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LA CEDU: VACCINATEVI!

cms_21553/apertura.jpgLa sentenza in commento interviene con quella casualità che Jung definirebbe “sincronica”, perché oggi viviamo il momento più caldo in cui si dibatte su come riuscire a convincere i più riottosi a farsi somministrare i vaccini che una velocità miracolosa ha messo a disposizione per combattere il flagello “covid 19”. La questione prende le mosse da altri tipi di vaccini esaminati davanti ai Tribunali ma il principio è importantissimo perché, essendo tale, è applicabile a qualsiasi vaccino e quindi a quelli che in questi tempi di pandemia nominiamo e conosciamo come fossero stretti congiunti. La Grande Camera della Corte Europea dei diritti dell’Uomo ha infatti stabilito la piena legittimità dell’obbligo vaccinale che gli Stati possono prevedere nei confronti dei propri cittadini e che, ad una prima lettura critica, poteva essere interpretato come contrario all’art. 8 della Convenzione che tutela il diritto al rispetto della vita privata e quindi anche la lesione al diritto di rifiutare cure mediche, visti anche i possibili effetti collaterali dei vaccini. Questa violazione, infatti, era stata sostenuta da alcuni esponenti no-vax che avevano perciò inoltrato ricorso contro la Repubblica Ceca, rea di aver imposto l’obbligo vaccinale anche per l’ingresso a scuola degli alunni, con tanto di sanzione di 110 euro e impedimento ad entrare a scuola. Gli Stati, secondo la CEDU, sono liberi di imporre la vaccinazione per talune malattie (nel caso esaminato di discuteva di poliomielite ed epatite B) e, conseguentemente, pene per la violazione di questi obblighi. La salute della collettività, infatti, prevale sulle scelte dei singoli che possono minarla, sicché le Autorità nazionali, tutelando un bisogno sociale imperativo, non fanno altro che esercitare un potere/dovere quando impongono tali vaccinazioni. