Nel 2006 poi scattò l’operazione israeliana ‘Pioggia d’Estate’, nota anche come la guerra dei 33 giorni. A innescarla fu un attacco nello Stato ebraico di miliziani di Hezbollah, che rapirono due soldati e ne uccisero altri otto. Tsahal reagì bombardando dal 12 luglio obiettivi militari di Hezbollah come lanciatori di razzi, ma anche strade, porti e l’aeroporto di Beirut. Dieci giorni dopo scattò l’offensiva di terra, con l’obiettivo dichiarato – lo stesso della nuova operazione – di spingere Hezbollah a nord del fiume Litani. Le ostilità cessarono il 14 agosto, quando Israele, Hezbollah e il governo libanese accettarono la risoluzione 1701 delle Nazioni Unite. Nei combattimenti morirono 1.100 libanesi tra civili e militanti di Hezbollah, 120 soldati delle Idf e oltre 40 civili israeliani. Nel luglio 2008, in seguito a negoziati mediati dall’Onu, i corpi dei soldati rapiti furono restituiti a Israele in cambio di cinque prigionieri libanesi e dei corpi di circa altri 200. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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