Anche l’ufficio del ministro dell’Informazione libanese ha ricevuto un ‘invito’ a sgomberare i locali. Lo riferisce l’agenzia libanese Nna secondo cui l’ufficio di Ziad Makary ha ricevuto una telefonata con l’esortazione a lasciare l’edificio che ospita gli uffici del dicastero a Hamra, a Beirut. Dopo la notizia, riporta anche il giornale libanese L’Orient Le Jour, il ministro ha denunciato quella che considera “guerra psicologica” e ha accusato Israele, affermando che “il lavoro al ministero prosegue normalmente”. In precedenza, il portavoce dell’Idf aveva lanciato per la prima volta un ampio avvertimento alla popolazione chiedendo di lasciare le loro case e presagendo così nuovi attacchi. ”Se i cittadini non si sono già allontanati dalle case e dagli altri edifici civili in cui vivono e risiedono, ma dove Hezbollah ha immagazzinato razzi o intrapreso altre azioni, ora devono abbandonare quelle aree”, ha dichiarato. Si tratta del primo avviso di evacuazione di massa rivolto ai cittadini del Libano meridionale, in merito alle aree in cui opera Hezbollah. Non si è parlata di una possibile invasione di terra, come quella nella Striscia di Gaza, ma Hagari ha mostrato come esempio una struttura civile che, alcune settimane fa, Hezbollah ha trasformato in una struttura dalla quale lanciare verso Israele missili di fabbricazione russa. “La continua aggressione israeliana al Libano è una guerra di sterminio in tutti i sensi e un piano distruttivo che mira a distruggere i villaggi e le città libanesi”, ha detto il primo ministro libanese Najib Mikati durante una riunione del governo a Beirut. Mikati, che ha rinunciato a partire per New York dove avrebbe dovuto partecipare all’Assemblea generale dell’Onu, ha quindi rivolto un appello a ”le Nazioni Unite, l’Assemblea generale e i paesi influenti” perché ”fermino l’aggressione” israeliana. Il ministero libanese della Sanità ha ordinato agli ospedali del sud e dell’est del Paese di sospendere tutti gli interventi chirurgici non urgenti in modo da poter gestire meglio l’eventuale afflusso di feriti. Il ministero “chiede a tutti gli ospedali” nei distretti del sud e dell’est di “sospendere tutti gli interventi chirurgici non essenziali per creare spazio per curare i feriti a causa dell’aggressione israeliana in espansione in Libano”, si legge in una nota. Il ministro dell’Istruzione di Beirut, Abbas Halabi, ha annunciato che le scuole resteranno chiuse per due giorni nel sud e nell’est del paese, così come nei sobborghi meridionali della capitale. Il provvedimento riguarda sia le scuole pubbliche, sia quelle private, come precisa l’Lbci. Sottolineando che l’escalation militare rappresenta un rischio per gli studenti, Halabi ha chiesto agli amministratori scolastici di tenersi informati con le note ufficiali del ministero in merito a ulteriori sviluppi Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha avuto un colloquio telefonico con il capo del Pentagono Lloyd Austin per aggiornarlo sulle ”minacce di Hezbollah” e le ”operazione delle Idf” in Libano. Lo ha scritto Gallant sui social spiegando che ha fornito ad Austin ”una valutazione della situazione delle minacce di Hezbollah” e lo ha informato sulle “operazioni delle Idf per ridurre la capacità di Hezbollah di lanciare attacchi contro i civili israeliani”. Gallant ha aggiunto che con Austin ha ”discusso anche della situazione regionale più ampia e delle minacce poste dall’Iran e dai suoi delegati”. Gli Stati Uniti hanno sostenuto di non essere stati informati in anticipo sui dettagli del presunto attacco israeliano della scorsa settimana, in cui sono esplosi cercapersone e walkie-talkie in Libano. Tiene banco tra i media israeliani l’ipotesi che il leader di Hamas Yahya Sinwar possa essere rimasto ucciso in un raid. Verifiche dell’esecutivo sarebbero in corso, mentre l’Idf ha dichiarato di non poter né confermare né smentire le notizie sulla possibile morte del capo di Hamas. L’esercito israeliano ”non può confermare, né smentire” che il leader di Hamas Yahya Sinwar sia vivo o morto, ha detto in un briefing il portavoce Hagari. “Per quanto riguarda quanto emerso negli ultimi giorni sulla situazione di Sinwar, non posso né confermarlo né smentirlo”, ha detto. Tra le fonti consultate dal Jerusalem Post, una di alto livello ha gettato acqua sul fuoco, mentre un’altra ha detto di non avere informazioni reali al riguardo e altre ancora hanno rilevato disaccordi all’interno dell’establishment della difesa. Una famiglia di 3 persone è stata uccisa in un attacco israeliano alla scuola Khalid bin al-Walid, nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza, Lo riporta al Jazeera, precisando che le tre vittime sono un uomo, sua moglie e il loro bambino. L’esercito israeliano ha affermato che l’obiettivo dell’attacco, il terzo contro la scuola, era un centro di comando e controllo di Hamas. La Resistenza islamica in Iraq, vicina all’Iran, ha annunciato questa mattina di aver colpito la base di osservazione Golani delle Idf nel nord di Israele. L’attacco ”è finito”, ha spiegato un funzionario israeliano citato dal Times of Israel. Al momento non si hanno notizie di danni o vittime, ma sono suonate le sirene di allarme in tre città nelle zone meridionali delle Alture del Golan. Le Idf hanno riferito che è stato intercettato e abbattuto un drone lanciato durante la notte dall’Iraq verso Israele passando per la Siria. In diverse comunità del Golan sono stati lanciati gli allarmi e che non si sono registrate vittime, ha aggiunto l’esercito israeliano. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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