Maria Casalanguida : Quadrivio (acrilico su tela)
Io sono verticale
Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
né sono la beltà di un’aiuola
ultra dipinta che susciti grida di meraviglia,
senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero è immortale
e la cima di un fiore, non alta, ma più clamorosa:
dell’uno la lunga vita, dell’altra mi manca l’audacia.
Stasera, all’infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo più perfetto –
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me più naturale.
Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.
Slvia Plath, poeta e scrittrice statunitense,morì suicida , come le poete che ho precedentemente presentato, terribilmente fragili. Nel corso degli anni, spesso le ho ricordate, credo sia doveroso rendere loro onore: ci hanno lasciato capolavori che una volta entrati nel nostro cuore, non ne escono più. Silvia aveva trenta anni, era sposata ed aveva due bambini. Il suo, un matrimonio tormentato con un uomo ambiguo a volte definito crudele. Diagnosi di depressione all’inizio quando era ancora una studentessa, poi di bipolarismo.Nonostante le continue cure e sedute psicoanalitiche, non riuscì a riprendere un minimo di amore per la vita. E’ giustamente ritenuta una delle più grandi poete del 900