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INQUINAMENTO VIBRAZIONALE

“Volete un consiglio? Non diciamo più «tutto sta per crollare» ma diciamo – ed è vero – «tutto è già crollato». Vi accorgerete che è molto più interessante e lieto considerarsi costruttori di un domani nuovo che difensori di un passato ormai vecchio e compromesso.”

Queste parole di Carlo Carretto, religioso italiano e autore di numerosi libri, mi hanno particolarmente toccata.

Siamo tutti consapevoli delle sfide che sta affrontando l’umanità, sotto molti punti di vista.

È facile e scontato cedere alla paura, all’ansia oppure ergersi a maestri e giudici, sentenziando su chi siano i buoni e chi i cattivi.

Aldilà del fatto che questo atteggiamento è perfettamente inutile, anzi dannoso, va anche detto che un tale modo di agire è tipico di una mentalità dualistica.

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In questo momento tutti parlano, tutti sentenziano, tutti dicono il loro punto di vista ma nessuno può pretendere di possedere la verità assoluta e di offrirla ad altri come tale. Nessuno è un esperto. Dobbiamo ascoltare noi stessi, comprese le nostre paure, i nostri dubbi, la nostra ansia e metterci umilmente sotto la luce di Dio. È lui che ci salverà e ci permetterà di fare il salto quantico

Attenzione, quando parlo di Dio non mi riferisco alla religione: Dio è l’altro nome della consapevolezza, è la coscienza di essere uno col tutto, particella creata della stessa sostanza del Creatore.

Abbiamo scelto noi di essere qui, in questo tempo e in questa situazione, per fare l’ESPERIENZA che ci permetterà di progredire spiritualmente. Non siamo qui per caso e, proprio per questo, possiamo affrontare qualunque cosa. Dio ci ha sostenuti fino ad oggi: pensate che ci abbandonerà proprio ora? Ma non esiste proprio!

In questo momento c’è tanta confusione, una confusione che è prima di tutto dentro le persone: per questo si litiga, non ci si capisce, ci si arrabbia. Questo non è nient’altro che nutrimento che offriamo al “nemico”. Sono piccole guerre che chiamano grandi guerre e che portano con sé perdita di energia e abbassamento delle vibrazioni.

Quali vibrazioni stiamo producendo in questo momento? Come ci sentiamo? Che cosa trasmettiamo alle persone a noi vicine e, di riflesso, a tutte le persone del mondo?

Certo, negare l’evidenza sarebbe assurdo e controproducente tuttavia qual è la cosa migliore da fare in questo momento? Lasciarsi andare alla disperazione? Litigare tra noi per determinare chi ha ragione? Imporre le proprie personali convinzioni o previsioni? Oppure non è forse meglio restare uniti, confrontarsi e trovare insieme una soluzione?

Da che il mondo esiste, ci sono sempre stati eventi che lo hanno sconvolto ma la storia dimostra che le civiltà e i popoli che hanno superato tali – a volte disastrose – prove sono quelle che sono rimaste unite, che non hanno perso la loro umanità e che hanno affrontato il passaggio mano nella mano con Dio. Ovvero nella consapevolezza della loro intrinseca divinità, che li pone al disopra di tutte le cose.

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Questa tensione deve essere usata in maniera positiva, affinché non faccia del male né a noi stessi né al prossimo. Deve essere COSTRUTTIVA.

Principio valido per qualunque situazione di sofferenza, che sia personale o collettiva, politica, sociale o ambientale.

Il nocciolo del problema è il nostro attaccamento al passato, alla volontà di trattenere ciò che non ha più senso di esistere.

Difendere delle ideologie che non hanno più ragion d’essere è assolutamente autodistruttivo.

Il mondo è come un figlio: deve crescere ed evolversi. Non può rimanere piccolo solo perché questo ci dà sicurezza: dobbiamo lasciarlo andare.

Ciò che viviamo collettivamente e personalmente non è frutto delle azioni compiute ma dei pensieri avuti. Perché, ricordiamolo, la forma pensiero esiste.

La paura non è un’idea ma un’emozione a cui diamo nutrimento. Non è qualcosa che esiste a prescindere.

Ad esempio, posso aver paura dell’acqua perché questo è frutto di una esperienza personale che non ho superato. Ma l’acqua, in se stessa, non ha nulla di pericoloso: è il mio modo di rapportarmi con essa cha fa la differenza. La paura nasce quindi da un’esperienza negativa a cui non ho dato facoltà di redenzione.

Viviamo un tempo in cui tutta l’umanità – e ciascuno in particolare – è messo di fronte alle proprie paure ataviche.

Stanno emergendo i conflitti non risolti, si stanno sciogliendo come neve al sole le certezze che non avevano fondamenta solide e le persone si sentono perse, confuse. Nulla è più come prima.

Non è un male, questo, anzi.

Dirò di più: nulla sarà mai più come prima. Fatevene una ragione e prima lo accetterete, prima ne verrete fuori.

“Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini! (…) E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose»; e soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci.”
(Apocalisse 21, 1.3-5)

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Per avere un mondo nuovo, un mondo migliore, bisogna lasciar andare il vecchio.

Taglia e cuci non sono previsti.

L’umanità deve crescere, deve evolversi e prendere le distanze dal dualismo che la contraddistingue.

Dobbiamo ascoltare di più la nostra coscienza, la nostra anima che sa più di quanto siamo in grado di comprendere.

Dobbiamo far sì che tutte queste forze centrifughe oggi in atto, diventino non più i nostri padroni ma i nostri servi.

È arrivata l’ora della verità in cui scopriremo chi siamo davvero e di cosa abbiamo vissuto finora.

Emergeranno i fantasmi dalle tenebre e gli scheletri usciranno dagli armadi in cui li abbiamo relegati. Non abbiate paura, anime valorose! Guardateli in faccia e dialogateci: scoprirete che sono solo dei fantocci. Ma finché volterete loro le spalle, essi vi inseguiranno rendendovi la vita impossibile.

Per continuare il nostro cammino di consapevolezza dobbiamo abbandonare le scarpe che abbiamo portato finora e che, per quanto belle, ci stanno ormai troppo strette.

Il giro di vite che ciascuno sperimenta nella propria esistenza ha lo scopo di metterlo, una volta per tutte, dinanzi alle proprie paure per affrontare e vincerle.

È nel periodo di magra che si vede il valore di un uomo e le cicatrici della nostra anima, si trasformeranno in medaglie al valore.

Il dolore è un maestro che ci insegna a combattere e a non avere più paura. Ma una volta vinta la paura, il maestro non ha più senso di esistere.

Quanto volete duri questa scuola? Dipende solo da voi.

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Data:

26 Febbraio 2022