“È una lotta corpo a corpo, orribile, spaventevole; austriaci e alleati si calpestano, si uccidono a vicenda sui cadaveri insanguinati, si accoppano con il calcio dei fucili, si spaccano il cranio, si sventrano con Ie sciabole e con la baionetta; è una lotta senza quartiere, una carneficina, un combattimento di belve feroci, furiose e assetate di sangue; anche i feriti si difendono fino all’ultimo anelito: chi non ha più un’arma si avventa suI suo avversario dilaniandogli la gola con i denti”.
Così Henri Dunant, imprenditore e filantropo svizzero, descriveva l’orrore della guerra. Lui descriveva con dovizia di particolari anche macabri la battaglia di Solferino, del 24 giugno 1859, tra l’esercito franco-piemontese e quello austriaco.
Questi particolari, però, non servivano per soddisfare curiosità morbose, ma per denunciare orrori che altrimenti sarebbero rimasti taciuti. Come il fatto che non venissero risparmiati i feriti, ma al contrario venissero barbaramente trucidati insieme a chi cercava di soccorrerli.
Una guerra spietata e senza regole. Per questo Henri Dunant, nel suo libro, proponeva due principi fondamentali: il riconoscimento del ruolo neutrale di chi presta soccorso, e la creazione, in ogni paese, di un ente dedicato alla cura e assistenza dei feriti.
E proprio questo libro, che destò scalpore in tutta Europa, è all’origine sia della fondazione della Croce rossa, sia della prima Convenzione di Ginevra, nel 1864, «per il miglioramento delle condizioni dei militari feriti in guerra».
Nel 1949 furono poi adottate le “nuove” Convenzioni di Ginevra, tra cui quella dedicata alla protezione delle persone civili in tempo di guerra.
Convenzioni che si fondano su principi umanitari imprescindibili e soprattutto per la generalità dell’adesione sono stati dichiarati parte del diritto internazionale consuetudinario, la cui violazione rappresenta un grave illecito internazionale.
Diritti umani, principi fondamentali, Stato di diritto, pace. Sono belle parole che esseri umani come noi hanno scritto nei trattati, ma che altri esseri umani come noi non sono in grado di comprendere, rispettare, applicare.