La Calendula è conosciuta per i suoi fiori di un bel giallo arancio molto luminoso, che seguono il corso del sole, per poi chiudersi al tramonto, caratteristica comune di molte Compositae.
Il suo nome deriva dal latino Calendae, forse ad indicare il “calendario”, nel suo scandire il ritmo dei giorni, aprendosi al mattino e chiudendosi alla sera. Per questo motivo nei testi medioevali la troviamo registrata come “solis sponsa”: sposa del sole.
Nella storia, è stata impiegata per gli usi più svariati, da quello culinario, in abbinata con lo zafferano a quello manifatturiero dei tessuti: dai fiori veniva infatti estratto un colorante che trovava impiego nell’antica Roma, in Grecia, India e in tutto il Medio Oriente. Veniva usata anche nel settore cosmetico oltre che come erba medicinale. Il fiore di Calendula ha però anche una connotazione triste e malinconica, che lo vuole creato dalle lacrime di Afrodite, versate per la morte del suo amato Adone. Ecco perché è il simbolo delle pene d’amore.
In Germania la Calendula officinalis viene prodotta in maniera intensiva ed è iscritta nella farmacopea, grazie all’opera della mistica benedettina Hildegard Von Bingen, più conosciuta come Santa Ildegarda.
Le proprietà della Calendula officinalis sono date dai principi attivi contenuti in petali e polline. In omeopatia è apprezzata per le sue capacità antinfiammatorie e astringenti, da attribuire al contenuto in esteri triterpenici. I componenti dell’olio essenziale sarebbero responsabili della riconosciuta attività antimicrobica e antifungina in particolare nei confronti di batteri quali lo Staphylococcus aureus e lo Streptococcus B-emolitico. In laboratorio è stata dimostrata un’attività immunostimolante e antivirale nei confronti del virus HIV.
Gli estratti vegetali di calendula sono impiegati per la cura e il benessere della pelle, migliorandone l’idratazione e stimolandone la cicatrizzazione. Sarebbe infatti responsabile della formazione di nuove cellule, favorendo la circolazione sanguigna e il tono dell’epidermide. Infatti gli Egizi pensavano che facesse ringiovanire.
Le creme a base di calendula sono ottimi rimedi per curare scottature solari, eritemi, acne, dermatiti e labbra screpolate. L’olio di calendula puro al 100% può essere usato come dopo-barba o per lenire la pelle dopo la depilazione.Per uso interno, le proprietà più interessanti ed accertate sono quelle emmenagoga – stimolante cioè dell’afflusso di sangue nell’area pelvica e nell’utero – e curativa delle dismenorree. Secondo la teoria della Segnatura, i fiori di calendula, per il loro colore giallo, venivano utilizzati nella patologia epatica e biliare. Tale metodo si diffuse nel Cinquecento, grazie agli studi di Paracelso, padre della medicina moderna. Partendo dalla forma e dal colore delle diverse piante, teorizzò che la loro somiglianza agli organi umani, ne determinasse la possibilità di curarli. Alla base vi era l’idea di una corrispondenza generale fra l’universo e l’organismo umano. Questa antica medicina naturale ha consentito di individuare nelle piante, effetti terapeutici all’epoca sconosciuti, ma oggi confermati da analisi di laboratorio approfondite.
Studi recenti le attribuiscono anche proprietà ipotensive e vasodilatatrici, utili in menopausa per contrastare l’eventuale ipertensione.
Nell’Europa Orientale la pianta viene impiegata nel trattamento dei processi distrofici a carico della mucosa gastrointestinale.
Per uso esterno invece, viene utilizzata nel trattamento delle stomatiti, gengiviti e piorrea. Aggiunta a gargarismi è molto efficace nelle tonsilliti e faringiti.
Non sono segnalati effetti collaterali e tossici, a meno che non vi sia una particolare sensibilità individuale.
Preparare una tisana depurativa e calmante alla Calendula è molto semplice, basta mettere in infusione per qualche minuto i fiori essiccati che possiamo trovare anche in erboristeria. Otterremo una bevanda molto delicata, ma attiva su più fronti.