(Adnkronos) – Le forze speciali israeliane, negli ultimi mesi, hanno condotto brevi blitz in territorio libanese che hanno visto anche incursioni all’interno dei tunnel di Hezbollah. Lo rivela il Wall Street Journal, secondo cui i raid mirati che hanno decapitato la catena di comando di Hezbollah potrebbero essere il preludio a un’operazione di più ampia portata – piuttosto che una vera e propria offensiva di terra – che potrebbe scattare già questa settimana. Il quotidiano, tuttavia, sottolinea come i tempi delle operazioni potrebbero cambiare, date le forti pressioni degli Stati Uniti sullo Stato ebraico. Funzionari americani hanno confermato che forze israeliane hanno condotto operazioni speciali in territorio libanese nei pressi del confine tra i due Paesi. Un funzionario ha descritto questi blitz alla Cnn come “molto precisi, molto mirati, molto brevi”, del tipo “entri, esci” per colpire specifici obiettivi di Hezbollah. I funzionari americani non ritengono queste operazioni israeliane come incursioni di terra, sebbene continuino a prepararsi alla possibilità che potrebbe verificarsi nei prossimi giorni. Secondo quanto ha riferito al Washington Post un funzionario degli Stati Uniti, Tel Aviv ha informato Washington che una “limitata” operazione di terra in Libano è imminente, precisando che lo Stato ebraico ritiene che la nuova campagna possa essere su scala ridotta rispetto alla guerra con Hezbollah del 2006 e concentrarsi sullo smantellamento delle infrastrutture militari del gruppo libanese lungo il confine così da consentire il ritorno delle comunità israeliane sfollate nelle loro abitazioni. La rete di tunnel di Hezbollah è lunga complessivamente diverse centinaia di chilometri, secondo quanto riferito dall’esperto Tal Beeri al Times of Israel. Hezbollah ha anche scavato tunnel che portano direttamente in Israele, ma quei tunnel tattici furono rivelati e distrutti dalle Idf nell’operazione ‘Scudo del Nord’ del gennaio 2019, secondo Beeri. Intanto secondo quanto scrive il Financial Times è stata la guerra civile in Siria ad aprire la strada a una penetrazione in Hezbollah da parte dell’intelligence di Israele. Il conflitto ha creato una opportunità unica, in cui Israele ha potuto fare leva sulla sua superiorità tecnologica e ottenere informazioni estensive, rimodellare il suo approccio strategico mantenendo una posizione vigilante contro potenziali minacce. Gli operativi di Hezbollah sono stati costretti a esporsi durante la guerra in Siria, condividendo informazioni con i corrotti servizi di intelligence di Assad o con le agenzie russe che sono sotto la costante sorveglianza degli americani, ha spiegato un esponente politico libanese. In seguito alla guerra del 2006, Israele aveva comunque ricalibrato la sua strategia di intelligence per Hezbollah, una svolta potenziata dalle nuove tecnologie, fra cui satelliti droni avanzati e capacità di penetrare nei telefonini, trasformandoli in dispositivi di ascolto. E’ quindi emerso, con il dispiegamento di Hezbollah in Siria al fianco delle forze di Assad, un quadro più dettagliato dell’organizzazione, con dettagli sui ruoli e le responsabilità all’interno del ‘Partito di Dio’. Una volta individuati gli operativi, i loro comportamenti quotidiani sono stati inseriti in un data base, con i dati dei mezzi che usavano, i luoghi che frequentavano, e anche i telefonini delle loro mogli. Anche le voci degli operativi registrate sono state sfruttate da Israele. Una qualsiasi deviazione dalla norma, allertava gli israeliani, consentendo loro di valutare la possibilità di un attacco in vista. Israele ha definito negli ultimi anni una tecnica che ha consentito, in modo intermittente, di individuare i siti in cui si nascondeva Nasrallah. Nei primi mesi del conflitto, Israele si è concentrata sugli operativi di medio livello. Pe poi fare all’improvviso il salto ai vertici. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Data:
30 Settembre 2024