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“Irregolarità nei test di Medicina in tutta Italia”(Altre News)

“Irregolarità nei test di Medicina in tutta Italia”

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“A Milano plichi aperti e sorteggi sospetti. A Napoli risposte modificate durante la consegna del compito e a tempo scaduto. E ancora: smartphone in aula, domande simili tra i test di Medicina e quelli di Veterinaria del giorno prima. Senza contare il mancato rispetto delle norme anti-Covid”. Lo denuncia Consulcesi, network legale dei professionisti sanitari, indicando alcune delle anomalie registrate oggi nelle università dove si sono svolti i test di ammissione alla Facoltà di Medicina e Veterinaria. Per monitorare le irregolarità, Consulcesi ha inviato decine di consulenti nelle università di Roma, Napoli, Milano, Firenze, Palermo, Padova, Bari, Torino, Ferrara, Pavia, Pisa. Questi hanno parlato direttamente con i candidati e hanno chiesto loro se avessero riscontrato delle anomalie.

“La situazione sarà più chiara nelle prossime settimane – dichiara Massimo Tortorella, presidente Consulcesi – ma abbiamo raccolto a Milano e in vari atenei segnalazioni di apertura delle buste del test prima delle ore 12 con sorteggi sospetti; domande simili al test di Veterinaria del giorno prima; device trovati negli zaini degli esaminandi. E poi abbiamo saputo anche di persone positive al Covid-19 o in quarantena escluse dal test, a cui non è stata proposta una data alternativa”. Sono quindi già decine le segnalazioni raccolte sul portale www.numerochiuso.info , sui canali social e dai consulenti presenti fisicamente in diverse università in giro per l’Italia.

“Il caso più eclatante è alla Statale di Milano, in cui Francesco (nome di fantasia) – avverte Consulcesi – riferisce la presenza di plichi già aperti e di un sorteggio sospetto tra gli studenti per andare a recuperare i nuovi test. La commissione avrebbe annunciato prima del sorteggio un nome di una candidata e poi, guarda caso, sarebbe stato sorteggiato proprio quel nome…Inoltre, racconta Francesco, il tempo di recupero dei nuovi plichi è stato di ben oltre venti minuti, forse il tempo di consegnare eventuali risposte. Alla Federico II di Napoli sono state segnalate risposte modificate durante la consegna del compito ed a tempo scaduto. Studenti da tutta Italia hanno fanno notare che le domande erano molto simili a quelle del test di veterinaria del giorno prima. Altre segnalazioni sono relative alle regole anti-Covid che non sarebbero state eseguite in maniera corretta”.

Le perplessità denunciate da Consulcesi non riguardano solo le modalità ma anche i contenuti. “Sono infatti state segnalate domande di cultura generale e logica formulate con l’intento di escludere quanti più aspiranti medici in quella che ogni anno diventa sempre di più una battaglia all’ultimo sangue in cui i più furbi spesso prevalgono sui più preparati”, osservano gli esperti del network.

“C’era da aspettarselo – spiega Tortorella – Come ogni anno, test di Medicina e irregolarità sono quasi sinonimi, ma quest’anno le novità introdotte e la difficoltà del test hanno generato tante e gravi irregolarità. È da tempo – continua – che sosteniamo che anche a fronte dell’aumento dei posti disponibili previsto per quest’anno, parliamo ancora di numeri troppo esigui per garantire al nostro Paese un Servizio sanitario nazionale di livello, senza carenze di personale e con medici preparati. Il problema sta alla base: è il sistema ad essere sbagliato e negli anni ha dimostrato gravi lacune, confermando la sua inadeguatezza nel selezionare i medici del domani. A conti fatti, a decidere ogni anno chi deve entrare nelle Facoltà di Medicina sono i ricorsi, non il numero chiuso”.

