Israele ha lanciato l’operazione “Muro di Ferro” a Jenin, nel nord della Cisgiordania. Questa operazione congiunta delle forze di difesa israeliane (IDF) e dello Shin Bet mira a sradicare il terrorismo nella regione. Il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l’operazione rappresenta un passo significativo per rafforzare la sicurezza in Giudea e Samaria.
Dettagli dell’Operazione
Durante l’operazione, che ha coinvolto numerosi militari israeliani e ha seguito un attacco aereo, almeno sei palestinesi sono stati uccisi e 35 sono rimasti feriti. Hamas ha lanciato un appello per una mobilitazione generale in Cisgiordania, invitando la popolazione a intensificare lo scontro con l’esercito israeliano e sventare quella che definisce “l’aggressione sionista” contro Jenin.
Dimissioni Importanti
Il Capo di Stato Maggiore dell’IDF, Herzi Halevi, ha comunicato la sua intenzione di dimettersi il prossimo 6 marzo. Halevi ha ammesso la sua responsabilità per il fallimento delle IDF durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre e ha promesso di completare le indagini su quell’evento prima di lasciare il suo incarico. Anche il capo del Comando meridionale dell’IDF, Yaron Finkelman, ha annunciato le sue dimissioni, citando le sue responsabilità nel massacro del 7 ottobre.
Rilascio di Ostaggi
Hamas ha dichiarato che sabato libererà quattro donne tenute in ostaggio dal 7 ottobre 2023 nella Striscia di Gaza. Questo rilascio avverrà in base a un accordo che prevede la liberazione di ostaggi israeliani in cambio di detenuti palestinesi. Per ogni ostaggio israeliano liberato, 30 detenuti palestinesi vengono scarcerati; se l’ostaggio è un militare, il numero sale a 50. Ci sono ancora sette donne nella lista dei 33 ostaggi che Hamas rilascerà nella prima fase dell’accordo.
Ostaggi da Rilasciare
Tra gli ostaggi ancora detenuti ci sono Shiri Silberman Bibas, rapita insieme alla sua famiglia, e la tedesco-israeliana Arbel Yehud. Nell’elenco figurano anche cinque giovani soldatesse israeliane rapite, tutte appartenenti all’unità di sorveglianza elettronica dell’IDF. Karina Ariev, una delle soldatesse, è apparsa in un video di propaganda di Hamas implorando il governo israeliano di fermare la guerra.
Riconoscimenti a Trump
La leadership politica di Hamas ha riconosciuto al nuovo presidente americano Donald Trump il merito di aver posto fine alla guerra nella Striscia di Gaza. Mousa Abu Marzouk, alto funzionario di Hamas, ha lodato Trump per la sua insistenza nel porre fine alla guerra e per l’invio del rappresentante Steve Witkoff, che ha svolto un ruolo decisivo nelle trattative.
Scetticismo di Trump
Nonostante il riconoscimento di Hamas, il presidente Trump ha dichiarato di non avere fiducia nella tenuta dell’accordo di cessate il fuoco. Ha descritto Gaza come un “enorme sito di demolizione” e ha suggerito che potrebbe esserci un piano per la ricostruzione della regione, sottolineando il potenziale di Gaza come località costiera con un clima fantastico.
Critiche dell’ANP
L’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ha criticato la decisione di Trump di revocare le sanzioni sui coloni israeliani in Cisgiordania, sostenendo che questa mossa incoraggia i crimini contro i palestinesi. Il ministero degli Esteri dell’ANP ha denunciato i recenti attacchi dei coloni israeliani che hanno causato 21 feriti.