Un’intesa sul controverso programma nucleare iraniano è possibile: «entro una settimana» i colloqui coi Paesi del 5+1 a Ginevra, lo ha dichiarato il ministro degli Esteri dell’Iran, Mohammad Javad Zarif.Il segretario di Stato americano John Kerry, arrivato a Ginevra, ha detto che incontrerà il collega iraniano Zarif per “ridurre le divergenze”. Kerry ha affermato che il gruppo di negoziatori ’’sta lavorando duramente’’. Sul tavolo, ha aggiunto, ci sono aspetti importanti ’’che devono essere affrontati con correttezza e equità’’.Israele “respinge completamente questo accordo”. Ha annuciato il premier israeliano Benyamin Netanyahu al segretario di Stato Usa John Kerry parlando dell’eventuale intesa tra Iran e potenze del 5+1. Gli iraniani “devono essere soddisfatti -ha detto il premier- volevano un allentamento delle sanzioni dopo anni di pressioni e lo ricevono. E non pagano alcun prezzo, perché non riducono la propria capacità di produrre uranio. Per questa ragione Israele si oppone alle intese in via di formulazione.Un ulteriore appello a Kerry, affinché si astenga dal sottoscrivere un eventuale accordo sui programmi nucleari in Iran, e’ stato lanciato da Benyamin Netanyahu, mentre il Segretario di Stato e’ diretto a Ginevra. ’’Gli ho ricordato le sue parole, che e’ meglio non siglare un accordo piuttosto che firmarne uno cattivo. Quello discusso ora a Ginevra – ha stimato il premier israeliano – e’ ’’pessimo e pericoloso per la pace’’. Kerry dovrebbe ’’attendere e tornare a meditare la questione’’.Ore decisive dunque per il dossier del nucleare iraniano: il 5+1, rappresentato a livello di ministri degli Esteri da Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna, potrebbe raggiungere un accordo per una roadmap che tracci un percorso per mettere sotto controllo il controverso programma atomico della repubblica islamica. L’Occidente, stando alle indiscrezioni, sarebbe pronto a congelare per sei mesi le sanzioni che hanno messo in ginocchio Teheran e in cambio l’Iran dovrebbe sospendere il procedimento di arricchimento dell’uranio al 20% (possibile preludio per arrivare all’atomica), rendere innocue le scorte, disattivare le moderne centrifughe `Ir-2´ per l’arricchimento e rinunciare al reattore al plutonio di Arak (l’alternativa per dotarsi del materiale fissile per un’arma nucleare). Nei sei mesi di stallo, i negoziatori avrebbero il tempo di limare un accordo di più ampio respiro. Lo stesso presidente Usa, Barack Obama, ha parlato in un’intervista alla Nbc di un «accordo graduale». Restano però le preoccupazioni per un’intesa difficile da verificare, considerata l’opacita’ del regime. Lo ha detto chiaramente il ministro francese, Laurent Fabius, che infatti sbarcando a Ginevra ha tenuto a rimarcare come vi siano «progressi», ma «nulla è stato ancora concluso». Con lui a Ginevra sono arrivati anche il segretario di Stato Usa, John Kerry, il ministro tedesco, Guido Westerwell, e quello britannico, William Hague. Israele è furioso. Prima di partire da Gerusalemme per Ginevra, Kerry ha incontrato all’aeroporto Benjamin Netanyahu, nel tentativo di calmare la rabbia del premier israeliano che aveva paventato «il grave errore storico». L’incontro, durato due ore, deve essere stato burrascoso: «È un accordo pessimo, l’Iran fa l’affare del secolo», ha avvertito il premier, dicendo chiaramente che Israele non si sentirà affatto vincolato dall’accordo e «farà tutto ciò che è necessario per difendersi e per garantire la sicurezza del suo popolo», chiara allusione a un possibile attacco mirato preventivo. L’Iran si è già dotato da una ventina d’anni, ufficialmente a scopi civili, di centrali nucleari con tecnologia principalmente fornita dalla Russia allo scopo di ridurre la sua dipendenza dal petrolio (l’Iran consuma ad uso interno il 40% del greggio che estrae). L’accerchiamento americano dell’Iran (gli Stati Uniti hanno basi militari ed aeree in Iraq, Turchia, Afghanistan e Pakistan) ha portato il governo iraniano a decidere di arricchire da solo l’uranio