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INCLUSIVITÀ TRA SOGNO E REALTÀ

cms_30302/00.jpgIl volume “Disabilità e inclusione sociale: una sfida comune.

Racconto di una madre”, inserito nella collana di Ricerche Pedagogiche della casa editrice Edizioni dal Sud, è il frutto di un lungo lavoro di elaborazione e impegno sociale che va avanti da 35 anni, ovvero da quel lontano 1987, quando nacque mio figlio ed io e mio marito entrammo nel turbolento mondo della disabilità.

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cms_30302/foto_1.jpgQuesto libro, per i suoi contenuti, è considerato uno strumento formativo da inserire nella “cassetta degli attrezzi” di insegnanti, educatori, operatori sociosanitari, studenti e famiglie. È scritto con un linguaggio semplice pur trattando aspetti tecnici anche complessi, perché l’obiettivo è renderlo accessibile a tutti e non solo agli addetti ai lavori. Dalla pubblicazione, avvenuta nel marzo 2021, continuano incessanti in tutta la Puglia e anche fuori gli incontri promossi e organizzati da Associazioni, Amministrazioni Comunali, Scuole, Enti di Formazione.

Ogni iniziativa è occasione di confronto, di proposte, di idee, ma è anche un modo per far emergere le tante criticità che ancora oggi attanagliano chi vive la disabilità; ascoltando alcune testimonianze, sembra quasi essere fermi a 35 anni fa quando da giovane mamma cominciai a scontrarmi con la burocrazia, il pregiudizio, la carenza di servizi adeguati, la violazione dei diritti fondamentali.

E seppur l’Italia può vantare una eccellente produzione normativa in materia di inclusione e di servizi per le persone con disabilità, sono ancora molte le criticità da superare, motivo per il quale sarebbe opportuno che il legislatore intervenisse su alcuni temi, come ad esempio:

– il diritto al lavoro, che per i più resta solo una norma di legge mai applicata;

– la formazione con tirocinio pratico e successivo inserimento lavorativo;

– l’accessibilità e la mobilità. Quanti mezzi di trasporto sono adeguati a consentire gli spostamenti? Laddove c’è il trasporto pubblico è necessario adeguarlo, ma se hai la sfortuna di abitare in un piccolo paese di provincia il problema neanche si pone perché il trasporto pubblico non esiste e ognuno si arrangia come può;

– l’accessibilità dei nostri centri urbani discrimina la persona con disabilità perché è quasi impossibile muoversi in piena autonomia per le vie cittadine, l’invito è provare per verificare quanto sia faticoso e pericoloso;

– il bisogno di socializzazione è un bisogno primario che ogni individuo deve poter soddisfare. Nella piramide dei bisogni umani elaborata da Maslow, il soddisfacimento di questo bisogno è essenziale per la salute fisica e per sviluppare il potenziale umano. Per una persona con disabilità, non è così scontato. Molti genitori vorrebbero allungare la permanenza nella scuola dei propri figli il più possibile perché non ci sono alternative extrascolastiche;

– il diritto allo studio non è tale se insegnanti di sostegno, educatori e OSS, non sono assegnati in funzione delle esigenze di ogni studente e in numero adeguato agli studenti presenti in ogni scuola;

– il diritto allo studio è anche un sistema di trasporto pubblico che consente di frequentare una scuola e/o l’Università fuori dal proprio Comune di residenza;

– una società che vuole promuovere il benessere dei suoi cittadini non può lasciare il carico di cura sui caregiver che troppo spesso sono gli stessi familiari. Nelle situazioni di gravi forme di disabilità, il caregiver è una persona agli arresti domiciliari senza aver commesso alcun reato;

– i Piani Sociali di Zona, previsti dalla legge 328.2000, sono uno strumento di programmazione importante solo se costruiti attraverso i percorsi partecipati e il lavoro di rete, diversamente sono il copia incolla di interventi e servizi non corrispondenti alla realtà.

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L’elenco, breve per esigenze pratiche e ben lungi dal poter essere esaustivo, è una piccola rappresentazione delle criticità che quotidianamente vive una persona con disabilità. Per affrontare la questione in modo appropriato è necessario informare, formare, sensibilizzare e poi costruire un solido network sociale che parta dal basso, ovvero dai cittadini, dalle associazioni, dalle famiglie, dagli operatori, dalla scuola. Bisogna rendere competente una comunità, perché se è vero che i fondi economici sono pochi, spenderli male ce ne farà avere sempre meno e con servizi non adeguati ai bisogni delle persone.

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Con Leonardo Bianchi, Ivano De Luca e tanti altri/e amici e professionisti, stiamo provando a costruire questo percorso inclusivo di comunità. È una sfida, è una utopia ma a portata di mano se ognuno di noi la sentirà sua, come se stesse giocando la partita per difendere la dignità e i diritti della sua persona.

Data:

29 Aprile 2023