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Iva e tasse, niente aumento

Iva e tasse, niente aumento

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Realizzare la maggior parte delle misure della manovra, anche le più costose, senza aumentare le tasse e l’Iva. E’ quanto emerge dalla riunione che si è tenuta in mattinata a Palazzo Chigi. “Riunione molto positiva e il ministro Tria ha preso atto della volontà politica della Lega e del Movimento 5 Stelle di realizzare formule importanti di cambiamento, dal reddito di cittadinanza per gli italiani alla riforma delle pensioni” spiega una fonte leghista presente al vertice, a cui hanno preso parte, tra gli altri, il premier Giuseppe Conte, il vicempremier Matteo Salvini e il ministro dell’Economia.

“Ora c’è l’impegno di tutti ad affinare le proposte e dello stesso ministro Tria a cercare soluzioni” viene spiegato. L’ottica è quella di realizzare la maggior parte delle misure, anche le più costose, con coperture che abbiano un basso impatto sui conti pubblici e comunque senza aumentare le tasse e l’Iva perché “senza crescita non può esserci sviluppo e non si cambia il Paese”.

QUOTA 100 – La Lega conferma, tra le altre cose, quota 100 sulle pensioni (62 + 38), la riforma fiscale e propone un sistema snello di ammodernamento delle opere pubbliche che consentirebbe un miglioramento delle infrastrutture da affiancare all’apertura di cantieri più impegnativi. I tecnici di maggioranza sono in queste ore al lavoro per verificare impatti di crescita e spesa sui conti pubblici in vista della manovra.

DI MAIO – “Ho avuto notizie dalla riunione” dice poi Luigi Di Maio in un video su Facebook. “Si sono fatti passi in avanti perché il nostro obiettivo è applicare il reddito di cittadinanza, superare la legge Fornero e abbassare tasse con un sistema di flat tax. Ma bisogna fare ancora passi avanti”.

MANOVRA – “Ci dobbiamo togliere dalla testa i numerini. Dimenticare i numerini e pensare ai cittadini – aggiunge Di Maio -. Questo è il primo obiettivo che vogliamo mettere al centro della legge di Bilancio, altrimenti diventeremmo un Padoan qualunque”.

IL 2% – “Dal vertice di oggi sono emersi 3 punti fermi: reddito di cittadinanza, quota 100 e flat tax. In particolare siamo soddisfatti perché si è deciso di mettere da parte alcune misure per garantire il superamento della Fornero” sottolineano poi fonti M5S. “C’è stata inoltre condivisione – aggiungono – su quella che è sempre stata la linea M5S, cioè che i cittadini vengono prima delle virgole: perciò non ci sono tabù intorno al 2% da parte di nessuno, l’importante è la credibilità della politica economica”.

CONTE – E “sulla manovra la fumata bianca è già iniziata” ha detto poi in serata il premier Conte in un’intervista trasmessa via Facebook, facendo riferimento agli incontri con i ministri e i leader della coalizione.

Di Maio: “Reddito cittadinanza solo a italiani”

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Il reddito di cittadinanza? Sarà solo per i “cittadini italiani”. Lo assicura il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, che in un’intervista a Radio Anch’io ha deciso di rispondere così al titolare dell’Economia, Giovanni Tria, che ieri in audizione al Senato aveva specificato come la misura sarebbe stata rivolta anche agli stranieri.

“Noi abbiamo corretto la proposta di legge che avevamo presentato anni fa, nel 2014. E’ singolare che ritorni in auge. Già nel 2016 l’abbiamo modificata. Stiamo lavorando sulla platea. E’ logico che la devi restringere ai cittadini italiani“, ha detto Di Maio, perché per l’assegnazione del reddito “è chiaro che è impossibile, con i flussi migratori irregolari, non restringere la platea e assegnare il reddito di cittadinanza ai cittadini italiani”.

’’Ormai – ha poi continuato il ministro del Lavoro parlando di deficit nel giorno del vertice di governo sulla manovra – diamo per scontato che la politica non fa quello che promette in campagna elettorale. Noi, invece, faremo quello che abbiamo promesso. Oggi si tiene una riunione sulla legge di bilancio. Il tema non è sforare il deficit, ma invece quante risorse ci servono per fare le cose che abbiamo promesso in campagna elettorale. Lo faremo con tagli agli sprechi, ma anche se facciamo un po’ di deficit, poi cresceremo il prossimo anno e rilanciamo l’economia. Questo governo lavora ad una legge di bilancio che mette al centro gli italiani e non le lobby e le banche’’.

Olimpiadi, Toninelli rilancia Torino

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“Rimango personalmente dell’idea che quella di Torino sia la scelta migliore sotto tutti i punti di vista, soprattutto della convenienza economico e strutturale, vista l’esperienza passata, e che l’idea di tre città sia quanto meno caotica e difficilmente percorribile e anche la più costosa in termini di soldi pubblici”. Così il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli a proposito della candidatura italiana alle Olimpiadi invernali del 2026.

“Sono d’accordo con il vicepremier Di Maio – ha proseguito – quando dice che lo Stato non deve mettere soldi sulle Olimpiadi perché prima dobbiamo mettere in sicurezza migliaia di ponti strade, viadotti e gallerie che i precedenti governi hanno lasciato abbandonato, quindi, mi sembra più giusto mettere lì i soldi”. “So che la Lega fa ragionamenti diversi – ha concluso – faremo un giusto Consiglio dei ministri appena sarà possibile farlo e troveremo come in tutte le altre questioni troveremo una soluzione condivisa di maggioranza”.