usato come combustibile nelle proprie centrali nucleari: decisione che vari paesi temono possa nascondere un tentativo di costruzione di armi nucleari. Ciò, insieme alle dichiarazioni fatte del presidente Mahmud Ahmadinejad circa “la sparizione dalla carta geografica dello Stato di Israele” ha provocato la reazione di Israele e di quella parte della comunità internazionale che sostiene fermamente lo Stato ebraico, originando una crisi dagli sviluppi che sono impossibili da prevedere. In proposito, Mahmud Ahmadinejad sostiene il diritto dell’Iran ad avere la propria tecnologia nucleare, così come ne dispongono molti altri paesi (Europa, USA, Israele, Cina, Giappone, Russia, ecc.).Un’importante decisione di politica economica è il progetto di aprire per marzo 2006 una borsa nella quale gli operatori scambieranno per la prima volta partite di gas e petrolio in euro oltreché in dollari, sulla falsariga di quanto deciso nel 2000 dall’Iraq di Saddam Hussein.In seguito alle elezioni presidenziali del 13 giugno 2009, vinte ufficialmente da Aḥmadinejād, ma sulla cui regolarità l’opposizione ha espresso forti dubbi, la tensione sociale del paese è notevolmente aumentata, sfociando in manifestazioni non autorizzate e scontri di piazza, con un numero indefinito di morti provocato da un intervento delle forze dell’ordine, giudicato eccessivo all’interno dello stesso Governo, affiancate da un discreto numero di pasdaran e basiji. Forte commozione ha destato in tutto il mondo la visione degli ultimi istanti di vita di Neda Agha-Soltani.I moti studenteschi, a dispetto della dura repressione del regime, continuano e riprendono anzi un drammatico corso dopo la morte dell’Āyatollāh Ḥoseyn-ʿAlī Montaẓerī, che non era stato indulgente verso il regime clericale, che pure aveva contribuito a far crescere.In risposta al programma nucleare iraniano l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha approvato a più riprese sanzioni di varia natura nei suoi confronti. Nel giugno 2010 anche gli Stati Uniti d’America dell’amministrazione Obama hanno approvato sanzioni unilaterali verso l’Iran.Il primo settembre 2011 il premier francese Sarkozy ha dichiarato che: “Le ambizioni militari, nucleari e balistiche dell’Iran costituiscono una minaccia crescente che potrebbe condurre a un attacco preventivo contro i siti iraniani”, aggiungendo però che un eventuale “attacco preventivo” provocherebbe “una crisi grave che la Francia non vuole a nessun prezzo”. Sarkozy ha poi ribadito che: “l’Iran rifiuta di negoziare seriamente” e “si abbandona a nuove provocazioni. Di fronte a questa sfida la comunità internazionale deve fornire una risposta credibile. Può farlo se dà prova di unità, di fermezza e con sanzioni ancora più dure”.Il 14 Giugno 2013 è stato eletto il nuovo presidente, Hassan Rouhani, con il 52.7% delle preferenze.Dalla rivoluzione del 1979 l’Iran è una repubblica islamica. I creatori del nuovo stato hanno instaurato una sorta di sistema duale. Da una parte organi politici non elettivi (cui si accede per cooptazione), in cui risiede il cuore del potere; dall’altra gli istituti (Parlamento, Presidente) eletti dal popolo.
La «Guida Suprema»
Al vertice della piramide del potere è la Guida Suprema (Rahbar), massima espressione della Velāyat-e faqīh (La tutela del giurisperito), per la quale operano in subordine anche altre istituzioni della Repubblica Islamica.La Guida Suprema, dal 1989 l’Ayatollah Khamenei, nomina i sei membri religiosi del Consiglio dei Guardiani della Costituzione, composto da 12 membri, che ha il compito di approvare le candidature alla presidenza della Repubblica (il suo giudizio è insindacabile) e certificare la loro competenza e quella del parlamento, al pari delle più alte cariche giudiziarie. La Guida Suprema è inoltre comandante in capo delle forze armate. In sua assenza il potere è esercitato da un consiglio di capi religiosi, scelti da un’assemblea di esponenti religiosi sulla base del loro curriculum e del grado di stima goduto presso la popolazione.
Istituzioni democratiche
A capo dello Stato vi è il Presidente, eletto a maggioranza assoluta con suffragio universale. Il suo mandato ha durata quadriennale e vigila sul buon andamento del potere esecutivo. Il presidente è stato eletto regolarmente ogni 4 anni a partire dal 1985.Dopo la sua elezione, il Presidente nomina e presiede il Consiglio dei ministri, coordina le decisioni del governo e seleziona le decisioni governative da sottoporre al parlamento.Il parlamento iraniano, monocamerale, chiamato Majles dell’Iran, è composto da 290 membri, eletti con voto diretto e segreto, anch’essi con mandato quadriennale. L’assemblea è stata eletta regolarmente ogni quattro anni dal 1980.Tutta la legislazione deve essere vagliata, sin dal suo inizio, dal Consiglio dei Guardiani in base al principio della cosiddetta vilāet-e faqih, ossia la “tutela del giurisperito”, per controllare che le leggi non siano in contrasto col Corano e la dottrina islamica, nell’accezione propria dello Sciismo duodecimano. I sei membri laici del Consiglio, giuristi nominati dal parlamento, si pronunciano solo sulla costituzionalità delle leggi, mentre i sei membri religiosi, nominati dalla Guida Suprema, esaminano la loro conformità con i dettami islamici.Al vertice del sistema costituzionale e politico vi è la Guida Suprema, eletta a scrutinio segreto da una Assemblea di Esperti, a sua volta eletta ogni otto anni dal 1983 a suffragio universale e diretto dal corpo elettorale.
Forze armate
Le Forze Armate della Repubblica Islamica dell’Iran (Persiano: نيروهای مسلح جمهوری سلامی ایران) includono le forze armate (Persiano: ارتش جمهوری اسلامی ایران), le Guardie della Rivoluzione Islamica (Persiano: سپاه پاسداران انقلاب اسلامی) e le forze di polizia (Persiano: نيروی انتظامی جمهوری اسلامی ایران).Il totale di queste forze ammonta a circa 945.000 unità attive (cifre che non includono le forze di polizia iraniane).Tutte le branche delle forze armate iraniane sono sottoposte al Comando del Quartier Generale delle Forze Armate (Persiano: ستاد کل نیروهای مسلح). Il Ministero della Difesa e delle Forze Armate è responsabile della pianificazione logistica e del finanziamento delle forze armate e non è coinvolto nel comando operativo sul campo.
Economia
Tra il 1960 e il 1977, ha conosciuto un processo di industrializzazione finanziato dai proventi del petrolio, non accompagnato, però, da un adeguato aumento delle infrastrutture e da un sufficiente sviluppo dell’agricoltura. A tutto questo vanno ad aggiungersi le tensioni politiche e religiose che hanno dato vita a vari moti di protesta, la guerra con l’Iraq e il crollo del prezzo del petrolio, accentuando le difficoltà della giovane nazione. Sebbene occupi il secondo posto mondiale per riserve petrolifere possedute, il paese ha così scarsa disponibilità di raffinare il prodotto da spendere eccessivamente nell’importazione di combustibile.Il 30% della popolazione vive ancora di agricoltura, praticata su un territorio coltivato solo per il 10%, coltivando soprattutto pistacchio, cereali, orzo, cotone, che viene esportato, tabacco, barbabietola e canna da zucchero. Diffuso l’allevamento bovino nelle zone di pascoli, ovino e caprino in quelle più aride. Accanto al petrolio, di cui l’Iran è uno dei principali produttori mondiali, le risorse minerarie annoverano gas naturale, ferro, rame, carbone; anche gli altri idrocarburi rappresentano una buon risorsa. Sono sorte alcune industrie nel settore petrolchimico in alcune città tra cui Teheran, in quello siderurgico a Isfahan e Bandar Abbas e in quelli metallurgico e meccanico. Ai settori tessile e alimentare si sono aggiunte industrie per la produzione di beni di consumo ed elettrodomestici, di macchinari, automobilistiche, di materiali da costruzione, farmaceutiche, cosmetiche, della pelle, elettriche e di elettronica. Importante è il settore dell’artigianato, rappresentato soprattutto dalla produzione e dall’esportazione di tappeti.Notevoli sforzi sono stati compiuti durante la presidenza di Rafsanjani per tornare a un’economia di pace e modernizzare le strutture produttive, aprendo al mercato e ai capitali stranieri, ma la nuova linea di politica economica ha portato a una grave crisi nei primi anni novanta, con pesanti costi sociali: