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IMMACOLATA ZABATTI TRA FIGURATIVO E ASTRATTO

Dal panorama artistico contemporaneo nazionale emergono personalità che si sono fatte strada grazie non solo alla naturale propensione per l’estro creativo, ma anche a un rimaneggiato e costante impegno. Immacolata Zabatti fa parte di queste individualità speciali, con le quali è facile stabilire un contatto empatico, capace di sfociare in un arricchente incontro.

La personale di pittura della pittrice Grottagliese – tenutasi la sera del 10 settembre presso l’associazione culturale “ Lino Agnini” di San Giorgio Jonico (Taranto), con il Patrocinio del Comune – è stata presentata dalla giornalista Raffaella Capriglia, accompagnata dagli interventi di Cataldo Piccoli, presidente della associazione culturale “Lino Agnini”, del dott. Mino Fabbiano, sindaco del comune di San Giorgio Jonico e del dr. Luciano Cinieri, assessore alla cultura. La relazione critica è stata tenuta dalla N.D. baronessa Elisa Silvatici, critica e accademica dei Cavalieri di S. Stefano. Un breve momento è stato dedicato alla declamazione delle poesie ispirate alle più celebri opere dell’autrice, da parte dei poeti Maddalena Corigliano, Giovanni Monopoli e Mino Occhinegro.

La mostra è stata un’occasione per apprezzare e ammirare direttamente un gran numero di produzioni pittoriche. Le tele esposte si rifacevano per lo più al figurativo, vedi le innumerevoli figure umane miste a elementi della natura, colte nei vari momenti del vivere quotidiano e accuratamente rappresentate, evidentemente frutto di una doviziosa e precisa pratica. L’astratto si manifesta invece nella rappresentazione dei particolari, per i quali, in maniera eclettica, la pittrice utilizza colori che si mescolano alla luce, creando degli effetti visivi davvero originali. Le emozioni prendono così forma e consistenza: è per questo che il fruitore riesce a percepire, dall’impatto visivo, il mondo interiore di colei che cattura l’universalità dei sentimenti e riesce a mostrarli in tutta la loro varietà.

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Abbiamo rivolto alcune domande alla pittrice per cercare di cogliere meglio la sua essenza e le sue peculiarità, sospinti dalla curiosità di saperne di più in merito a una personalità davvero talentuosa.

Ci parli del periodo della Sua formazione e di chi ha inciso più di tutti sullo sviluppo della Sua personalità artistica.

Mio nonno disegnava e progettava edifici: sono cresciuta tra le pergamene, i pennini e gli inchiostri che lui usava per disegnare. Anche mio padre, che ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte (attuale Liceo artistico del mio paese, Grottaglie, conosciuto per le sue ceramiche) ha contribuito a indirizzarmi verso questo settore. Penso quindi di aver ereditato in parte da loro la passione per l’arte.

cms_7180/quadro_1.jpgQuali sono le tematiche ispiratrici delle sue tele?

Nei primi anni ho rappresentato soprattutto paesaggi, in particolare la nostra campagna salentina, con i suoi meravigliosi ulivi secolari, che ho sempre continuato a dipingere. In seguito, tuttavia, ho sentito la necessità di trattare tematiche sociali: penso che un’artista abbia anche il dovere di testimoniare la realtà contemporanea in cui vive. Ho dipinto in merito al femminicidio, all’integrazione degli immigrati, alla disperazione dei popoli dei Paesi arabi. Successivamente, ho trattato anche tematiche spirituali, dove l’anima è diventata protagonista.

Quali particolari risultati hanno impresso alle sue produzioni pittoriche le tecniche stilistiche adottate?

Ho sempre trattato il figurativo, ma da qualche anno mi sono appassionata all’astratto. Grazie a esso, infatti, riuscivo a trasmettere e a sintetizzare meglio determinati sentimenti ed emozioni, cominciando a vedere ‘scomposte’ alcune immagini. Uso il figurativo quando quello che rappresento mi porta a un momento di riflessione, perché è una tecnica che richiede tempo e pazienza nella lavorazione. Con l’astratto c’è l’immediatezza, la velocità della spatola che scivola sulla tela che mi consente di trasmettere l’energia che voglio imprimere alla composizione. Ultimamente mi capita anche di unire, nella composizione, il figurativo all’astratto.

