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Impeachment Trump in corso

A poche ore dalla primissima giornata dedicata alle elezioni primarie 2020, prevista per il 3 febbraio nello stato dell’Iowa, la difesa dell’attuale Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, continua a destreggiarsi magistralmente contro le accuse alla base del procedimento di impeachment avviato. “Volete cancellare la volontà del popolo espressa nell’ultima elezione. Volete strappargli le schede elettorali!” sostiene la difesa con fermezza, scagliandosi contro i democratici, tacciati di desiderare la rivalsa giudiziaria dopo la sconfitta del 2016. È evidente il tentativo dei difensori di far breccia su un’audience ben specifico: apparentemente, si potrebbe pensare che le parole spese in difesa di Donald Trump siano necessarie per portare il Senato (ricordiamo, a maggioranza repubblicana) a optare per una totale assoluzione; tuttavia il messaggio, trasmesso in presa diretta da tutti i giornali e da tutti i canali tv, è chiaramente rivolto all’opinione pubblica, soprattutto in vista delle attesissime presidenziali di novembre 2020. Così come riportato su La Repubblica, l’avvocato del Presidente ha affermato: “Vogliono perpetrare la più massiccia interferenza elettorale della storia americana e non possiamo accettare che ciò accada”.

Gli argomenti della difesa sembrerebbero più che validi contro i differenti capi di accusa: gli avvocati di Trump, infatti, fanno leva sull’assunto che il blocco agli aiuti militari non sia stato effettuato in cambio di un favore politico personale, bensì sulla base di un’accorata preoccupazione per la corruzione presente in Ucraina. Il Presidente degli Stati Uniti d’America, difatti, è accusato sia di abuso di potere, sia di ostruzionismo nei confronti del Congresso. Nel primo caso l’accusa è stanziata alla luce del ricatto perpetrato ai danni dell’Ucraina, il cui Presidente Volodymyr Zelensky è stato pressato, in cambio di aiuti militari, ad aprire un’indagine sul noto avversario politico di Trump, Joe Biden, e su suo figlio Hunter, membro del consiglio di amministrazione di Burisma Holdings, la più grande compagnia ucraina di gas naturale. Pressioni dirette sono state effettuate tramite telefonata dallo stesso Donald Trump, direttamente dalla Casa Bianca. Le denunce che ne son seguite dichiaravano che le azioni di Trump erano talmente tanto vergognose, che diversi funzionari della Casa Bianca hanno immediatamente tentato di nascondere la telefonata, provvedendo a trasferirne i contenuti in server top secret.

La forte difesa, però, potrebbe completamente crollare da un momento all’altro: le ultimissime rivelazioni rilasciate dal New York Times hanno lasciato intendere che il manoscritto di John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale, conterebbe una prova chiave inchiodante. Secondo quanto riportato dagli autori dell’articolo bomba, Bolton ha trasmesso una copia del suo libro alla divisione di gestione dei documenti del Consiglio di sicurezza nazionale per consentirne la revisione. L’ex consigliere per la sicurezza nazionale e il suo editore hanno però negato di aver concordato con alcun giornalista l’uscita in anteprima del libro. Pertanto, l’unica fonte in grado di trasferire concretamente il manoscritto alla redazione del New York Times non è nient’altri che qualcuno all’interno della stessa Casa Bianca. Qualunque possa essere il verdetto finale, non vi è ombra di dubbio sull’enorme influenza che tale vicenda sta avendo e avrà certamente sull’intero elettorato.

Data:

30 Gennaio 2020