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IMPRESE OPERANTI NEL SETTORE DELL’INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE NEI PAESI OCSE

Sono cresciute del 133,45% tra il 2005 ed il 2022

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L’OCSE calcola il numero delle imprese operanti nel settore dell’informazione e comunicazione. Tale settore comprende anche le attività editoriali, audiovisive e radiotelevisive, le telecomunicazioni, i servizi informatici e altri servizi di informazione. I dati fanno riferimento ai paesi OCSE nel periodo tra il 2005 ed il 2022.

Imprese operanti nel settore dell’informazione e comunicazione nel 2022. I dati relativi alle imprese operanti nel settore dell’informazione e della comunicazione nei paesi OCSE per l’anno 2022 offrono uno spaccato interessante su come queste economie stanno sviluppando e sostenendo uno dei settori più cruciali e dinamici della moderna economia digitale. La Francia guida la classifica con 204.035 imprese attive, evidenziando il suo ruolo di primo piano nell’industria europea delle comunicazioni. Questo è il risultato di un forte sostegno governativo, infrastrutture avanzate e un mercato interno ampio e diversificato che favorisce l’innovazione e l’imprenditorialità nel settore tecnologico e delle comunicazioni. La Polonia segue da vicino con 193.231 imprese, un dato che sottolinea il rapido sviluppo tecnologico del paese e il suo ruolo emergente come hub tecnologico nell’Europa orientale. La presenza di una forza lavoro qualificata e di costi operativi relativamente bassi ha attratto numerose imprese del settore, favorendo un ecosistema vibrante e in crescita. La Germania, con 132.265 imprese, dimostra la solidità del suo settore delle comunicazioni, sostenuto da un’economia robusta e da una forte tradizione ingegneristica e tecnologica. La Germania è conosciuta per le sue rigorose norme di qualità e innovazione tecnologica, che si riflettono in un settore delle comunicazioni altamente sviluppato e competitivo. I Paesi Bassi e l’Italia seguono con 122.002 e 117.959 imprese rispettivamente. I Paesi Bassi beneficiano di un ambiente altamente favorevole all’innovazione, con eccellenti infrastrutture digitali e un’ottima qualità della vita che attraggono talenti da tutto il mondo. L’Italia, nonostante alcune sfide strutturali, mostra una forte presenza di piccole e medie imprese nel settore delle comunicazioni, alimentata da un mercato interno vivace e da un crescente interesse per le tecnologie digitali. La Spagna, con 75.326 imprese, mostra un settore in crescita, sostenuto da un aumento degli investimenti in tecnologie digitali e da una popolazione sempre più connessa. La digitalizzazione delle imprese spagnole sta accelerando, con un’attenzione particolare alla trasformazione digitale nel contesto del turismo e dei servizi. La Svezia (62.404 imprese) e la Repubblica Ceca (61.922 imprese) dimostrano come anche paesi di dimensioni medio-piccole possano avere un impatto significativo nel settore delle comunicazioni. La Svezia, con il suo forte focus sull’innovazione e l’eccellenza tecnologica, e la Repubblica Ceca, con un ambiente favorevole alle start-up, stanno entrambe contribuendo notevolmente all’ecosistema tecnologico europeo. L’Ungheria (59.719 imprese) e la Romania (59.379 imprese) sono esempi di paesi che stanno rapidamente recuperando terreno, grazie a politiche di incentivazione per le imprese tecnologiche e ad un crescente pool di talenti nel campo IT. Questi paesi stanno diventando destinazioni attraenti per gli investimenti nel settore delle comunicazioni. La Turchia, con 55.424 imprese, mostra una crescita significativa, riflettendo un’economia in rapida modernizzazione e un mercato interno dinamico. La Turchia ha investito pesantemente nelle infrastrutture digitali e nella formazione di una forza lavoro tecnologica per sostenere la crescita delle imprese di informazione e comunicazione. Paesi come il Belgio (45.945 imprese), la Slovacchia (31.427 imprese) e l’Austria (29.963 imprese) mantengono una presenza solida nel settore, beneficiando di una combinazione di infrastrutture avanzate, politiche di sostegno all’innovazione e un ambiente di business favorevole. Il Portogallo (29.326 imprese) e Israele (27.097 imprese) sono noti per i loro ecosistemi di start-up vivaci e per un forte focus sulla tecnologia e l’innovazione. In particolare, Israele è riconosciuto a livello globale come uno dei principali hub tecnologici, con una cultura imprenditoriale molto sviluppata e un forte sostegno alla ricerca e sviluppo. Grecia (21.989 imprese), Norvegia (21.046 imprese), Finlandia (20.967 imprese) e Danimarca (20.500 imprese) rappresentano paesi con economie ben sviluppate che stanno integrando sempre più le tecnologie digitali nei loro settori economici principali. La Finlandia e la Danimarca, in particolare, sono note per la loro alta qualità delle infrastrutture digitali e per politiche proattive nel sostenere l’innovazione. L’**Irlanda** (20.104 imprese) ha visto una crescita significativa nel settore delle comunicazioni grazie a un ambiente fiscale favorevole e alla presenza di numerose multinazionali tecnologiche. L’Irlanda è diventata un hub importante per le aziende di informazione e comunicazione in Europa. I paesi con numeri più bassi, come la Bulgaria (16.715 imprese), la Croazia (14.087 imprese), la Lituania (13.094 imprese), la Slovenia (11.830 imprese) e l’Estonia (11.794 imprese), mostrano comunque un forte potenziale di crescita. Questi paesi stanno investendo nelle loro infrastrutture digitali e stanno promuovendo politiche favorevoli alle start-up per attrarre investimenti e talenti. La Costa Rica (11.536 imprese), la Serbia (8.806 imprese) e la Lettonia (7.920 imprese) stanno emergendo come nuovi player nel settore delle comunicazioni, grazie a un crescente interesse per le tecnologie digitali e a politiche governative che incentivano l’innovazione e l’imprenditorialità. Infine, i paesi con i numeri più bassi, come la Svizzera (7.184 imprese), Cipro (3.741 imprese), il Lussemburgo (2.810 imprese), la Bosnia ed Erzegovina (2.753 imprese), Malta (2.677 imprese) e la Macedonia del Nord (2.594 imprese), riflettono economie più piccole ma con un significativo potenziale di sviluppo nel settore delle comunicazioni. Questi paesi possono trarre vantaggio da politiche mirate che incentivino la digitalizzazione e l’innovazione, migliorando le infrastrutture e creando un ambiente favorevole alle imprese tecnologiche.

Imprese operanti nel settore dell’informazione e comunicazione tra il 2005 ed il 2022. Negli ultimi anni, il settore dell’informazione e comunicazione ha visto una crescita impressionante in molti paesi, come mostrato dai dati relativi al periodo 2005-2022. Questa espansione può essere attribuita a vari fattori, tra cui l’innovazione tecnologica, l’aumento dell’accesso a internet e l’adozione di nuove tecnologie da parte delle imprese e dei consumatori. Analizziamo i dati forniti per ciascun paese per comprendere meglio queste dinamiche. Tra i paesi con la crescita più alta in termini percentuali, la Slovacchia guida la classifica con un incredibile aumento del 1432,28%. Questo straordinario incremento, da 2.051 a 31.427 imprese, può essere spiegato da una serie di politiche governative volte a incentivare l’innovazione e a supportare le start-up tecnologiche. Inoltre, la Slovacchia ha beneficiato di un ambiente favorevole per gli investimenti esteri nel settore ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione). Cipro, con un aumento del 706,25%, ed Estonia, con una crescita del 701,77%, mostrano trend simili. Questi paesi hanno implementato strategie efficaci per attrarre imprese tecnologiche e migliorare la loro infrastruttura digitale. L’Estonia, in particolare, è nota per le sue avanzate soluzioni di e-government, che hanno facilitato lo sviluppo del settore ICT. Anche la Lituania ha registrato una crescita significativa del 578,80%, passando da 1.929 a 13.094 imprese. L’adozione di politiche favorevoli alle imprese e un focus sull’educazione tecnologica hanno contribuito a questa espansione. I Paesi Bassi e la Polonia hanno visto una notevole crescita assoluta e percentuale delle loro imprese nel settore dell’informazione e comunicazione. Nei Paesi Bassi, il numero di imprese è aumentato del 436,74%, passando da 22.730 a 122.002. Questo aumento è il risultato di un forte ecosistema tecnologico, sostenuto da politiche di innovazione e un ambiente economico stabile. La Polonia ha registrato un incremento del 419,69%, con un salto da 37.182 a 193.231 imprese. L’ingresso della Polonia nell’Unione Europea e i conseguenti flussi di investimenti e fondi strutturali hanno giocato un ruolo cruciale. Inoltre, la Polonia ha sviluppato un solido settore delle start-up, con numerosi incubatori e acceleratori che supportano le nuove imprese tecnologiche. La crescita delle imprese nel settore ICT è stata robusta anche in altri paesi. L’Irlanda, con un aumento del 291,13%, ha consolidato la sua posizione come hub tecnologico europeo, attirando multinazionali e investimenti esteri grazie a una tassazione favorevole e un’alta concentrazione di competenze tecniche. In Romania e Bulgaria, rispettivamente con una crescita del 275,53% e 235,44%, si osserva un trend di crescita sostenuta, grazie all’abbondanza di manodopera qualificata e costi operativi relativamente bassi. Questi paesi stanno diventando sempre più attraenti per le aziende che cercano di delocalizzare o espandere le loro operazioni in Europa. In paesi come la Francia e la Germania, la crescita è stata più moderata in termini percentuali, ma comunque significativa in termini assoluti. La Francia ha visto un aumento del 128,81%, da 89.173 a 204.035 imprese. Questo può essere attribuito alle politiche governative a favore dell’innovazione e al supporto alle start-up tecnologiche, come dimostrato dall’iniziativa French Tech. In Germania, l’incremento è stato del 48,53%, passando da 89.050 a 132.265 imprese. Sebbene questa percentuale sia inferiore rispetto ad altri paesi, il numero assoluto di nuove imprese rimane considerevole. La Germania continua a essere un leader tecnologico in Europa, con un forte focus sulla ricerca e sviluppo e un ecosistema innovativo ben supportato. Alcuni paesi, come l’Italia e la Svezia, hanno registrato crescite più lente nel settore dell’informazione e comunicazione. L’Italia ha visto un aumento del 19,33%, con il numero di imprese che è salito da 98.847 a 117.959. Questo potrebbe essere dovuto a una serie di fattori, tra cui un ambiente normativo più complesso e una minore propensione all’innovazione rispetto ad altri paesi europei. La Svezia, con una crescita del 46,59%, è un altro esempio di crescita più lenta. Nonostante la sua reputazione come paese tecnologicamente avanzato, la saturazione del mercato e le sfide normative potrebbero aver limitato una crescita più rapida. In sintesi, il settore dell’informazione e comunicazione ha visto una crescita diffusa e significativa tra il 2005 e il 2022, con variazioni notevoli tra i diversi paesi. La Slovacchia, Cipro, Estonia e Lituania sono esempi di paesi che hanno registrato una crescita eccezionale, grazie a politiche favorevoli, innovazione e investimenti. I Paesi Bassi e la Polonia si distinguono per la loro imponente crescita assoluta e percentuale, beneficiando di forti ecosistemi tecnologici e sostegno istituzionale. Anche se paesi come la Francia e la Germania hanno avuto crescite più moderate in termini percentuali, il loro contributo assoluto rimane significativo. D’altra parte, paesi come l’Italia e la Svezia hanno mostrato crescite più lente, indicando la necessità di ulteriori riforme per stimolare l’innovazione e la competitività nel settore ICT. Questi dati evidenziano l’importanza di un ambiente politico ed economico favorevole per sostenere la crescita delle imprese nel settore dell’informazione e comunicazione.

