Sempre più spesso accade che, avendo cambiato numero telefonico, avendo perso l’agenda personale o avendo dimenticato i nomi di persone incontrate casualmente, degli stessi se ne perdono le tracce. Ci restano solamente dei ricordi e ci rassegniamo archiviando questi personaggi.
Quello che sto per raccontarvi avrebbe dell’incredibile. Alcuni anni fa, nel salone delle feste di un noto albergo milanese, si festeggiavano i 20 anni di una testata giornalistica di attualità&gossip. Il parterre era affollato da moltissimi personaggi noti dello show-biz internazionale. Per l’occasione una marea di artisti offrivano esibizioni per beneficenza. Quale migliore occasione per tirarne fuori un bel servizio fotografico?
In compagnia di altri colleghi, tra calca e spintoni, cercavo di immortalare i vips di turno in atteggiamenti poco edificanti.
Anche se poco elegante, ce lo impone il nostro mestiere. Ad un tratto mi accorgo che sul palco si stia esibendo, in un numero di “burlesque”, una giovane e splendida fanciulla che con eleganza e sinuosità riusciva ad attrarre l’attenzione degli astanti. Dalle movenze e dai tratti somatici avrebbe potuto essere una ballerina di scuola francese. Non avendola mai vista prima cercai di conoscerla di persona. Avvicinai il presentatore, volto noto delle reti mediaset, che a mala pena mi disse il suo nome: “lady Marilù”. Avvicinarla mi risultò impossibile in quanto la stessa era circondata da uomini importanti che con fare molto interessato, avrebbero voluto brindare con lei sino a quando la vidi scomparire nei meandri dei camerini in compagnia di intervistatori e cameramen Rai. Mi ritirai in buon ordine e continuai a fare il mio lavoro. Il tarlo della curiosità mi rodeva sino a quando un giovanissimo collega meridionale, Carlo Sacco, corrispondente di radio Italia, mi riconobbe e mi fu di grande aiuto. Raccontò che l’artista in questione era meridionale, come noi, in quanto nativa di Polignano a mare. La questione si fece interessante. Pur ripromettendomi di contattarla al più presto la persi di vista e persi pure il recapito telefonico del collega Sacco. Dopo qualche mese rivedo lady Marilù in qualità di ospite in diversi programmi televisivi nazionali sino a ritrovarla protagonista nel rotocalco d’inchiesta “Lucignolo” su Italia 1. Sono contento per lei, pensai, ma a causa del mio lavoro mi astenni dal cercarla pur conservando il recondito desiderio di conoscerla personalmente.
Gli anni passano, anzi volano e, a distanza di anni, mi ritrovo in Puglia, mio luogo di nascita, per un servizio su Castel del Monte. Durante il break gli operatori locali mi portano a pranzo in un locale, a Corato, che si chiama: “I Fratacchioni…quel che passa il convento”. Un ambientino conventuale alternativo e niente male. Ho l’impressione di essere entrato in una piccola abbazia. Sulle pareti vi sono altarini con foto di attori celebri tutti in abiti monastici. Al tintinnio di una campana mi si avvicina un personaggio vestito da frate che dopo aver fatto finta di prendere l’ordinazione, mi sorride e mi consiglia di accettare quel che ha preparato la “suora” addetta in cucina. Diversamente rischierei di restare a digiuno.Provo a chiedere delucidazioni ma tutti gli altri avventori, con i loro sguardi, sembrano volermi comunicare di reggere il gioco.
Effettivamente sul tavolo a noi riservato fanno bella mostra ostie, uova sode, olive in acqua, tranci di pizza di patata, pane affettato, pomodorini e olio d’oliva coratino, sicuramente il migliore d’Italia.Assaggio il vino della casa che trovo incredibilmente ottimo e mi ritrovo un fumante primo a base di pasta e legumi accompagnato da polpette di pane affogate nel sugo. Vere leccornie preparate in purezza, che non assaporavo da tempo immemorabile. La vera cucina mediterranea dei nostri nonni. Dopo la tortina fatta in casa e la frutta mi viene servito “l’erbacchione” un digestivo di loro produzione che mi costringe a chiederne il bis.
Sorpresa finale il costo di questo pasto. Pro capite, tutto questo ben di Dio, ci costa meno di una pizza & birra in una pizzeria periferica.Il posto mi piace e la clientela ancor di più. Vorrei conoscere l’inventore di questa “splendida follia culinaria” e, quando mi appare uno dei soci, riconosco il giornalista C. Sacco che non rivedevo da anni. Si accomoda al nostro tavolo, ci ripropone un ulteriore cicchetto di erbacchione prodotto dai frati e mi racconta le sue vicende. Pur avendo fatto carriera come corrispondente di Telenorba, ha creduto opportuno collaborare con questo localino riservato a pochi peccatori” del gusto. Una vera riscoperta degli antichi sapori mediterranei.
Risentendo la sua voce impostata mi tornano in mente le informazioni che ebbe a darmi anni prima sulla danceuse lady Marilù. Non avendola mai dimenticata chiedo al collega dove, come e quando poterla incontrare per rivederla e intervistarla. Carlo si illumina di un sorriso complice ed esordisce dicendo: ”…So che non mi crederai ma i casi della vita, spesso, appaiono paradossali. Curiosamente anche Marilù ha un locale a pochi chilometri da me, più precisamente a Conversano. Ti lascio volentieri il suo indirizzo e sono certo che le farai un bel servizio…”Una semplice casualità? Assolutamente no! Secondo le teorie investigative della celebre autrice Agatha Christie, più indizi fanno una prova ed io da cronista di gossip cercherò assolutamente d’incontrarla.Ora, cara Lady Marilù, so dove trovarti, per la gioia dei miei occhi e per quelli dei nostri lettori.