè niente informa realmente: «la cultura della realtà crolla sotto l’eccesso di realtà, la cultura dell’informazione crolla sotto l’eccesso d’informazione». “L’estasi della comunicazione” a cui Baudrillard faceva riferimento è una contaminazione tra l’uomo e la macchina (allora la televisione, oggi il web) che rende obsoleta un’opinione pubblica in grado di sollevare critiche e prese d’atto di un avvicinamento di un’infocrazia dei nostri tempi. Gli “sciami digitali” teorizzati da Han si avventano sulla sfera pubblica annientandola, facendo sì che l’informazione diventi sempre più “additiva e cumulativa” invece che “narrativa ed esclusiva”.

Andrea Alessandrino

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Data:

30 Marzo 2025

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