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L’ ITALIA AL PALO

In Italia il tasso di disoccupazione è superiore al 10% sebbene in Europa ci siano paesi in cui il lavoro rappresenta una certezza, e la disoccupazione è un fenomeno irrilevante.The Bosting Consulting group in un report di queste ultime ore, ha stilato una classifica dei paesi dove è più facile trovare un lavoro; tra i 152 paesi nel mondo considerati, la Norvegia detiene il primo posto, seguita da Islanda e Svizzera con un alto tasso di occupazione.

L’Italia risulta essere al trentesimo posto della classifica e a causa della disoccupazione dal 2008 al 2016 si sono trasferiti all’estero circa mezzo milioni di italiani.La Germania, seguita dal Belgio, possiede il maggior numero di aziende con postazioni aperte; qui la categoria di personale medico e paramedico è la più richiesta. Lo stipendio è alto, e il tasso di disoccupazione è un fenomeno irrilevante.

Ma perché invece il Belpaese è al palo?

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Le vicende della storia italiana di recente generazione, hanno dimostrato come le imprese italiane ambiscano guadagnare competitività nel mercato internazionale, stringando i salari e approfittando delle svalutazioni monetarie. Un motivo di decrescita di un’Italia del ristagno può essere imputato alla maggiore importanza data alle piccole imprese e all’artigianato per esempio, dove persiste poca innovazione e la decrescente produttività del lavoro è strettamente legata ad un calo degli investimenti.

Tra i lavori più richiesti in Italia ci sono fabbri, montatori, saldatori, meccanici e operai di macchine, secondo un rapporto realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal, pubblicato quest’anno. Manca la domanda di queste figure professionali ed anche di altre quali autisti, magazzinieri, estetisti e addetti alla ristorazione. Difficili da reperire sono inoltre i professionisti contabili e della finanza, e i programmatori delle start-up.

Un altro motivo da prendere in considerazione è che i giovani non accettano la prima cosa che gli viene offerta, perché troppo choosy (schizzinosi), prendendo a prestito una definizione della ex ministra Elsa Fornero che li reputava tali, in quanto non si accontenterebbero di fare la prima cosa che capita loro, sperando di spendere la loro istruzione in un settore inerente alla loro formazione scolastica. E’ vero, anche che noi italiani scansiamo quei lavori faticosi come magazzinieri, badanti, pulizie e similari che lasciamo svolgere agli extracomunitari, sebbene tante volte un elemento richiesto sia quello legato all’esperienza, che frena chi non è allenato in questi lavori umili e faticosi.

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Data:

25 Dicembre 2018