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ISTANTANEE D’AUTORE – GIORGIO BRACARDI

Quando ero studente andava di moda ascoltare un programma radiofonico strano: ‘Alto gradimento’.

Dopo qualche anno andava di moda guardare un programma televisivo strano ‘Quelli della notte’.

In entrambe imperversava Giorgio Bracardi, inventore e interprete di tanti stravaganti personaggi e di tormentoni che entravano nel linguaggio comune, tipo ‘fan gala’ e ‘che te freca’, ‘in galera!’, ‘Patroclooooo’…..

Oggi Giorgio è apparentemente un signore distinto e pacato, ma dentro è ancora certamente un vulcano in ebollizione e, quando parla, i suoi personaggi fanno a gara per emergere.

Posso testimoniare che è così.

La nostra conversazione è scoppiettante e ne traggo tante informazioni inedite.

  • Ma da dove spuntò fuori Bracardi?

“Alto gradimento è durato quasi 11 anni.

Quando sono entrato io il programma stava chiudendo e poi, invece, è esploso.

Ogni giorno arrivavano decine di sacchi di liuta pieni di disegni di bambini riferiti a questo uccellaccio preistorico immaginario che era Scarpantibus.

Il mondo dello spettacolo è come un telegrafo, le voci corrono e le notizie si sanno velocemente. Io ero andato in Spagna con il gruppo musicale dei Flippers, perché un elemento del complesso era andato militare e hanno portato me tanto per far numero, io non c’entravo niente.

C’erano decine di radio private che ci cercavano per intervistarci; quando toccava a me io dissi che erano un esploratore e avevo in casa Scarpantibus, ripetendo questo verso che mi ero inventato.

La cosa circolò e quando rientrai a Roma mi chiamarono dalla Rai per scritturarmi nel programma.”

  • Che cosa ti ha insegnato la vita?

“Tante cose che io non sapevo e che avrei preferito conoscere prima, sarei stato più attento. Sono caduto nelle trappole di persone molto furbe, che mi hanno abbindolato. Questo è un discorso lungo… non sempre ho avuto delle belle sorprese.

Io ho un carattere molto socievole, sono un allegrone, anche se vedendomi camminare per strada non si direbbe, e questo viene interpretato come coglioneria.

E m’hanno fregato spesso.”

  • E come spieghi questo tuo carattere?

“Parte è un atteggiamento naturale ma mi ha condizionato anche la mia permanenza da emigrante in Australia. Nelle conversazioni trovavo sempre molta ironia, tante battute spiritose e questo elemento ha condizionato anche me.

In Italia invece si pensa ‘questo è un coglione e mò lo frego’.”

  • Perché eri andato in Australia?

“Io feci il militare e quando mi congedai, poiché suonavo bene il piano e volevo espatriare, avevo due opzioni: o andare in Inghilterra a cogliere le mele o andare in Australia, dove c’era un impresario che mi aveva offerto un bel contratto.

Prima suonare un mese alla Hawaii, che io sognavo dopo aver visto dei film americani e poi battere l’Australia, da Sidney a Melbourne.

Il mio ingaggio era con la Quantas, che oltre ad essere una compagnia aerea, comprendeva vari grandi alberghi.

Il proprietario era un italiano che aveva cambiato il suo nome da Ansetti ad Ansett; dopo l’arrivo di Mussolini aveva preferito espatriare e aveva lavorato sodo fino a diventare un grande imprenditore.

Vi rimasi molto tempo e stavo per prendere la cittadinanza ma avevo molta voglia di fare la televisione e decisi di tornare. Comunque passò ancora molto tempo perché continuavo a girare l’Europa e il Sudamerica suonando con famosi cantanti italiani.

Veramente ero andato alla Rca perché io e mio fratello volevamo proporci come autori di canzoni e invece mi hanno agguantato come pianista.

Fino ad arrivare all’episodio della Spagna con Scarpantibus.

Ma lì intervenne Raffaella Carrà, fu lei a volermi.

  • Chi avevi alle spalle nell’inventare personaggi e linguaggi?

“Nessuno, facevo tutto da solo.

Gli autori che facevano tutto da soli eravamo io e Mario Marenco.

Tra l’altro anche lui aveva provato ad andare in Australia in cerca di lavoro come architetto di grandi opere. E non l’ha trovato (ride). Voleva costruire grattacieli e gli dissero di guardarsi intorno perché grattacieli e grandi opere ce n’erano già tante e certamente non avevano bisogno di lui.

Lui però entrò in trasmissione dopo un anno che c’ero io.”

  • Dimmi la prima situazione strana di allora che ti viene in mente adesso.

“Il grande Jacovitti mi chiamava tutte le mattine alle 7 perché voleva disegnare lui lo Scarpantibus…”

Data:

24 Marzo 2024