“Il virus non avrebbe mai dovuto metter piede fuori dalla Cina” esordisce il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, durante una conferenza stampa tenutasi presso la Casa Bianca. Il discorso del tycoon però è immediatamente interrotto: alcuni spari da arma da fuoco echeggiano all’esterno dell’edificio. I servizi segreti entrano immediatamente in azione, scortando velocemente il Presidente nello studio ovale. “Tutto sotto controllo” afferma spavaldo lo stesso Trump a pochi minuti dal potenziale pericolo scampato. “Non ha paura?” è la domanda di una delle giornaliste interpellate, sorpresa di fronte al comportamento baldanzoso del Presidente, la cui risposta è stata: “Chi io? Mi vede forse impaurito? Mi sento al sicuro grazie ai servizi segreti che svolgono sempre un ottimo lavoro”.
Un approccio impeccabile quello del Presidente che ha tutti gli interessi a mantenere salda l’immagine dell’uomo forte che fino ad oggi è riuscito abilmente a costruire. A pochi mesi dalle presidenziali, infatti, Donald Trump si mostra ottimista, forte e implacabile: il Presidente crede fortemente in una possibile ripresa economica del Paese, affermando che vi siano tutte le basi necessarie per una ripresa a V, nella speranza di una crescita dell’almeno 20% del PIL nel terzo trimestre di quest’anno. Il Presidente, fiero, ricorda così tutti gli obiettivi che si è posto, tra cui il taglio delle tasse, in particolare la riduzione dell’imposta sui salari, promettendo di intervenire celermente su questo fronte. Non si lascia poi sfuggire l’occasione di rimarcare l’utilità che la costruzione del famigerato muro a confine con il Messico abbia avuto nell’arginare gli infetti al di là della barriera. Il discorso di Trump, prevalentemente centrato sul virus, si rivolge poi verso la descrizione di un possibile vaccino pronto entro la fine di quest’anno: “Dobbiamo smettere di politicizzare il virus e invece essere uniti nella nostra condanna, capire come questo virus sia arrivato qui in America e nel mondo”.
Il Presidente fa leva furbescamente su argomenti di grande interesse per la popolazione americana che bazzica con difficoltà durante questo arduo periodo di crisi internazionale. Una comunicazione efficace e a tratti provocatoria che sarà oggetto di ancor maggior cura in vista degli imminenti dibattiti televisivi. Un “cerchio magico” per Donald Trump che sembra aver incontrato il gruppo de “i fantastici quattro” al Bedminster Golf Club: il genero Jared Kushner, il direttore della campagna, Bill Stepien, il consigliere Jason Miller e l’ex-governatore del New Jersey, Chris Christie che giocò un ruolo fondamentale nella sconfitta ai danni di Hilary Clinton nel 2016. Quattro anni fa, infatti, Christie addestrò Trump durante alcune simulazioni dei dibattiti televisivi, ricoprendo il ruolo dell’allora avversaria Clinton e preparando così il tycoon a ribattere adeguatamente ai potenziali argomenti della sfidante. Che il team capeggiato da Christie possa essere cruciale anche quest’anno? Non ci resta che scoprirlo.