La direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva è accusata di aver chiesto di modificare la posizione di Pechino mentre era alla Banca Mondiale, in particolare nel rapporto economico “Doing Business” del 2018.
Questo rapporto tracciava una classifica di Stati dove sarebbe stato più agevole scegliere di avviare un’attività imprenditoriale, avere accesso a diversi tipi di credito e pagare le tasse. In base a quanto riportato dall’indagine, la Cina avrebbe dovuto ricoprire la posizione numero 85, mentre si è ritrovata al 78° posto. Il cambiamento aveva provocato all’epoca le dimissioni del premio Nobel per l’Economia, Paul Romer, che in un’intervista al Wall Street Journal dichiarò che la Cina aveva condizionato la banca con il fine di modificare le bozze dei rapporti.
Se tali accuse dovessero effettivamente avere un riscontro,tutte le posizioni del rapporto stilato dal FMI verrebbero messe in discussionee ciò potrebbe generare non pochi problemi, specialmente tra Cina e Stati Uniti. Gerogieva, dal canto suo, si è difesa affermando di essere totalmente estranea alle accuse.
La vicenda rischia di compromettere anche i rapporti tra Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale: Justin Sandefur, osservatore della Banca Mondiale presso il Center for Global Development, sostiene che il Fondo Monetario Internazionale dovrebbe garantire l’integrità delle statistiche economiche internazionali e assicurare che le informazioni siano elaborate in maniera corretta. Qui si tratterebbe di una vera e propria manipolazione di dati, di cui Georgieva potrebbe essere chiamata a rispondere.
Le accuse a Pechino sono una vera e propria doccia fredda, considerato che Kristalina Georgieva aveva lavorato strenuamente con l’ex Presidente Jim Yong Kim per costruire rapporti di fiducia con la Terra del Dragone. Tutto ciò in armonia con le direttive geopolitiche impartite dall’Amministrazione Obama, che aveva nominato proprio Kim al vertice della Banca Mondiale. Ora però la posizione della direttrice del Fondo Monetario Internazionale sembra essere molto discutibile.
La Banca Mondiale ha deciso solo successivamente di annullare la pubblicazione del nuovo rapporto “Doing Business” 2021, poiché secondo l’indagine il problema dei dati modificati riguarderebbe anche l’Arabia Saudita, nei dati del 2020.