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IMMIGRAZIONE, L’EMERGENZA INASCOLTATA DALL’UNIONE EUROPEA

Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un numero sempre più crescente di sbarchi sulle coste italiane. Questo ormai quotidiano accadimento è al centro di una discussione che rientra in un ventaglio di materie più ampie. Non di rado l’argomento di spiccata attualità viene affrontato come una mera descrizione di fatti, dove senza mezze misure si appoggia l’una o l’altra posizione.

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La verità è che la questione è estremamente delicata e richiede un’analisi approfondita e di larghe vedute. Iniziamo lo studio della situazione focalizzando l’attenzione sul motivo di questi massicci flussi migratori.

cms_639/PRIMA_Italiani_Emigranti.jpgMi precludo di lasciare ad altri l’esempio degli oltre 26milioni di Italiani che, tra il 1870 ed il 1970, in un tempo apparentemente vicino, ma in realtà lontano dal nostro, abbandonarono l’Italia in cerca di fortuna, con lo sguardo rivolto verso altri orizzonti in un periodo in cui vi è uno sbocciare di risorse e un’abbondante richiesta di manodopera.

cms_639/SECONDA_news_48577_emigrazione.jpgNon rispecchia i fatti, i modi di vivere e le differenti problematiche dei giorni nostri, in cui viene comunque da chiedersi cosa possa spingere una quantità così elevata di persone ad abbandonare la propria terra natia.

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La risposta è facilmente identificabile tramite l’osservazione di una mappa del pianeta che indica con accuratezza le zone di estrema povertà e di guerra. Salta all’occhio il fatto che i migranti provengono da Paesi che vivono situazioni di estremo degrado. Disagi spesso creati da un Occidente miope e dai cosiddetti portatori di una democrazia intesa in senso lato, attraverso l’accaparramento di risorse e la divisione del territorio. Ma sappiamo bene che in questo mondo fatto di ipocrisia e belle parole, i colpevoli sono bravi quanto gli struzzi a nascondere la testa sotto la sabbia. Oltretutto quando si parla di soldi non ci si prende la briga di guardare in faccia nessuno. Nemmeno chi è costretto a fuggire dalla morte e dal dolore.

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Forse più che di immigrazione, si dovrebbe parlare di evasione da luoghi inadatti a vivere una vita serena. Uomini, donne e bambini che scappano da una vita fatta di miseria e morte. Preferiscono affidarsi alla promessa dell’ignoto e alla speranza di un futuro diverso piuttosto che rassegnarsi alla tristezza di un’esistenza del genere.

cms_639/SESTA_barcone_immigrazione_(1).jpgSogni e speranze che diventano bottino dei trafficanti illegali creatori di un mercato di fuggitivi e morti dispersi nell’oscurità del mare. I dati affermano che la cifra dei migranti è arrivata alle stelle. La situazione è diventata ingestibile. Sottolineo il fatto che al di là delle continue e, talvolta infondate critiche razziste mosse contro gli italiani, l’Italia non si è tirata indietro davanti al problema. Da ammirare il gran cuore e la pazienza dei pescatori di Mazara Del vallo e di Lampedusa che per evitare il peggio prima dell’arrivo dei soccorritori, soccorrono i migranti senza essere ricompensati per il lavoro perso (una volta riportati i migranti a riva impiegano qualche giorno per sbrigare le pratiche burocratiche).

cms_639/SETTIMA_215231889-b8618a7c-76f9-4494-b8bd-ea60d50b2d4e.jpgA cui si aggiungono progetti come quello del medico chirurgo Giancarlo Ungaro che insieme ai suoi collaboratori ha deciso di offrire aiuto tramite una nave ospedale nel Mediterraneo e in zone particolarmente povere dell’Africa. Anche lo sforzo della costosa operazione “Mare Nostrum” il cui scopo stabilito è, oltre a quello di evitare ulteriori dispersi, la riduzione -attraverso atti volti a rafforzare la sicurezza e il controllo- del flusso migratorio.

cms_639/OTTAVA_700_dettaglio2_Alessandro-Pansa.jpgA tal proposito Giovanni Pinto, direttore dell’immigrazione della polizia delle frontiere, ha lanciato un allarme affermando la possibile partenza di 800.000 immigrati (cifra non certa) dalle Coste della Libia. Paese instabile e scosso dagli ultimi avvenimenti politici. E’ evidente che l’Italia non ha una disponibilità economica tale da consentirle di reagire da sola al problema.

cms_639/DECIMA_images_(2).jpgNonostante i numerosi interventi mirati, è consapevole del fatto che non può affrontare il tutto in completa solitudine. I centri di accoglienza sono al collasso, incapienti e insufficienti. L’Italia non può permettersi di chiedere ulteriori sacrifici agli italiani già esasperati dalla crisi e da profonde situazioni di malessere dovute alla disoccupazione, alla carenza di sussidi e alla mancanza di una pensione dignitosa. Non può e non deve creare una guerra tra poveri. L’Unione Europea deve assolutamente intervenire con l’idea di trovare un equilibrio e un sistema che consenta una distribuzione adeguata di fondi e di migranti.

cms_639/DECIMA_images_(1).jpgCi chiediamo comunque se questa triste fuga, non possa essere bloccata in altro modo. La soluzione ipotizzabile migliore -ma quasi impossibile da mettere in pratica-, è quella di ripristinare nei paesi di provenienza condizioni di vivibilità di pace e dignitose. Al di là di questo sogno utopistico, i paesi dell’Unione devono smetterla di lottare in modo indipendente in una corsa verso un’autonomia senza scrupoli.

cms_639/UNDICESIMApublic-immagine_unione_europea.jpgL’Unione sta mettendo a dura prova il buon cuore degli italiani che si sono frequentemente resi disponibili ad accogliere il prossimo. All’Italia è già stato chiesto troppo. Adesso tocca al resto dei membri dell’Unione Europea rendersi conto della portata dell’emergenza. Visto che ha lottato fino allo sfinimento per essere unita, se lo è nel nome, che lo sia anche nei fatti.

Data:

1 Giugno 2014