Politiche economiche per lo sviluppo delle imprese nel settore dell’informazione e comunicazione nei paesi OCSE.  Le politiche economiche per lo sviluppo delle imprese nel settore dell’informazione e comunicazione (ICT) nei paesi dell’OCSE rivestono un ruolo cruciale nel promuovere la crescita economica e l’innovazione tecnologica. L’ICT è un settore strategico che contribuisce significativamente alla produttività e alla competitività delle economie moderne. Di seguito esploreremo le principali politiche economiche adottate dai paesi OCSE per sostenere e potenziare questo settore, focalizzandoci su incentivi fiscali, investimenti in infrastrutture, formazione e competenze, e sostegno all’innovazione e alla ricerca.Molti paesi dell’OCSE adottano incentivi fiscali per stimolare gli investimenti nel settore ICT. Questi incentivi possono includere crediti d’imposta per la ricerca e sviluppo (R&S), deduzioni fiscali per gli investimenti in nuove tecnologie e agevolazioni per le start-up tecnologiche. Ad esempio, il Regno Unito offre il “Research and Development Tax Relief”, che consente alle imprese di ridurre le loro imposte in proporzione alle spese in R&S. Allo stesso modo, la Francia ha il “Crédit d’Impôt Recherche” (CIR), un incentivo fiscale per le spese di ricerca. Questi strumenti fiscali non solo riducono il costo degli investimenti in nuove tecnologie, ma incentivano anche le aziende a intraprendere progetti di ricerca che possono portare a innovazioni dirompenti.Un’infrastruttura ICT robusta è fondamentale per lo sviluppo del settore. I paesi dell’OCSE investono pesantemente in reti di telecomunicazione avanzate, come la banda larga ad alta velocità e le reti 5G. Questi investimenti sono spesso sostenuti da partenariati pubblico-privato per garantire che le infrastrutture siano all’altezza delle esigenze delle imprese moderne. La Corea del Sud, ad esempio, è leader mondiale nell’adozione del 5G, grazie a un piano nazionale che ha promosso investimenti massicci in questa tecnologia. Una rete di telecomunicazione avanzata facilita non solo la connettività aziendale ma anche lo sviluppo di nuove applicazioni e servizi digitali.La formazione e lo sviluppo delle competenze sono cruciali per sostenere l’innovazione nel settore ICT. I paesi OCSE promuovono programmi educativi e di formazione per garantire che la forza lavoro sia adeguatamente preparata per le sfide del futuro digitale. Questo include l’integrazione delle competenze digitali nei curricoli scolastici, nonché programmi di formazione professionale e continua. Ad esempio, la Germania ha il programma “Digitalpakt Schule”, che investe nella digitalizzazione delle scuole e nella formazione dei docenti. Inoltre, programmi di riqualificazione e aggiornamento professionale aiutano i lavoratori a mantenere le loro competenze rilevanti in un mercato del lavoro in rapida evoluzione.Il sostegno all’innovazione e alla ricerca è un altro pilastro delle politiche economiche per il settore ICT. I governi dell’OCSE finanziano programmi di ricerca e sviluppo, collaborazioni tra università e industria, e incubatori di start-up per stimolare l’innovazione. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno la “Small Business Innovation Research” (SBIR) e il “Small Business Technology Transfer” (STTR), programmi che forniscono finanziamenti alle piccole imprese per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative. Inoltre, la promozione di ecosistemi di innovazione, come parchi tecnologici e cluster industriali, facilita la collaborazione tra aziende, università e centri di ricerca, accelerando il trasferimento tecnologico e l’adozione di nuove tecnologie. Per sostenere le imprese ICT, è essenziale garantire un accesso equo e aperto ai mercati nazionali e internazionali. Le politiche di liberalizzazione del commercio e la riduzione delle barriere tariffarie e non tariffarie facilitano l’espansione delle imprese ICT sui mercati globali. Gli accordi di libero scambio e le normative armonizzate tra