Parlano gli uomini di Dalla Chiesa: “Era inarrivabile”

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(Silvia Mancinelli)- “Un uomo eccezionale, discreto, riservato, eppure capace di una rara umanità”. Gli uomini del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ricordano così all’Adnkronos, nel 38esimo anniversario della morte, l’ufficiale “appassionato dell’Arma e dei carabinieri, dritto ai suoi obiettivi nella lotta alla criminalità tutta. Eppure capace di affezionarsi ’ai suoi ragazzi’ come un padre. “Sono stato con il generale Dalla Chiesa dal giugno ’77 a ottobre ’79, due anni e mezzo. Da subito fui scelto nella sua segreteria, in via di Ponte Salario, eravamo io e un capitano. Per il generale era essenziale il riserbo, non diceva mai quello che faceva, come o dove andava. Arrivava sempre all’improvviso. Allora avevo 22 anni, ero vice brigadiere e lui per me era inarrivabile” racconta Tommaso Tattesi.

“Uno come Dalla Chiesa si portava dietro l’esperienza – continua – si parlava di lui sulla stampa, in televisione, aveva costituito il nucleo speciale di polizia giudiziaria a Torino. Avere a che fare con lui non era una cosa semplice, incuteva timore a tutti, anche ai colonnelli, non solo a me che ero ragazzino. Già all’epoca lo pensavo, era avanti anni luce rispetto ai suoi colleghi, aveva tre marce in più: la penetrazione dell’ambiente criminale, il controllo del territorio vero, noi studiavamo i documenti delle Brigate Rosse”.

“Un uomo eccezionale, avanti agli altri” ricorda anche Enzo Magrì, nome di battaglia ’Nero’, uno degli ’invisibili’ senza divisa e senza nome della Sezione Speciale Anticrimine dell’Arma dei Carabinieri, voluta e creata dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e raccontata nel libro di Emiliano Arrigo, ’Il coraggio tra le mani’.

“Mi ricordo quando morì la moglie, Dora Fabbo, andai a Torino con quella che all’epoca era la mia fidanzatina – riprende Tattesi – entrai in casa, gli andai vicino, lui era distrutto per la morte della sua compagna di vita. Con gli occhi rossi mi accarezzò quasi come si accarezza un figlio: lì ebbi la sensazione di avere a che fare non con l’uomo duro e difficile ma con un personaggio umano, vero. Quell’istante l’ho fotografato nella mia mente, ricordo perfettamente ancora oggi la stanza dove eravamo”.

“Così come quando tornai in vacanza durante l’accademia – conclude – entrai nel suo ufficio a salutarlo in divisa storica, lui era intento a scrivere, non alzò lo sguardo ma mi misi perfettamente sull’attenti. Senza guardarmi in faccia mi disse: ’Ti dovevo mandare in accademia per vederti salutare bene?’. Si affezionava ai suoi, una volta andò in casa dell’autista, un giovane ragazzo marchigiano che si era congedato, per dirgli davanti ai genitori ’non ti congedare, resta con me’. Della sua morte non ho saputo la sera stessa ma l’indomani mattina in radio, si parlava dell’omicidio, è rimasto un nodo alla gola per parecchi minuti, come fosse stato per me un parente”.

Partita missione Vega, messi in orbita 53 satelliti

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Dopo sette rinvii, ritorno nello spazio senza problemi per Vega: la missione è infatti partita alle 3,51 dalla base spaziale di Kourou in Guyana francese e il vettore europeo, progettato, sviluppato e costruito da Avio, ha perfettamente messo in orbita, su quote diverse, ben 53 tra nano, micro e minisatelliti (da 1 a 400 kg) a beneficio di 21 clienti di 13 differenti Paesi. I satelliti hanno diverse applicazioni, incluse l’osservazione della Terra, le telecomunicazioni, la scienza, la tecnologia e l’istruzione. Questo lancio multiplo – spiega l’Asi – “rappresenta un record per un vettore del Vecchio Continente”.

Si tratta in dettaglio di 7 microsatelliti, insieme a 46 CubeSat più piccoli, tutti messi in orbita in un singolo volo grazie all’innovativo adattatore del carico utile SSMS (Small Spacecraft Mission Service).