rialzo dell’inflazione, difficoltà dell’industria nazionale e tutta una serie di problemi che hanno reso difficile la ripresa economica. A tutto ciò si aggiungono i problemi causati dall’ideologia religiosa che ha impedito la privatizzazione di alcuni settori dell’economia iraniana: la costituzione islamica, infatti, vieta gli investimenti stranieri. I tassi di prestito sono comunque alti: nella prima metà del 2007 hanno superato il 14% per le banche statali ed il 17% per quelle private. Anche l’inflazione è alta e gli investimenti si sono rivolti prevalentemente al mercato immobiliare. Nonostante il clima internazionale particolarmente teso l’Iran ha visto crescere il flusso di turisti dai 2.3 milioni del 2009 ai 3.2 del 2011.Nel 2011, prima delle sanzioni economiche sul settore, l’Iran era il dodicesimo produttore di autoveicoli al mondo.Nel gennaio del 2008 il governo iraniano ha annunciato che avrebbe aperto la Iranian Oil Bourse (IOB, Borsa Iraniana del Petrolio) nel periodo tra il 1º e l’11 febbraio successivo. Il 30 gennaio 2008, però, una serie di danni ai cavi di fibra ottica sottomarini isola quasi completamente l’Iran dalla rete Internet (oltre all’Iran, rallentamenti e disguidi si sono avuti negli altri Paesi del Golfo, oltre che in Egitto e in India), rendendo di fatto impossibile l’eventuale apertura dell’Iranian Oil Bourse. Il 17 febbraio 2008 il governo iraniano ha inaugurato l’Iranian Oil Bourse per commerciare petrolio e prodotti petroliferi. La moneta usata nelle transazioni sarà il Riyal iraniano.A febbraio 2009, il tentativo di vendere al pubblico iraniano il 5% della Banca Mellat (Banca Nazionale) è fallito. Gli investitori di Teheran non hanno mostrato interesse nell’acquistarne le quote. Il governo ha messo in vendita un totale di 656 milioni di azioni della sua banca. La ragione principale del fallimento della privatizzazione è stata anche la scelta del momento, dato che la borsa di Teheran era in seria crisi negli ultimi mesi, a causa del calo dei prezzi del petrolio sul mercato mondiale.Dopo l’annuncio di un boicottaggio di tutte le imprese che hanno rapporti con il regime “sionista” le autorità iraniane hanno chiesto spiegazioni a una società locale di bibite. Secondo fonti iraniane, il Ministro iraniano dell’Industria e delle miniere, Ali Akbar Mehragian ha convocato i dirigenti della società iraniana Khoshgovar al fine di ottenere un chiarimento sulla natura del loro rapporto con la società americana Coca Cola. La società iraniana paga circa $ 1,5 milioni di dollari l’anno per la licenza e per l’utilizzo del marchio Coca Cola. L’attuale campagna contro la Coca Cola in Iran è stata accelerata dal recente conflitto nella Striscia di Gaza iniziato nel dicembre 2008.
Caratteristiche generali
L’Iran (Persiano: ايران, [iˈrɑːn]), ufficialmente Repubblica Islamica dell’Iran, è un paese medio-orientale situato nel sud-ovest asiatico, “cerniera tra mondo arabo e mondo centro-asiatico, pur non appartenendo a nessuno dei due”, malgrado, per secoli, gran parte dell’attuale Afghanistan abbia fatto parte del Khorasan storico (Grande Khorasan).L’Iran – erede della Persia – è patria di una della più antiche civiltà al mondo. La prima dinastia dell’Iran si formò durante il regno di Elam nel 2800 a.C., mentre i Medi unificarono vari regni dell’Iran nel 625 a.C.Nel 633 d.C. cominciarono le invasioni musulmane della Persia, che portarono al definitivo collasso sasanide nel 651 d.C. L’affermazione della dinastia Safavide nel 1501 promosse uno dei rami minoritari dell’Islam, lo sciismo duodecimano, come religione ufficiale dell’Impero, segnando un punto cruciale nella storia della Persia e del mondo islamico.. La rivoluzione costituzionale persiana stabili il parlamento del paese nel 1906, il Majlis, e una monarchia costituzionale, seguiti nel 1921 dall’autoritaria dinastia Pahlavi. Nel 1953 fu spento il primo esperimento democratico del paese per via di un colpo di stato perpetrato da parte di Stati Uniti e Regno Unito, riportando al potere i Pahlavi. Il dissenso popolare portò alla cosiddetta rivoluzione iraniana, istituendo la Repubblica Islamica dell’Iran il 1º aprile 1979, un regime di democrazia gestita con alternate tendenze autocratiche.Storicamente il paese è stato per millenni noto come Persia. Il 21 marzo del 1935 lo scià Reza Pahlavi chiese formalmente alla comunità internazionale di riferirsi al paese con il nome utilizzato dagli abitanti del paese in persiano, Iran, ovvero “(paese) degli Arii“. Alcuni studiosi protestarono contro questa decisione, perché il cambio di nome avrebbe separato il paese dalla sua storia. Nel 1959, lo scià annunciò i nomi di Persia e Iran interscambiabili e di uguale rilevanza in comunicazioni ufficiali e non. Tuttavia il nome “Iran” rimase il termine di uso più frequente in riferimento al paese, mentre “persiani” e “persiano” vengono tuttora usati frequentemente in riferimento alla popolazione e alla lingua del paese.Il territorio dell’Iran è il diciottesimo per grandezza al mondo, con un’area totale pari a 1.648.195 chilometri quadrati. Ciò equivale alla totale area combinata del Regno Unito, Francia, Spagna e Germania. Confina con il Azerbaijan, la Armenia e la Turchia al nord-ovest, con il Mar Caspio a Nord, Turkmenistan a nord-est ed est con Turkmenistan ed Afganistan, sud-est con il Pakistan e il Golfo di Oman, a sud con il Golfo Persico e lo Stretto di Hormuz e infine l’Iraq a ovest.L’Iran consiste per la maggior parte dell’Altopiano Iranico, con l’eccezione delle coste e della regione del Khuzestan. È uno fra i paesi più montuosi al mondo, con il paesaggio dominato da montagne, vasti altopiani e catene montuose, le quali separano i vari bacini di drenaggio e pianure l’une dagli altri. La parte più montuosa è quella occidentale e nord-occidentale, ricoperta dalla Catena del Caucaso e dai Monti Zagros, con la cima del Zard Kuh come punto più alto a 4.548 metri. A Nord del paese e a sud del Mar Caspio si trova invece la catena montuosa più alta del paese, i monti Elburz, con la vetta più alta sul monte Damavand a 5.610 m s.l.m, il quale è inoltre la montagna più alta dell’Eurasia ad ovest del Hindu Kush.La parte settentrionale del paese è ricoperta da dense e piovose foreste. Di queste il 10% si trova in aree protette da parchi nazionali, mentre il 50% ha subito seri danni per via di sfruttamento ed agricoltura. Si estendono per cinque diverse regioni iraniane, il nord del Khorasan, il Golestan, Mazandaran, Gilan e Ardabil. La catena dell’Elburz raccoglie la umidità del Mar Caspio che poi si riversa sotto forma di forti precipitazioni durante l’autunno, inverno e primavera. Tali precipitazioni variano da 900mm 1.600mm annui. Le foreste si diradano con il salire della altitudine a sud. La parte centrale e meridionale del paese sono invece ricoperte per la maggior parte da steppe, semi-steppe o regioni semi-aride. La parte centro-orientale del paese è coperto dal Dasht-e Kavir (letteralmente “Immenso Deserto”), il quale è il deserto più grande del paese, seguito più ad est dal Dasht-e Lut, e diversi laghi di sale. Tali deserti sono stati formati a causa delle altissime catene montuose circostanti, le quali non permettono a quantità sufficienti di nuvole da pioggia di raggiungere queste regioni.
Clima
Il Clima dell’Iran è altamente variegato data la sua grandezza. Si trova nel paese il clima steppico, clima arido, clima sub-tropicale e clima temperato nelle aree a nord.Nelle aree più popolate dell’Iran, inclusa Tehran, la temperatura subisce sbalzi elevati tra inverno ed estate, con temperature estive al di sopra dei 35 gradi seguite da quelle invernali di -10, con forti nevicate durante Gennaio e Febbraio. Le zone tra l’Elburz ed il Mar Caspio tendono ad avere temperature più constanti, raramente sotto lo zero oppure sopra i 29 gradi. In tali regioni le precipitazioni possono variare dai 680mm annui a 1.700mm nelle regioni settentrionali.L’inverno è particolarmente rigido nelle aree occidentali e nord-occidentali del paese, con medie costanti sotto lo zero durante l’inverno, e nevicate pesanti. La parte orientale del paese invece è per la maggior parte arido o desertico, con una media inferiore a 200mm di pioggia annua. In queste aree le temperature estive sono spesso al di sopra dei 38 gradi centigradi. Le regioni meridionali confinanti con il Golfo Persico e il Golfo di Oman hanno inverni temperati, con estati particolarmente calde ed umide. In quest’area le precipitazioni variano da 135 a 355mm annui.
Demografia
L’Iran è un paese di grande diversità etnico-culturale, composta da diverse religioni ed etnie, le quali sono principalmente derivate o influenzate dalla millenaria cultura persiana.La popolazione dell’Iran è salita in modo sensibile durante il XX secolo, raggiungendo la cifra di 77 milioni di abitanti nel 2013. Secondo i dati del censimento del 1959 la popolazione dell’Iran era di 19 milioni di abitanti. Tuttavia la crescita demografica del paese è diminuita in modo significativo, di circa l’1,29% nel luglio del 2012. Secondo la IRNA (Islamic Republic News Agency), alcuni studi demografici prevedono che la popolazione salirà a 105 milioni di abitanti nel 2050, per poi stabilizzarsi a quel livello o diminuire in una fase successiva.L’Iran ospita un insieme di popolazioni di rifugiati più alto al mondo, stimato a circa un milione di persone, causate principalmente dalla guerra civile e povertà in Afghanistan e dalle invasioni militari di Afganistan e Iraq. Dal 2006, funzionari iraniani hanno collaborato con l’UNHCR e con funzionari afghani per garantirne il rimpatrio. Secondo stime ufficiali, vi sono all’incirca cinque milioni di cittadini iraniani emigrati all’estero, la maggior parte dopo la rivoluzione iraniana del 1979. Queste stime non tengono conto degli iraniani che sono nati successivamente all’estero.Secondo la costituzione iraniana, il governo deve per legge garantire a ogni cittadino del paese l’accesso a una rete di protezione sociale il quale copre pensione, disoccupazione, disabilità, calamità e trattamenti medici. Tali spese sono coperte da entrate pubbliche basate sul sistema di tassazione iraniano. L’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica l’Iran come 58° per igiene e sanità e 93° per servizi di sanità nel suo “World Health Report 2000”.
Lingue
La maggior parte della popolazione parla il persiano, il quale è inoltre la lingua ufficiale del paese, con numerose lingue iraniche e vari altri dialetti. Le lingue turche rappresentano la maggior parte delle lingue non-iraniche, fra le quali la più importante è la lingua azera, con una stima tra 12 e 15,5 milioni di madre lingua nel solo Iran. Altra lingua non-iranica importante è l’arabo, che è parlato da minoranze arabe della regione del Khuzestan, confinante con l’Iraq, con una popolazione stimata attorno al milione di persone. Il persiano è tuttavia l’unica lingua d’insegnamento in Iran, mentre è obbligatorio imparare l’inglese come seconda lingua, con l’aggiunta dell’arabo classico per la corretta lettura del Corano
Etnie
Non vi sono stime ufficiali sull’esatta composizione etnica dell’Iran, tuttavia vi sono varie stime di organizzazione internazionali con risultati parzialmente diversi, fra cui la Biblioteca del Congresso e la CIA. The World Factbook della CIA ha pubblicato le seguenti stime: persiani (61%), azeri (16%), curdi (10%), luri (6%), arabi (2%), baluchi (2%), altre popolazioni turche (2%) e altri (1%). Sempre secondo la stessa stima però il persiano è la lingua madre del 53% della popolazione, mentre le lingue azere e turche lo sono del 18% della popolazione, curde da 10%, gilaki e mazandarani 7%, 6% luri, arabo e baluci entrambi 2%, seguito da altre lingue.Secondo le stime della Biblioteca del Congresso invece le stime sono le seguenti: persiani (65%), azeri (16%), curdi (7%), luri (6%), arabi (2%), baluci (2%), turkmeni (1%), tribù turche quali i Qashqai (1%), e altri gruppi non iranici non turchi quali armeni, assiri e giorgiani meno del 1%. Sempre secondo questa fonte il persiano è la madre lingua del 65% della popolazione, e diffusa seconda lingua della maggior parte del rimanente 35%.Nonostante l’alta diversità etnica e culturale, l’Iran ha una lunga storia di integrazione tra varie etnie e religioni sotto la Persia, tanto che oggi giorno l’élite politica del paese rappresenta una mescolanza dei vari gruppi, non percorsa da rivalità basate su origine etnica. Per esempio il leader supremo Ali Khamenei fa parte della minoranza azera, così come Farah Pahlavi e Mir Hosein Musavi. Il ministro degli Esteri, Ali Akbar Salehi, e il capo dei Basiji, Mohammad Reza Naqdi, sono entrambi originari della minoranza araba iraniana. Nonostante ciò vi sono stati casi di conflitti e movimenti indipendentisti nel Khuzestan, Baluchistan e Kurdistan iraniano.
Religione
La religione in Iran è dominata dalla variante sciita duodecimana dell’Islam, la quale è religione di Stato, con una stima di fedeli che varia tra il 90% e il 95%. Dal 4% all’8% della popolazione iraniana è ritenuta invece sunnita, per la maggior parte curda e baluci. Il rimanente 2% è composto da minoranze non-musulmane, fra i quali gli zoroastriani, gli ebrei, i cristiani, i baha’i, gli yezidi, gli induisti, la cosiddetta Ahl-e Haqq (yarsan). Le minoranze religiose, sia musulmane sia non islamiche, sono ufficialmente tollerate. Tuttavia fa eccezione la religione Baha’i, la quale è stata discriminata sin quasi dalla sua nascita.La religione ebraica, cristiana e zoroastriana hanno seggi riservati in parlamento, in quanto ufficialmente minoranze religiose maggiori. Tuttavia la religione baha’i, che è di fatto la minoranza non-islamica maggiore, è completamente esclusa dalla vita pubblica. In quanto l’Islam prevede la tolleranza verso le altre religioni monoteistiche, gli oppositori della religione hanno evitato questo vincolo legale negando la definizione di religione ai baha’i, usando invece il termine di setta, permettendo dunque la negazione totale di diritti civili, quali educazione ed occupazione pubblica.
Storia
Era antica
I primi reperti archeologici dell’Iran, quali quelli trovati nel sito del Kashafrudi e di Ganj Par, dimostrano la presenza di insediamenti umani già dal Paleolitico inferiore. Reperti del uomo di Neanderthal risalgono al Paleolitico medio, e sono stato trovati principalmente nella regione degli Zagros, quali le caverne Warwasi e Yafteh. Le prime comunità agricole invece cominciarono a stabilirsi in Iran attorno all’8000 a.C., con insediamenti quali Chogha Mish, nella regione delle montagne Zagros.La nascita di una della prima città persiane, Susa, è stata fissata attorno al 4395 a.C. Vi sono dozzine di reperti preistorici attorno all’altopiano iranico, che suggeriscono l’esistenza di culture antiche e di insediamenti urbani in altre regioni già dal IV millennio a.C. Durante l’era del bronzo l’Iran è stata la patria di diverse civilizzazioni, quali quella dell’Elam, della Civiltà di Jiroft e della Civiltà del fiume Zayande. Elam è fra le più importanti di queste, e si sviluppò nel sud-ovest dell’Iran, influenzata dalle civiltà mesopotamiche. Lo sviluppo della scrittura nell’Elam (IV millennio a.C) fu forse parallelo a quello dei Sumeri. Il regno elamico proseguì la sua esistenza fino all’emergere della civiltà dei Medi e dell’Impero achemenide.
Era classica
Durante il secondo millennio a.C., antiche popolazioni iraniche arrivarono dalle steppe eurasiatiche, entrando in diretto conflitto con le popolazioni locali. Con l’insediamento di questi popoli, la regione corrispondente all’attuale Iran divenne dominata da tribù persiane, dei Parti e dei Medi. Dal X al VII secolo a.C., queste popolazioni iraniche, assieme ai regni pre-iranici, divennero parte del Impero assiro, basato nella Mesopotamia settentrionale. Sotto il re Cyaxares, i Medi e i Persiani si allearono con Nabopolassar di Babilonia e, con l’aiuto dei Cimmeri, Aramei e Sciti, attaccarono l’Impero assiro. Da ciò scaturì una guerra civile all’interno dell’impero che durò dal 616 a.C. al 605 a.C., che determinò la liberazione di vari popoli sottomessi all’Impero assiro. L’unificazione dei Medi sotto un unico leader nel 728 a.C. portò alla creazione dell’Impero medo.Nel 550 a.C. Ciro il Grande sottomise l’Impero medo e fondò l’Impero achemenide, unificando altre città-Stato nella regione. La sua ascesa al potere fu il risultato della ribellione dei Persiani, scaturito delle azioni del re dei Medi Astiage, ribellione che si espanse velocemente nelle vicine provincie, le quali si allearono con i Persiani. Le successive conquiste di Ciro e dei suoi successori portò all’annessione al nuovo Impero persiano di nuove regioni e province, quali Babilonia, l’Antico Egitto, la Lidia e le regioni a ovest del fiume Indo. L’espansione ad ovest portò allo scontro diretto tra le varie città-Stato greche e l’Impero, dando avvio alle cosiddette Guerre persiane. Lo scontro si sviluppò in più occasioni durante la prima metà del V secolo a.C. e si concluse con la ritirata della Persia dai territori greci annessi nella prima parte della guerra. L’impero aveva un sistema amministrativo centralizzato, formato grazie a una fra le prime burocrazie del mondo, sotto il comando diretto dello Shahanshah e dei suoi satrapi, coadiuvati da un vasto numero di funzionari pubblici e da un esercito di professionisti. Tale strutturazione amministrativa fu successivamente presa come esempio in vari altri imperi successivi.Nel 334 a.C. Alessandro il Grande invase l’Impero achemenide, sconfiggendo l’ultimo Shahanshah di questa dinastia. Dario III, durante la battaglia di Battaglia di Isso del 333 a.C. Dopo la morte di Alessandro, la Persia cadde sotto il controllo dei vari regni ellenistici. Nel II secolo a.C. la Partia divenne la potenza principale nella regione, riprendendo controllo dei territori iranici occupati dai regni ellenistici, e ricreando il precedente Impero persiano sotto l’Impero partico, tuttavia senza alcuna nuova espansione territoriale. L’Impero partico durò fino al 224 d.C., quando a lui succedette l’Impero sasanide. I Sasanidi stabilirono un impero con dimensioni pari a quello degli Achemenidi, con capitale a Ctesifonte. Buona parte del periodo sotto l’Impero partico e l’Impero sasanide fu segnata dalle guerre romano-persiane, le quali avvennero sui confini occidentali e che durano circa 700 anni. Le guerre portarono all’indebolimento politico, militare ed economico dell’Impero sasanide e l’Impero bizantino, portando successivamente alla sua sconfitta e a notevoli perdite territoriale per mano delle armate dell’invasore arabo.
Medioevo (652–1501)
Le prolungate guerre romano-persiane, così come i conflitti interni al Impero Sasanide portarono alla conquista islamica della Persia nel settimo secolo d.C. Nonostante la debolezza politica la Persia si trovava ad un avanzato livello di civiltà e cultura, come ne fa esempio Jundishapur, riconosciuto come il centro medico più importante ed avanzato al mondo in quell’epoca. Sconfitto inizialmente dal Califfato dei Rashidun, fu governato negli anni successivi dal califfato dei Abbasidi e dei Omayyadi. Il processo d’islamizzazione della Persia fu lungo e graduale. Sotto il dominio del Califfato dei Rashidun e più tardi dei Omayyadi, i Persiani, sia musulmani (mawali) sia non-musulmani (Dhimmi) furono discriminati, escludendoli da governo e dalle forze armate, e forzati a pagare le tasse dei non-musulmani quali la Jizya. Nel 750 gli Abbasidi abbatterono il califfato degli Omayyadi, principalmente per via della insoddisfazione dei mawali persiani. I mawali formarono la maggior parte dell’esercito dei ribelli, guidato da Abu Muslim. Dopo due secoli sotto il dominio arabo, cominciarono a formarsi i primi regni persiani indipendenti o semi-indipendenti (quali i Tahiridi, Saffaridi, Samanidi e i Buwayhidi). Nel IX e X secolo prevalse e solidificò il proprio potere la dinastia dei Samanidi.L’arrivo del califfato degli Abbasidi vide il risorgimento della cultura persiana, discriminata durante il primo periodo del dominio arabo. In tale processo la aristocrazia araba fu gradualmente sostituita dalla burocrazia persiana. Ciò fece si che la letteratura, filosofia, e la medicina persiana divenissero maggiori elementi della Epoca d’oro islamica. L’Epoca d’oro islamica raggiunse il proprio culmine nell’undicesimo secolo d.C, durante il quale la Persia fu il teatro scientifico di maggior importanza. Dopo il decimo secolo la lingua persiana, assieme all’arabo, divenne di uso comune per trattati di filosofia, storia, matematica, musica, scienza e medicina. Fra gli autori persiani più autorevoli dell’epoca vi sono Nasir al-Din al-Tusi, Avicenna, Qotb al-Din Shirazi, Naser-e Khosrow, al-Biruni ed ʿUmar Khayyām.Il rifiorire della cultura persiana in questo periodo portò a un forte risorgere del nazionalismo persiano, dato che il tentativo degli anni precedenti di arabizzazione, talora violenta, non aveva dato alcun frutto in Persia. Il movimento della Shu’ubiyya non servì alla Persia per recuperare una maggior autonomia, visto che il suo ambito era quello puramente letterario, ma fu utile a recuperare un’identità culturale alquanto appannatasi con la conquista araba del Paese. Uno degli elementi più importanti di questo movimento fu il recupero delle proprie tradizioni letterarie, e in questo un ruolo importante fu svolto da Ferdowsi e dal suo capolavoro epico, che recuperava un passato storico e mitico di fondamentale importanza.Il X secolo vide in questa regione la migrazione di massa delle tribù turche dell’Asia Centrale nell’altopiano iranico Membri di queste tribù furono utilizzati al servizio dell’esercito degli Abbasidi come guerrieri-schiavi (ghilmān, mamalīk), sostituendo elementi arabi e persiani dell’esercito. La conseguenza fu l’incremento del loro potere politico. Nel 999 prese il potere dell’Iran la dinastia dei Ghaznavidi, a capo del quale vi erano mamelucchi di origine turche, alla quale succedettero l’Impero selgiuchide e l’Impero corasmio. Tali imperi, a capo dei quali vi era un’oligarchia di origine turca, erano altamente persianizzate, e avevano adottato vari metodi e di amministrazione e governo della Persia. Tale adottamento culturale diede vita successivamente allo svilu