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ITALIA-FRANCIA:LA DIATRIBA DEL MONTE BIANCO

Sta diventando un vero e proprio, ed incredibile, caso diplomatico quello che vede coinvolte Italia e Francia, che si stanno di fatto contendendo la cima del Monte Bianco.

Il tutto è iniziato da una controversa decisione francese, avallata dal Presidente Macron: la prefettura dell’Alta Savoia ha introdotto alcune norme di tutela ambientale per un territorio che comprende anche zone italiane, in particolare il rifugio Torino, la Punta Helbronner e una parte dello Skyway. Atto, questo, che era stato preceduto un anno fa da un’ordinanza dei comuni di Chamonix e Saint Gervais che vietava le attività di parapendio nelle stesse zone. In quel caso, il governo francese sfruttò il fatto che si trattasse di un atto unilaterale dei due comuni per lavarsene le mani. L’Italia, ovviamente, non aveva riconosciuto l’ordinanza del 27 giugno 2019. Quella della prefettura dell’Alta Savoia, però, getta benzina su un fuoco che, evidentemente, non era ancora del tutto estinto.

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Le misure francesi hanno l’obiettivo di evitare le “derive osservate”, come “l’atterraggio di un aereo” e di “un centinaio di parapendisti” sulla cima del Monte Bianco, ma anche l’“installazione di una Jacuzzi” e “l’ascensione da parte di persone non equipaggiate in modo sufficiente o mal preparate”. Misure sacrosante, che però non possono in alcun modo essere intraprese da uno Stato che non è amministratore legittimo dei territori coinvolti dall’ordinanza. L’evidente necessità di una riflessione sulla qualità della salvaguardia italiana dell’ecosistema della punta del Monte Bianco non può essere addotta come giustificazione per un atto che, nella sua reiterazione per due anni di fila, è un chiaro esempio di bullismo diplomatico, un tentativo di appropriazione di una striscia di territorio molto remunerativa a suon di atti illegittimi. Il tutto aggravato dal fatto che Italia e Francia sono paesi dell’Unione Europea, ed in quanto tali dovrebbero vantare rapporti di amicizia e leale cooperazione, senza eccezione alcuna. Invece, tra un’irruzione di gendarmi francesi armati in territorio italiano (come successe a Bardonecchia nel marzo 2018, ndr) e gli atti amministrativi di cui sopra, la Francia continua a sconfinare impunemente nel nostro territorio nazionale.

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Così, si è resa purtroppo necessaria l’ennesima nota di protesta da parte della Farnesina. Su istruzione del ministro Luigi Di Maio, l’ambasciata a Parigi ha espresso formalmente alle Autorità francesi “il forte disappunto” italiano. “Tali misure unilaterali, che non possono e non devono incidere sul territorio italiano – ha indicato chiaramente Di Maio secondo quanto riferisce una nota della Farnesina – non potranno avere alcun effetto e non sono riconosciute dall’Italia”. Il ministero degli Esteri ha ricordato che la parte francese aveva espresso la propria disponibilità ad affrontare tali questioni all’interno della Commissione mista che si occupa della manutenzione dei confini, evitando atti unilaterali.

Se la Francia non dovesse rispettare le proteste italiane, si potrebbero paventare, o addirittura rendere necessarie, ritorsioni più significative da parte nostra, come ad esempio il ritiro temporaneo dell’ambasciatore.

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Data:

22 Ottobre 2020