Nel linguaggio comune la comunicazione dovrebbe costruire dei ponti, attenendosi alla realtà senza alcuna distorsione. La dottrina sociale della Chiesa avanza su questa strada, cercando sempre più di cooperare in nome di un solo obiettivo: la verità. Nell’incontro, tenutosi nella giornata di ieri, con il Consorzio Internazionale dei Media Cattolici il Pontefice affronta alcuni nodi essenziali sul fare informazione in tempi di pandemia. Nel lungo discorso di Francesco c’è spazio anche per ricordare un altro grande Pontefice, Paolo VI, che in tempi difficili, di rivoluzioni e di rivolte, aveva un’idea ben definita a tal proposito: “L’eccellenza del compito dell’informatore consiste non soltanto nel rilevare ciò che è immediatamente riscontrabile, ma anche nel cercare elementi di inquadramento”.
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Questa affermazione ci fa comprendere come non esistano verità parziali o verità manipolate: il compito del comunicatore è quello di arrivare a fare informazione evidenziando quelli che sono gli aspetti cruciali di una storia in modo trasparente. L’invito di Bergoglio “nell’essere insieme per la verità” tocca un tema importante, quello dell’unione. Non esistono, nel mondo dell’informazione, dei dogmi; al contrario, il confronto dovrebbe generare coesione. In un’epoca particolare come quella che stiamo vivendo, le troppe verità proclamate rischiano di dividerci (come sta succedendo ora), lasciando all’ansia e alla paura il predominio totale sulle nostre vite.
L’allarme lanciato dal Papa non è campato in aria, poiché trova riscontri nella quotidianità: “Il vostro compito è quello di evidenziare le fake news o le informazioni parziali contro il Covid. Avete iniziato a farlo mettendo in rete diversi media cattolici e coinvolgendo vari esperti”. Quello che Francesco vuole trasmettere è una sorta di vademecum sullo stile che il comunicatore cristiano deve adottare, e lo fa con parole molto chiare: “Il comunicatore cristiano fa proprio lo stile evangelico, costruisce ponti ed è artigiano di pace, soprattutto nella ricerca della verità. Il suo approccio non è di contrapposizione alle persone e non assume atteggiamenti di superiorità”.
A queste parole dovrebbero seguire atti concreti, ma la realtà che si palesa dinanzi ai nostri occhi è un’altra, soprattutto nel nostro paese. Stiamo vivendo momenti drammatici, in cui chi dovrebbe fare informazione spesso cade nel banale o nella menzogna.