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LA CEDOLARE SECCA

Con questo termine si definisce un tipo di contratto di locazione ad uso abitativo che, sotto l’aspetto fiscale, adotta modalità diverse dagli altri. La sua introduzione risale a qualche anno fa, ed espressamente promosso dall’allora, Ministro delle Finanze, che, la ritenne e la definì uno strumento fondamentale contro “le locazioni a nero” e, quindi, contro l’evasione fiscale. La peculiarità di questo contratto è che il rendimento (reddito), derivante dalla locazione, non fa cumulo, ai fini fiscali, con gli altri redditi (e quindi non fa scattare aliquote maggiori per tutto l’imponibile) ma, viene tassato a parte con un’aliquota che, all’origine era del 23%, poi è stata ridotta man mano fino al 10%.

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Inoltre non si pagano le imposte di registrazione, né per la prima annualità né per le successive; questa agevolazione è a vantaggio di tutte e due le parti contraenti, perché queste imposte, che gravavano in misura del 2% sul canone annuale, venivano ripartite a metà. Tutto ciò ha determinato una svolta radicale, perché ha spinto i proprietari di immobili a stipulare i contratti di locazione (soprattutto la grande platea di locazione ad uso transitorio per studenti e fuori sede), preferendo mettersi in regola, pagando imposte e tasse in misura ridotta, anziché rischiare accertamenti e sanzioni.

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Per il fisco, per l’Agenzia delle Entrate, si è consolidato un gettito maggiore, e la visibilità degli immobili ceduti in locazione. Ricordo che quando fu fatta questa nuova normativa, ci furono forti contrasti e polemiche tra gli schieramenti politici – come avviene usualmente – perché, in preda a visioni ideologiche fuori luogo, la parte avversa attribuiva (anche con calcoli e conteggi complessi e complicati) al Ministro che l’aveva approntata e sottoposta al vaglio degli organi istituzionali, la volontà di favorire taluni proprietari di immobili rispetto ad altri.

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Poi fortunatamente questa normativa è entrata nell’uso comune ed è stata modificata e, anche con l’appoggio e consenso di chi prima l’aveva denigrata e contrastata, è stato alleggerito il peso dell’imposizione fiscale, riducendo l’aliquota in maniera sostanziale. Ora si può affermare che, come vuol dirsi, né è valsa la pena, in quanto gli effetti di questa normativa per i contratti di locazione ad uso abitativo, sono buoni per tutti, per il contribuente (che preferisce essere in regola pagando in misura agevolata) e, per il fisco (con un maggior gettito rispetto al passato contestualmente a un impegno minore per accertamenti e recupero delle imposte evase). Per concludere possiamo affermare che, una volta tanto, siamo tutti soddisfatti e questo valga come buon auspicio per il futuro; basta un’po’ di ragionevolezza e buon senso, da parte di tutti, su dati di fatto inconfutabili.

Data:

28 Marzo 2015