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Quale impatto ha avuto sulla Sua carriera artistica la partecipazione a rassegne e collettive d’arte?

Dopo alcuni anni di mostre collettive organizzate nella mia provincia, ho sentito la necessità di mettermi alla prova con delle mostre preparate in occasione di eventi prestigiosi. Con la prima esposizione ho ricevuto tanti inviti a manifestazioni sempre più importanti; inoltre, in diversi concorsi ho riscosso apprezzamenti, riconoscimenti e premi. Tutto ciò mi ha spinta a continuare e mi ha dato modo di incontrare tanti artisti ed esperti d’arte, fonti di inesauribile arricchimento culturale.

Di Lei hanno parlato noti critici d’arte, a testimonianza della Sua spiccata personalità creativa. Ne ricorda qualche occasione?

In questi anni ho avuto modo di incontrare diversi critici: ognuno di loro ha lasciato una traccia nel mio percorso artistico, con i suoi apprezzamenti e suggerimenti.

Vorrei ricordare la Baronessa Elisa Silvatici, Accademico dei Cavalieri di S.Stefano, perché è stata la prima a scrivere alcune recensioni agli inizi della mia carriera e continua a seguirmi ancora adesso nelle varie mostre.

Ho incontrato in diverse occasioni anche il prof. Vittorio Sgarbi, la prima volta alla Biennale di Palermo, poi alla Galleria Farini di Bologna, successivamente in occasione dell’evento “Arte Salerno” a Palazzo Fruscione. Ma il ricordo più emozionante risale al 2015, quando fui da lui selezionata insieme a un piccolo gruppo per esporre una mia opera nelle sale del Teatro Politeama di Palermo, in occasione della rassegna “Panorama d’Italia”.

Durante una mostra nelle sale del Bramante, a Roma, c’è stato un affettuoso incontro con Paolo Levi, grazie al quale ho avuto l’onore di essere scelta per la rassegna “Fiera del Mediterraneo”; ciò mi ha consentito di esporre i miei lavori in un padiglione del Museo Paolo Levi (Palermo), insieme a pochi altri artisti.

Il primo incontro con il Conte Daniele Radini Tedeschi è avvenuto invece durante la mostra denominata “Artisti per il Giubileo” a Palazzo Maffei Marescotti, sede della Galleria “La Pigna” (Roma). Ho avuto poi modo di incontrarlo durante l’evento “Arte Firenze”, presso la Fortezza da Basso, a Firenze. In questa occasione, dopo aver visionato alcune mie opere astratte, il Conte ha apprezzato il mio stile, definendolo “Astrattismo pittorico”.

Alla Biennale di Barcellona e alla Galleria Espace Chistiane Peugeot di Parigi – dove mi è stato peraltro conferito un premio – ho avuto modo di parlare con il simpatico Josè Van Roy Dalì.

Infine, nel corso dell’evento Arte Salerno, ho potuto interfacciarmi con Federico Caloi, che ha elogiato il mio stile.

Quale messaggio vuole trasmettere al pubblico dei suoi estimatori, accorsi numerosi questa sera?

Vorrei dire loro che io cerco di dipingere riferendomi alle tematiche che più mi appassionano e mi coinvolgono emotivamente. Solo se riesco a emozionare chi osserva le mie opere e a trasmettere dei messaggi sento di aver raggiunto il mio obiettivo, quindi spero di riuscire a suscitare in loro dei sentimenti ogni volta che il loro sguardo si sofferma su una mia opera.

Bisogna credere nelle proprie passioni e nei propri sogni, impegnarsi e non mollare mai. Io ho avuto spesso molte incertezze, ma ho sempre continuato a inseguire un qualcosa che ancora non conosco bene…cms_7180/locandina.jpg

La mostra resterà aperta fino al 17 settembre presso il circolo culturale “L. Agnini” a San Giorgio Jonico(Ta).

Data:

12 Settembre 2017