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Kim Jong-un e le follie di regime

Il 18 dicembre 2011, giorno successivo alla morte del padre, Kim Jong-un viene eletto leader supremo della Repubblica Popolare Democratica di Corea (Corea del Nord). Cosa ci sia di “democratico” in un governo che si contraddistingue per un elenco di atrocità in continuo aggiornamento è poco comprensibile. Gli eventi raccapriccianti che si sono susseguiti negli anni sono balzati alle cronache di tutto il mondo.Il caso più noto, che a lungo ci ha fatto sperare in una fake news, è la morte di Jang Song Thaek, zio del leader nordcoreano, che sarebbe stato divorato vivo da cani affamati. L’orribile esecuzione sarebbe durata circa un’ora, Kim vi avrebbe assistito assieme a 300 alti funzionari.Nell’agosto del 2013, l’ex fidanzata di Kim, Hyon Song-woi, viene fucilata insieme ad altre undici persone perché accusate, secondo fonti sudcoreane, di pornografia per essersi fatte fotografare mentre avevano rapporti sessuali. Il design insoddisfacente del terminal dell’aeroporto Pyongyang, è costato la vita all’architetto Ma Won-chun. Il progettista avrebbe elaborato una struttura di scarso gradimento del capo di Stato.Il 30 aprile 2015 è la volta del responsabile della Difesa Hyon Yong-chol. A quanto riportato da un funzionario dell’intelligence sudcoreana, la guida delle forze armate popolari, si sarebbe addormentato durante un evento militare presieduto dal capo di regime e non avrebbe seguito a dovere le istruzioni del dittatore. L’assurdità della motivazione è superata solo dalle modalità di esecuzione della condanna: Hyon Yong-chol pare sia stato giustiziato da un plotone di esecuzione munito di armamenti pesanti.

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In progressione temporale, l’ultimo degli omicidi di regime si configura con una macabra trasposizione da finzione cinematografica a brutale realtà. L’avvelenamento da gas nervino all’aeroporto di Kuaka Lumpur di Kim Jong-nam, fratellastro del leader. La difesa di Stato punta su un’improbabile quanto fantasiosa responsabilità dell’America e della Corea del Sud.Gli episodi a danno della popolazione inerme, continuano con sparizioni ed epurazioni, mentre la lista di misure pro regime intesse ogni manifestazione sociale. Le elezioni aperte ad un solo candidato per distretto, attentamente selezionato dal partito di Kim, e le conseguenti accuse di alto tradimento per i voti contrari e gli astenuti. La bizzarria del cambio del fuso orario con l’istituzione “dell’ora di Pyongyang” e il maniacale controllo al microscopio di ogni singola foglia di insalata che finirà nel piatto del leader. La passione smisurata per la buona cucina, lo avrebbe spinto ad inviare, nel 2014, dei funzionari presso una scuola culinaria francese per imparare a riprodurre fedelmente i sapori europei. In una sola notte, Kim Jong-un si è vantato di aver bevuto 10 bottiglie di Bordeaux.

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L’attività militare nordcoreana preoccupa il mondo. Le discutibili esercitazioni hanno inizio sotto la guida del padre dell’attuale leader, Kim Jong-il. All’esplosione di un chilotone, pari a mille tonnellate di tnt, segue il blocco della vendita di ogni equipaggiamento militare a Pyongyang. Consequenziali, le misure di ristrettezza ad opera del Consiglio di Sicurezza Onu, che di fatto impone l’embargo su tecnologie e strumenti legati allo sviluppo di armi nucleari.Il test nucleare del 25 maggio 2009 con l’esplosione di due chilotoni allerta il presidente americano Barak Obama che parla di “grave minaccia”. Il Consiglio di Sicurezza Onu rafforza le sanzioni contro Pyongyang, vietando al regime la vendita di ogni arma o equipaggiamento militare.Il 12 febbraio 2013 Il primo test dopo la salita al potere del nuovo leader, Kim Jong-un, coincide con il terzo test nucleare. La potenza sviluppata dalle esplosioni è, secondo le stime, pari a 6-7 chilitoni. Washington si affretta a trasferire nella Corea del Sud sistemi di difesa antimissile e bombardieri Stealth in grado di sganciare bombe nucleari, mentre il segretario di Stato John Kerry avverte Kim che, in caso di conflitto con gli Usa, sarebbe certamente sconfitto. L’Onu intanto rafforza le sanzioni.Il 6 gennaio 2016 è la volta del test di una bomba all’idrogeno miniaturizzata. Kim se ne vanta alla tv di Stato, enfatizzandone il successo, ma gli esperti internazionali non sono in grado di confermare che il test sia davvero avvenuto. Certo invece è il rinnovato inasprimento delle sanzioni: il Congresso americano approva una legge che autorizza l’amministrazione di Washington a sanzionare individualmente chiunque stringa rapporti commerciali o finanziari con Pyongyang. Una risoluzione Onu vieta alla Corea del Nord di lanciare missili balistici e impone agli Stati membri di ispezionare le navi cargo dirette in Corea del Nord. Gli Stati Uniti incrementano il sistema di difesa antimissile THAAD nel Pacifico che Pyongyang chiede di smantellare in cambio dell’immediata cessazione degli esperimenti. Obama respinge la proposta.Il sesto test nucleare nordcoreano è datato 9 settembre 2016, il secondo nell’arco di un anno. Lo scoppio genera un sisma di magnitudo 5.3. La potenza generata è di 10 chilotoni, pari a quella delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki. In dieci anni, la potenza si è decuplicata. Gli Stati Uniti lavorano congiuntamente con l’Onu per rafforzare l’efficacia delle sanzioni esistenti. Pechino accetta di cessare le importazioni di carbone nordcoreano con gravi riflessi sull’economia di Pyongyang.

