Traduci

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DEMOCRAZIA – Una Sfida tra Innovazione e Regole

L’intelligenza artificiale (AI) sta riscrivendo le regole della democrazia, trasformandola sempre più in una “democrazia digitale”. Nell’era delle agorà social, dove pubblico e privato si intrecciano e la libertà di parola si muove su un terreno scivoloso, l’AI emerge come una forza dirompente che solleva interrogativi cruciali. Chi stabilisce i confini del dibattito? È giusto consentire qualsiasi espressione, anche quando sfocia nell’hate speech o nella disinformazione? E come si bilanciano innovazione e regolamentazione? Questi temi sono stati affrontati da Oreste Pollicino, professore di Diritto Digitale alla SDA Bocconi School of Management, durante il suo intervento all’AI Fest di Milano, tenutosi il 26 e 27 febbraio.

AI e Autonomia: Una Nuova Era

Pollicino ha evidenziato come l’autonomia sia il tratto distintivo dell’AI contemporanea. “L’AI non è nuova, già nel 1950 Turing ne parlava,” ha spiegato, ma in passato tutto era sotto il controllo umano e basato su statistiche. “Nell’epoca pre-Altman (Sam Altman, fondatore di OpenAI), c’era poca autonomia e più supervisione umana,” mentre oggi questa supervisione “scompare dalla definizione stessa di AI.”

L’AI Act, entrato in vigore il 2 febbraio con disposizioni sulle pratiche vietate, definisce l’AI come un sistema che, attraverso deduzioni e input, produce output in autonomia. Questo, secondo Pollicino, rappresenta un elemento di discontinuità che si collega direttamente alla democrazia.

La Democrazia Digitale: Una Nuova Realtà

“La democrazia digitale è ormai la democrazia tout court,” ha affermato Pollicino. Le agorà moderne sono digitali, ma a differenza delle polis greche, appartengono a privati e non alla collettività. Questo crea un paradosso: il dibattito pubblico avviene in spazi privati, dove il libero scambio di idee somiglia più a un mercato che a un forum democratico. “E siamo sicuri che questo mercato sia davvero libero?” ha chiesto il professore, sottolineando che il mercato tecnologico è dominato da oligopoli e monopoli.

La Zona Grigia della Libertà di Espressione

Un tema centrale è la tutela della libertà di espressione, pilastro della democrazia, e la necessità di regole per orientarla. Pollicino ha sottolineato che non tutto ciò che viene detto rientra nella libertà di espressione: “A volte è hate speech o disinformazione, una zona grigia che è legittima ma dannosa: lawful but harmful.” È proprio in questa zona grigia che si combatte oggi la battaglia per la democrazia.

Moderazione dei Contenuti: Chi Decide?

Un altro nodo cruciale riguarda la moderazione dei contenuti online. Attualmente, le Very Large Platforms (VLP) hanno il potere di decidere cosa rimuovere, applicando i propri “Terms & Conditions”. Pollicino ha definito questa situazione come una “delega di potere pubblico al privato,” evidenziando il rischio di discrezionalità nelle decisioni. Sebbene la delega non sia intrinsecamente negativa, rimane il problema dei contenuti dannosi ma non illegali, che rappresentano una minaccia per la democrazia.

UE e USA: Due Modelli a Confronto

L’Unione Europea è stata la prima a regolamentare l’AI, introducendo il Codice europeo contro la disinformazione e l’AI Act, che trasformano la self-regulation in co-regulation tra pubblico e privato. Questo approccio mira a creare un “guard rail” per evitare abusi. Al contrario, negli Stati Uniti prevale una forsennata self-regulation, moderata solo in parte dall’amministrazione Biden. Con Trump, si osserva un cambiamento politico che accentua le divergenze con l’UE.

Pollicino ha suggerito che, in assenza di un dialogo costruttivo con gli USA, l’Europa potrebbe guardare ai modelli cinese o indiano, pur con cautela, per evitare un “effetto contagio al ribasso,” come dimostrano il ritiro di Musk dal Codice di condotta europeo e la decisione di Meta di abbandonare gli standard di fact-checking.

L’Equilibrio tra Regole, Innovazione e Valori

Come trovare un equilibrio? Pollicino ha invitato a superare la dicotomia tra regolazione e innovazione, sottolineando che la vera sfida è bilanciare regole che non soffochino l’innovazione con il mantenimento dei valori democratici. “C’è da essere preoccupati? Sì. C’è da essere distopici? No,” ha concluso, offrendo un messaggio di speranza e responsabilità.

Data:

8 Marzo 2025

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *