Iran,Libia e Iraq: “Conte e Merkel in stretto contatto”
“Si è svolta oggi una lunga conversazione telefonica tra il Presidente del Consiglio e la Cancelliera della Repubblica Federale tedesca Merkel, nel corso della quale sono stati esaminati in modo approfondito i dossier relativi alla Libia e all’Iran/Iraq. Su entrambi gli scenari è stata confermata l’esigenza di uno stretto raccordo europeo e di un costante coordinamento sia a livello di Ministri, sia di Capi di Stato e di Governo”. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.
Sulla Libia – viene spiegato – è stata ribadita la necessità di elevare al massimo la pressione diplomatica per promuovere quella soluzione politica che si vorrebbe affrontare nel corso della programmata Conferenza di Berlino”. “Su Iraq/Iran è stata condivisa l’importanza di mantenere il necessario impegno a favore della stabilizzazione della Regione e del contrasto al terrorismo, nel rispetto della sovranità irachena. Il Presidente e la Cancelliera Merkel si sono riservati di mantenere uno stretto contatto anche nei prossimi giorni”.
Il premier Conte si è, poi, lungamente intrattenuto al telefono nel pomeriggio di oggi con il principe ereditario emiratino Mohamed bin Zayed Al Nahyan (Mbz). L’attuale situazione in Libia e gli sviluppi in Iraq e nella regione sono stati al centro dei colloqui, si legge in una nota di Palazzo Chigi.
Iran, Salvini: “Prima si bloccano terroristi e meglio è”
“Non bisogna mai avere paura dei terroristi e dei violenti, se c’è qualcuno che ritiene che Israele vada cancellata dalla faccia della terra non è possibile alcun dialogo. C’è una potenza come l’Iran che si ritiene in diritto di dire che va cancellato uno Stato dalla cartina geografica del mondo, e su questo fa proselitismo e mira a conquistare nuovi territori: prima li si blocca e meglio è”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, intervenuto questa mattina a Radio Crc. “Ogni concessione fatta agli estremismi islamici – ha aggiunto Salvini – poi la pagano i nostri figli e i nostri nipoti. Chi combatte il fanatismo e l’integralismo islamico difende la libertà e io sono sempre e comunque dalla parte della libertà”.
Renzi: “M5S a pezzi ma maggioranza non rischia”
“La maggioranza regge tranquillamente, M5S non so. Io non credo che sarà un anno facilissimo per i grillini, tutt’altro. Però i segnali di chi sta lasciando il MoVimento vanno tutti nella direzione della prosecuzione della legislatura. Insomma l’esodo della piattaforma Rousseau è appena iniziato”. Lo afferma il leader di ’Italia Viva’, Matteo Renzi, in un’intervista al ’Messaggero’. “Continuo a pensare – aggiunge Renzi – che sia più saggio per tutti arrivare a scadenza naturale della legislatura. E se i grillini ci arriveranno meno forti, è un problema tutto loro”.
Poi, in merito all’incontro Zingaretti-Di Maio di sabato, “non partecipo a vertici di maggioranza per una richiesta fatta dai M5S, che accontento volentieri. Del resto Teresa (Bellanova, ndr) e Ettore (Rosato, ndr) sono bravissimi. Nessuna polemica, dunque. In questi giorni ho ripreso a sentirmi anche con Zingaretti, è un fatto positivo. Lavoriamo tutti insieme con le nostre diverse sensibilità”.
“Sono molto soddisfatto dei primi mesi di ’Italia Viva’ – dice ancora -. Nel 2020 girerò tutte le 100 province d’Italia per valorizzare questa nuova classe dirigente che stiamo costruendo sul territorio. E alle Regionali di maggio farà il debutto il nostro simbolo. Sono sempre più convinto che il meglio debba ancora arrivare”.
M5S, Paragone ’arruola’ l’avvocato degli espulsi
(Antonio Atte) – Lo scontro tra Gianluigi Paragone e il Movimento 5 Stelle prosegue a colpi di carte bollate. Il senatore, espulso a Capodanno dal M5S, ha presentato ricorso contro il provvedimento disciplinare che lo ha estromesso dal Movimento fondato da Beppe Grillo. “Ho conferito il mandato al mio avvocato, Eugenio Piccolo – dice il giornalista all’Adnkronos -. E Lorenzo Borrè (legale ’storico’ degli espulsi pentastellati, ndr.) ci darà una mano molto volentieri. Ho fatto il ricorso davanti al collegio dei garanti. Poi, se dovesse venire rifiutato, a quel punto impugnerò l’espulsione davanti al giudice ordinario chiedendo una procedura d’urgenza”.
L’ex conduttore de ’La Gabbia’ ritiene di “aver fatto quello che dovevo fare e – prosegue – visto che sollevo anche l’incompatibilità della formazione del collegio dei probiviri, voglio il rispetto delle regole fondamentali dei contenziosi. Siccome mi si contesta di avere negato la fiducia al governo, non possono essere membri del governo a giudicarmi. Ho firmato per il rispetto del programma M5S. Il codice etico mette il programma davanti a ogni altra cosa”.
Paragone sfida apertamente il capo politico Luigi Di Maio: “Se l’ho sentito in questi giorni? No, è parte in causa, non è in grado di reggere il confronto con me. Il casino lo ha combinato Di Maio, è lui che ha dato l’ordine di espellermi”.
Il senatore dice di non aver avuto contratti nemmeno con Grillo e Davide Casaleggio: “Ma Davide non c’entra nulla in tutta questa storia”. “Perché non chiediamo agli iscritti cosa pensano della mia espulsione?”, domanda il parlamentare lombardo, il quale ritiene che il suo allontanamento dal M5S sia stato un atto arbitrario: “Oggi vale il codice pomiglianese”.
Carte alla mano, Paragone si appella al codice etico del Movimento: “Dà ragione a me, è lì che vinco. Il codice obbliga gli eletti a rispettare il programma e ad astenersi da qualsivoglia atto che ne impedisca la realizzazione”. Per quanto riguarda la fiducia – negata da Paragone al governo – in base al codice etico, i parlamentari grillini sono tenuti “a votare la fiducia, ogni qualvolta ciò si renda necessario, ai governi presieduti da un presidente del Consiglio dei ministri espressione del Movimento 5 Stelle”.
Ma Paragone obietta: “Conte non è espressione del M5S, è stato indicato dal Movimento ma non è espressione del Movimento. Del resto uno che vuole il Tav in Val di Susa non può essere espressione del M5S”. Al collegio dei garanti pentastellati “chiedo il reintegro. Se dovessero negarmelo, vedrò cosa fare”, chiosa il senatore.
Emilia Romagna, Salvini: “Quelli del Pd sono un po’ preoccupati”
“Ieri sera a Modigliana (Forlì-Cesena), una perla di storia e di arte, con una piazza medievale meravigliosa e un’accoglienza strepitosa: grazie! Non so se avete notato che quelli del Pd sono un po’ preoccupati… Non si molla! Insieme si può! #26gennaiovotoLega”. Così scrive su Facebook il segretario della Lega, Matteo Salvini, parlando delle elezioni regionali del 26 gennaio in Emilia Romagna. “Voteranno donne e uomini, non uccellini o pesci, è questo il bello. A sinistra vivono male, noi andiamo avanti con il sorriso e senza rancore”, si legge in un altro post.
“Ieri abbiamo fatto 6 incontri in 6 piazze diverse ed erano una più piena e bella dell’altra. Ho ottime sensazioni”, ha detto in mattinata, intervendo a Radio Crc. “Sono molto contento – ha aggiunto Salvini -stanco perché si è lavorato tanto, senza domeniche e anche oggi in una giornata di festa. Ora sono in Romagna, poi sarò a Bologna, Ferrara e in provincia di Ferrara, domani in provincia Modena e in provincia di Reggio Emilia. Sono contento, il contatto con la gente è vita, passione, suggerimenti, critiche e proposte”.
Quanto alla Valle d’Aosta, “un’intera Regione ostaggio di poltronari e incapaci! Vergogna. I Valdostani meritano onestà, serietà e competenza: al voto subito, la squadra della Lega è pronta”, dice Salvini.