La Corea del Nordtorna a minacciare il lancio in tempi brevi di quattro missili Hwasong-12 a 30-40 chilometri dall’isola di Guam, dove gli Stati Uniti mantengono una base militare, come “avvertimento” perché “con una persona priva di ragione come Donald Trump sembra che non sia possibile il dialogo, ma che solo la forza assoluta possa funzionare”.
Il presidente americano “ha espresso opinioni prive di senso, senza cogliere la grave situazione in corso”, ha affermato il generale Kim Rak Gyomm, comandante delle forze strategiche nordcoreane, secondo quanto rende noto l’agenzia ufficiale di Pyongyang ’Kcna’.
“L’azione militare che il comando sta adottando sarà un rimedio effettivo per contenere le mosse agitate degli Stati Uniti in Corea del Sud e nelle sue vicinanze”, ha aggiunto il militare, precisando che il piano sarà completato entro metà mese e in seguito i militari rimarranno in attesa dell’ordine del comandante in capo delle forze nucleari della Corea del Nord.
RISPOSTA DI TOKIO – Il Giappone ha intanto condannato la minaccia nordcoreana definendola “assolutamente inaccettabile”, come dichiarato dal portavoce del governo giapponese, Yoshihide Suga, che ha parlato di “azioni provocatorie” da parte di Pyongyang. Tokio ha quindi sollecitato la Corea del Nord “ad accettare con serietà il deciso avvertimento della comunità internazionale” e a “rispettare le richieste delle sanzioni imposte dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e ad astenersi da ulteriori provocazioni”.
Il Giappone ha rivendicato poi il diritto di intercettare eventuali missili balistici nordcoreani lanciati contro Guam. In Parlamento, il ministro della Difesa Itsunori Onodera ha spiegato che sarebbe consentito colpire un missile diretto verso il territorio americano nel Pacifico, se considerato una minaccia cruciale al Giappone.
Russiagate, blitz Fbi in casa ex capo campagna Trump
Con un blitz all’alba, agenti dell’Fbi hanno perquisito la casa di Paul Manafort, l’ex manager della campagna di Donald Trump al centro del Russiagate. La perquisizione è avvenuta il 26 luglio scorso, all’indomani quindi della sua deposizione, a porte chiuse, di fronte alla commissione intelligence del Senato, ma è stata rivelata solo oggi dal Washington Post.
Secondo quanto rivelato dal Post, nella casa di Alexandria sono stati sequestrati documenti e altro materiale. Una perquisizione così plateale, con il blitz all’alba, è arrivata completamente a sorpresa, hanno rivelato fonti informate, proprio perché avvenuta dopo che Manafort avrebbe segnalato la volontà di cooperare con l’inchiesta presentandosi a testimoniare al Senato. “Se l’Fbi voleva i documenti, bastava chiederli e lui l’avrebbe consegnati”, ha detto una delle fonti, vicine alla Casa Bianca.
Ma, invece, il procuratore speciale del Russiagate Robert Mueller e i suoi investigatori hanno convinto il giudice federale che ha autorizzato il blitz che, per qualche ragione, non ci si poteva fidare di Manafort per quanto riguarda la consegna dei documenti. La mossa ha rinforzato i timori degli amici dello stratega elettorale che Mueller stia cercando prove che possano inchiodare Manafort nella speranza che questi possa poi fornire informazioni compromettenti di Trump.
Dopo le rivelazioni del Post, un portavoce di Manafort ha confermato il blitz di fine luglio. “Agenti dell’Fbi si sono presentati con un mandato di perquisizione in una delle abitazione di Manafort che ha costantemente collaborato con le forze e lo ha fatto anche in questa occasione”, ha dichiarato Jason Maloni. A capo della campagna di Trump tra il giugno e l’agosto del 2016, Manafort era stato costretto a dimettersi dopo pochi mesi quando emersero i pagamenti che aveva ricevuto come consulente del deposto governo filorusso in Ucraina.
Nelle settimane precedenti alla sua deposizioni, il suo nome era venuto fuori come uno dei partecipanti alla controversa riunione con un’avvocata russa che aveva promesso a Donald Trump jr. materiale compromettente su Hillary Clinton. Dopo la sua deposizione al Congresso, era stato detto che Manafort aveva fornito informazioni e materiale anche su quell’incontro. Ma evidentemente questo non era stato considerato abbastanza da Mueller. “Ovviamente il blitz conferma che il focus degli investigatori è su Manafort”, ha commentato Samuel Buell, ex procuratore federale, ora docente alla Duke Law School.
Francia approva legge per moralizzare politica
Il parlamento francese ha approvato in via definitiva, e a larga maggioranza, la seconda tranche della legge sulla moralizzazione della vita politica. La legge – che rappresenta uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale del presidente Emmanuel Macron – è stata approvata con 412 voti a favore, 74 contrari e 62 astenuti.
Quella votata oggi (la ’parte organica’), ultimo atto della legge di riforma, prevede, tra le altre misure la soppressione graduale della riserva parlamentare, ovvero di quella somma, oggi pari a circa 140 milioni di euro, assegnata a senatori e deputati persovvenzionare attività o associazioni, molto contestata perché ritenuta una pratica clientelare.
Giovedì scorso era stata approvata la parte che prevede il divieto di assumere familiari come collaboratori, la soppressione degli indennizzi per spese di mandato e l’inelegibilità se il candidato ha commesso crimini o reati che mettono in dubbio la sua integrità morale, oltre a misure per prevenire conflitti di interesse.