Posso immaginare che istintivamente dei lettori possano storcere il naso nel vedere questo nome in una delle mie istantanee, ma ho conosciuto e frequentato Ilona dopo il ritiro dall’ambiente in cui aveva lavorato per molti anni.
E nel tempo in cui ci siamo frequentati, ho potuto conoscere di questa donna il rovescio di quella medaglia nota a tutti.
Tranne qualche uscita per lavoro, quando era ospite di qualche programma o evento, andavo a casa sua, sulla Cassia.
Un bellissimo attico ben curato nel quale teneva il suo bambino, dopo un finale avventuroso per riaverlo.
Ludwig non era facile da gestire ma, considerando la sua breve storia, era giustificabile.
Per fortuna io l’avevo conquistato facendogli dei giochini di magia (una delle mie passioni) e così, in cambio, ci lasciava un po’ in pace per parlare di alcuni progetti e della sua biografia che stavo aiutando a scrivere.
Il particolare che ho già descritto nella pagina dedicata ad Ursula Andress era che lo guardava e interloquiva spesso con lui.
Della guerra tra la Staller e il suo ex marito milionario Jeff Koons ha molto parlato anche la stampa, ma io ho saputo fatti che mi portavano ad apprezzare lei sempre di più.
Ovviamente per rispetto non posso andare oltre questa citazione generica ma, credetemi, è una donna che ha dovuto sopportare azioni che disintegrerebbero una donna comune.
Il fatto che mi confidasse certe cose mi faceva sentire molto legato a lei ma con pochi mezzi per aiutarla perché la situazione con Koons era un vero e proprio campo minato.
Ilona aveva letteralmente rapito suo figlio, rischiando molto se le cose non fossero andate bene.
Infatti da allora non può più entrare negli Stati Uniti.
Notavo un amore esagerato verso Ludwig, con la pericolosa controindicazione che il bambino era “un po’ viziato”.
E’ una donna molto intelligente e capace di gestirsi.
Voleva che mi occupassi io di gestire i rapporti con le televisioni di mezzo mondo che la volevano ospite.
Ho visto quindi la documentazione e ne parlo con certezza.
La cosa che mi colpì e mi diede il senso del dramma che stava vivendo fu che non riusciva a scrivere, nella sua biografia in corso d’opera, di ciò che aveva combinato per riavere suo figlio e del rapporto con l’ex marito.
Per mesi non si andava avanti e rispettai questo blocco credendo che si sarebbe risolto col tempo.
Mi portò a visitare l’appartamento che aveva comprato al piano terra della piccola palazzina in cui abita in un parco.
Voleva stabilire lì l’ufficio in cui avrei lavorato e anche vissuto.
Mi affascinava la vetrata che dava su un rilassante giardino.
Ma l’elemento nuovo che vi porterà questa istantanea è il fatto che la considero una delle persone più divertenti che abbia conosciuto.
Ha un’ironia smisurata che riesce a spalmare su qualsiasi argomento di cui si parla, rafforzata dal suo accento e dal suo italiano un po’ sbilenco.
Ho riso tantissimo con lei e credo che lei rincarasse la dose spesso proprio perché sapeva la mia reazione.
Una volta fece un’intervista televisiva dal salotto di casa mia, facendo credere che fosse quello di casa sua.
E prima che la troupe arrivasse, studiò la composizione della casa.
Il nostro rapporto si è esaurito senza traumi.
Io aspettavo di continuare il libro; lei aveva l’impegno di scrivere ed avvisarmi quando avesse messo qualcosa sulla carta.
Io intanto facevo altri lavori ed uno mi portò lontano da Roma.
Non ci siamo più sentiti.
Ma forse capiterà di riprendere la nostra amicizia; mi è già successo con alcuni personaggi che si sono imbattuti in questa mia rubrica del sabato.
E io ne avrei molto piacere.
(le foto appartengono al mio archivio privato)