GIORGETTI – Ma per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, sulle Olimpiadi del 2026 “la settimana scorsa ho mandato una bozza di protocollo d’intesa alle tre città. Se lo sottoscrivono” la vicenda “può rinascere. Ma non mi sembrano intenzionate a farlo e quindi la vicenda è chiusa” ha detto arrivando a Atreju18 per un dibattito con il vice presidente della Camera Fabio Rampelli (Fdi).

Rai, Cda vota ancora Foa presidente

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Via libera dal Cda della Rai al Foa bis. Il consiglio d’amministrazione riunitosi a Viale Mazzini ha votato la nomina di Marcello Foa, con 4 voti a favore, un voto contrario e un astenuto. Ora, per diventare effettiva, la nomina del presidente dovrà ottenere il parere favorevole di una maggioranza qualificata (almeno i due terzi) della Vigilanza. La commissione è convocata mercoledì 26 settembre alle 13 per l’audizione di Marcello Foa. Subito dopo voterà per l’approvazione della nomina del presidente del Cda Rai.

A votare contro nella seduta del Cda di oggi è stato il consigliere d’amministrazione Rita Borioni mentre ad astenersi è stato il consigliere Riccardo Laganà. Foa non ha partecipato al voto per ovvi motivi di opportunità. Mentre i quattro voti favorevoli sono stati espressi da Igor De Biasio, Giampaolo Rossi, Beatrice Coletti e dall’ad Fabrizio Salini. Lo stesso schema di voto che si era verificato circa un mese e mezzo fa.

È la seconda volta infatti che Foa viene votato per la presidenza dalla maggioranza del Cda. Era già accaduto il 31 luglio scorso (sempre con voto a maggioranza) ma poi il primo agosto la nomina non aveva ottenuto il placet della Vigilanza, dove sia Pd che Leu e Forza Italia non avevano votato.

La nomina di oggi segue l’approvazione, avvenuta mercoledì scorso, di una risoluzione della stessa Vigilanza che invitava il Cda di Viale Mazzini a procedere alla nomina del presidente dell’azienda entro mercoledì prossimo, senza escludere la candidatura di Marcello Foa. La risoluzione, approvata con i voti a favore di Lega, M5S e Fratelli d’Italia, l’opposizione di Pd e Leu e l’astensione di Forza Italia, invitava anche il presidente in pectore a presentarsi in audizione a San Macuto prima del nuovo voto che dovrà rendere effettiva la nomina. Questa volta dovrebbero essere i voti di Forza Italia a permettere l’approvazione del parere positivo su Foa con una maggioranza dei due terzi della commissione.

Lo ’schema’ del voto di oggi viene confermato anche nella nota ufficiale diffusa dall’azienda, dove si legge: “Il Consiglio di amministrazione della Rai si è riunito questa mattina a Viale Mazzini coordinato dal Consigliere anziano Marcello Foa e alla presenza dell’Amministratore delegato Fabrizio Salini. Il Cda, anche a seguito dell’atto di indirizzo della Commissione di Vigilanza Rai, ha proceduto alla nomina di Marcello Foa come presidente del Cda. Il consiglio ha eletto a maggioranza il Presidente con il voto contrario del consigliere Rita Borioni e l’astensione del consigliere Riccardo Laganà. Marcello Foa ha lasciato la Sala del Consiglio al momento della votazione. La nomina per divenire efficace dovrà essere confermata con il voto a maggioranza qualificata dei due terzi da parte della Commissione Parlamentare di Vigilanza”, conclude la Rai.

BORIONI: “PRESENTATA FORMALE DIFFIDA A PROCEDERE” – “All’inizio della seduta odierna del Cda, ho presentato formale diffida a procedere all’elezione di Marcello Foa, visti i chiarissimi profili di illegittimità della stessa. Nonostante ciò, il Cda ha deciso di procedere ugualmente. A questo punto mi riservo qualsiasi azione a tutela dell’azienda stessa”. Lo dichiara il consigliere d’amministrazione della Rai Rita Borioni a proposito della nomina di Foa, sulla quale ha espresso voto contrario. “La Rai – dice ancora Borioni – non dovrebbe forzare regole e procedure consolidate per sottostare ai diktat di alcune fazioni politiche”.

PROTESTE USIGRAI – “E così il CdA della Rai ha eseguito ancora una volta gli ordini arrivati da fuori”. Inizia così la nota congiunta di Fnsi e Usigrai sulla nuova nomina di Marcello Foa.

“Prima – sottolineano le due organizzazioni sindacali – ha accettato l’illegittimo diktat governativo, poi ha piegato gli interessi aziendali lasciando l’azienda in stallo per oltre un mese e mezzo, e infine – come nel gioco dell’oca – è tornato al punto di partenza nominando la persona prescelta dal governo e ora santificata sull’altare del conflitto di interessi”.

“Dunque, ancora una volta, dopo le promesse di una Rai libera e autonoma dai partiti, ci troviamo di fronte a una Rai con vertici scelti dal governo, in alleanza con il partito del conflitto di interessi”, concludono Fnsi e Usigrai.

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22 Settembre 2018