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Il rischio di liquidare il dittatore nordcoreano Kim Jong-un, tacciandolo di irrazionalità, rischia di indurre ad errori di calcolo. “La Corea del Nord è stata sempre considerata una barzelletta, ma ora questa barzelletta è in possesso di armi nucleari”, sottolinea John Park, direttore del Korea Working Group alla Harvard Kennedy School. “Se ritenete Kim Jong-un una persona irrazionale, lo state implicitamente sottovalutando”.Benjamin Smith, esperto del regime e studioso dell’università della Florida, osserva “lui, il padre, il nonno, sono riusciti a restare al potere per un periodo che in America ha visto alternarsi al potere una serie di presidenti, da Truman in poi”.“Lui ha buoni motivi per temere complotti ad alti livelli del suo governo, in particolare tra i militari e la polizia segreta -spiega Andrei Lankov, ricercatore russoche ha studiato all’università di Pyongyang – puoi corrompere questa gente, ma potrebbero sempre tradirti. Li devi terrorizzare, e questo è quello che fa”.“La Corea del Nord è pronta a reagire ad ogni tipo di guerra desiderata dagli Stati Uniti”, ha detto, secondo fonti dell’agenzia nordcoreana KCNA, il portavoce del ministero degli Esteri di Pyongyang, Han Song Ryol. Il viceministro ha accusato il presidente Trump di aver creato un circolo vizioso carico di tensioni, tanto che le forze armate di Pyongyang – asserisce la KCNA – sarebbero pronte a “distruggere in modo spietato”gli Stati Uniti se Washington attaccasse la Corea del Nord.Il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, in un’intervista rilasciata all’Independent Journal Review, ha affermato che le relazioni tra Washington e Pechino si trovano ad un punto di flessione che va gestito con attenzione.Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha invitato gli Stati Uniti a rimanere con i “nervi saldi” davanti alla questione nordcoreana.”La situazione è ad un bivio, ma bisogna impedire che sfoci in un conflitto. Il dialogo è l’unica via […] il vincitore non sarà chi dice le cose più forti o chi mostra di più i muscoli: se ci sarà una guerra, il risultato sarà una situazione in cui non ci sarà alcun vincitore, chiunque crei problemi nella penisola si assumerà le proprie responsabilità e ne pagherà il prezzo alla storia”.Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ribadisce la necessità di esercitare moderazione, in quanto ogni passo può essere interpretato come una provocazione. La Russia conferma il sostegno alle forze politiche e diplomatiche per la soluzione di tutte le crisi, inclusa quella nordcoreana.

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Intanto dall’Italia il senatore Razzi si dice pronto per la missione in Nord Corea: “Vado a calmare le acque”.“Sono sicuramente disposto a sacrificarmi e a fare lo scudo umano, per il bene del mondo. Non ho assolutamente paura di andare lì, nessuno ti ruba niente”. Lo ha precisato dai microfoni di Un giorno da pecora su RadioUnoRai. “Trump mi aveva promesso che avrebbe aperto un dialogo con la Corea del Nord, non è vero che loro cercano guai… Sono sicuramente disposto a sacrificarmi e a fare lo scudo umano, per il bene del mondo!”. Dopo il selfie siriano con Assad è pronto al bis? “Un selfie con Kim-Jong Un? Se me lo chiede…”.

Data:

20 Aprile 2017