La preoccupazione comune per il possibile disimpegno di Donald Trump da alcuni dossier, a cominciare da quello ucraino, ha fatto scattare “la molla” che ha spinto Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron a decidere finalmente di incontrarsi per il loro primo bilaterale ufficiale. Dopo settimane di “dispetti” sull’asse Roma-Parigi, con la premier che parla di “molta panna montata” nel racconto delle divergenze tra i due leader, i due paesi hanno deciso di mettere da parte le divergenze e lavorare insieme.
Alla vigilia di vertici importanti, come il G7 di metà giugno, quello della Nato e quello europeo, Italia e Francia sono d’accordo sulla necessità che gli europei debbano essere tutti allineati “per tenere agganciato” il presidente americano. La battaglia sui dazi continua e resta sempre alto il rischio che gli Stati Uniti si sfilino dal negoziato sull’Ucraina.
L’incontro tra Meloni e Macron, previsto per martedì, dovrebbe essere l’occasione per i due leader di proseguire “la costruzione della fiducia, mettendo fine ai dispetti”. Saranno discussi molti dossier bilaterali, tra cui il tema dei migranti, la competività e le questioni industriali ed economiche, come Stmicroelectronics e Generali-Natixis.
I due leader discuteranno anche di temi internazionali, come il Medio Oriente, con la conferenza di New York sulla soluzione dei due Stati, promossa dalla Francia e dall’Arabia Saudita. L’obiettivo è quello di rafforzare la cooperazione tra i due paesi e di affrontare le sfide globali insieme.
L’incontro potrebbe anche servire a capire se ci sono le condizioni per convocare il vertice intergovernativo Italia-Francia, l’ultimo dei quali risale al febbraio del 2020 a Napoli. Ora tocca a Parigi convocare il prossimo. La Francia e l’Italia sono partner reciprocamente importanti e condividono numerosi interessi comuni, in particolare in campo economico ¹.
Come ha sottolineato la premier Meloni, “Italia e Francia sono due nazioni amiche, alleate, sono due nazioni che hanno posizioni totalmente convergenti su moltissimi dossier”. Certo, ci possono essere delle divergenze, ma i leader discutono e trovano soluzioni senza compromettere i rapporti tra le nazioni.