i paesi OCSE promuovono la concorrenza e l’innovazione, permettendo alle imprese di raggiungere nuovi clienti e di sfruttare le economie di scala. L’Unione Europea, ad esempio, ha creato il Mercato Unico Digitale per rimuovere le barriere tra gli Stati membri, facilitando il commercio di beni e servizi digitali.L’accesso al capitale è cruciale per le imprese ICT, specialmente per le start-up e le piccole e medie imprese (PMI). I paesi OCSE offrono varie forme di supporto finanziario, tra cui sovvenzioni, prestiti agevolati e garanzie sui prestiti. Inoltre, promuovono il venture capital e il private equity per fornire finanziamenti alle imprese in fase di crescita. Israele, spesso definito la “Start-Up Nation”, è un esempio notevole di come il supporto governativo e un ecosistema di venture capital ben sviluppato possano stimolare un fiorente settore tecnologico. Il governo israeliano offre vari incentivi finanziari e supporto per la ricerca, rendendo il paese un hub di innovazione tecnologica.Un quadro normativo favorevole è essenziale per lo sviluppo del settore ICT. I paesi OCSE lavorano per creare regolamentazioni che promuovano l’innovazione senza soffocare la concorrenza. Questo include la protezione della proprietà intellettuale, la sicurezza dei dati, e la regolamentazione delle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale e l’Internet delle Cose (IoT). Ad esempio, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea stabilisce standard rigorosi per la protezione dei dati personali, garantendo al contempo un mercato digitale sicuro e affidabile.La collaborazione internazionale è fondamentale per affrontare le sfide globali e promuovere l’innovazione nel settore ICT. I paesi OCSE partecipano a vari consorzi internazionali e programmi di cooperazione per la ricerca e lo sviluppo tecnologico. La partecipazione a programmi come Horizon Europe, il programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea, permette ai paesi membri di collaborare su progetti di ricerca avanzata e di condividere conoscenze e risorse.Infine, le politiche economiche per il settore ICT nei paesi OCSE devono anche affrontare la questione dell’inclusione digitale. Garantire che tutti i cittadini abbiano accesso alle tecnologie digitali è essenziale per una crescita economica equa e sostenibile. Questo include iniziative per ridurre il divario digitale, fornire accesso alla banda larga nelle aree rurali e marginalizzate, e promuovere l’alfabetizzazione digitale tra tutte le fasce della popolazione. Programmi come il “Digital Inclusion Fund” nel Regno Unito finanziano progetti che mirano a portare la connettività e le competenze digitali a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro posizione geografica o dal loro background socioeconomico.In sintesi, le politiche economiche per lo sviluppo delle imprese nel settore dell’informazione e comunicazione nei paesi OCSE sono molteplici e diversificate. Includono incentivi fiscali, investimenti in infrastrutture, formazione e sviluppo delle competenze, sostegno all’innovazione e alla ricerca, politiche di accesso ai mercati, supporto finanziario, regolamentazione favorevole, collaborazione internazionale e iniziative per l’inclusione digitale. Queste politiche, se ben implementate, possono creare un ambiente propizio per la crescita e l’innovazione, rendendo il settore ICT un motore di sviluppo economico e progresso tecnologico nei paesi dell’OCSE.

Conclusioni. Le imprese operanti nel settore dell’informazione e comunicazione sono cresciute del 133,45% tra il 2005 ed il 2022. I paesi che hanno vissuto una crescita significativa del numero delle imprese nel settore dell’informazione e comunicazione sono: Repubblica Slovacca con +1432,28%, Cipro con 706,25%, Estonia con +701,77%. Vi sono anche dei paesi nei quali le imprese operanti nel settore dell’informazione e comunicazione hanno avuto una bassa crescita come per esempio Germania con +48,53%, Svezia con 46,59%, Italia con 19,33%.

Data:

19 Giugno 2024