L’SSMS è un adattatore modulare in fibra di carbonio progettato da Avio per rispondere alla domanda di servizi di lancio per gruppi di piccoli satelliti pesanti tra 1 kg (CubeSat o gruppi di CubeSat) e 400 kg (Minisat) in orbita terrestre bassa (300 km e oltre dalla superficie terrestre). La progettazione è stata seguita da Sab Aerospace, una pmi italiana indipendente. Il programma SSMS, iniziato sotto l’egida dell’Agenzia spaziale europea (ESA) con il contributo della Commissione europea, darà – ricorda Avio – “slancio alla capacità di offrire apposite soluzioni “ride-share” per il fiorente mercato dei piccoli satelliti”.

A bordo tra gli altri payload rilasciati in orbita anche un laboratorio di microgravità – DIDO3 – nato dalla collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana e quella Israeliana ISA, in cooperazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero della Scienza e della Tecnologia di Israele. A bordo di DIDO-3 quattro esperimenti congiunti italo-israeliani nei settori della ricerca biologica e farmacologica – controllati da terra attraverso un’applicazione mobile – che vedono, per la parte italiana, il coinvolgimento dell’Università Federico II di Napoli, dell’Università di Roma 3, dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Università di Bologna.

L’Asi ricorda come i satelliti messi in orbita questa notte saranno utilizzati per varie applicazioni, tra cui l’osservazione della Terra, le telecomunicazioni, la scienza, la tecnologia e l’educazione. La missione di VEGA VV16 si è conclusa con successo 2 ore e 4 minuti dopo il decollo.

Il “perfetto esordio della nuova piattaforma SSMS avviato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) con il contributo della Commissione europea, consentirà di moltiplicare la capacità di lancio di Vega” spiega l’agenzia che sottolinea come la “realizzazione della piattaforma è il risultato di una collaborazione tra società italiane e della Repubblica Ceca che vede l’Italia come capofila”.

Tra i piccoli satelliti messi in orbita anche un altro contributo italiano: ION CubeSat Carrier (In Orbit NOW) – sviluppato dalla società D-Orbit – si tratta di un vero e proprio satellite, di ingombro ridotto e del peso di circa 150 kg di massa complessiva, che ha la funzione di trasportatore di cubesats.

Festini con coca e minorenni a Bologna, 7 misure cautelari

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Festini a base di sesso e cocaina, in cui risulterebbero coinvolte diverse ragazze tra cui almeno due minorenni, che avvenivano nella residenza di noto imprenditore, chiamata ’Villa inferno’. E’ quanto ha scoperto il nucleo operativo dei carabinieri della compagnia Bologna Centro che oggi ha eseguito sette misure cautelari di vario tipo nei confronti di altrettante persone accusate a vario titolo di induzione alla prostituzione e reati in materia di stupefacenti.

Tra le persone coinvolte nell’indagine, un agente immobiliare, Luca Cavazza, 27 anni, candidato per la Lega con Lucia Borgonzoni alle ultime elezioni regionali, che è ai domiciliari. Domiciliari anche per Fabrizio Cresi. Per l’imprenditore di Pianoro Davide Bacci, proprietario della villa, è invece scattata la custodia in carcere, sulla base dell’ordinanza del gip Letizio Magliaro e delle richieste del pm Stefano Dambruoso.

L’indagine è partita dalla denuncia di una madre che aveva visto dei video nel cellulare della figlia, in cui era ripresa mentre faceva sesso di gruppo. La ragazza avrebbe sostenuto, in sede dei denuncia, di aver partecipato a uno dei festini in cui, dopo aver assunto un grande quantitativo di cocaina, non più lucida, sarebbe stata coinvolta in atti sessuali mentre non era in grado di opporre resistenza. Altri filmati delle serate a base di orge e droga circolerebbero in rete. Oltre alle tre misure cautelari più gravi, a quattro persone è stata applicata la misura dell’obbligo di firma, tra cui un ingegnere. Coinvolti poi anche un avvocato e un ristoratore. La loro posizione sarebbe meno grave perché non coinvolti nell’organizzazione dei festini ma semplici partecipanti. In tutto gli indagati dalla Procura sono otto, tutti bolognesi.

Da quanto è emerso, i festini andavano avanti dall’autunno del 2019 e sono durati fino ai primi mesi del 2020 nella villa di Bacci. La residenza di Bacci, ora in carcere, si trova tra Pianoro e Rastignano, nel Bolognese.

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4 Settembre 2020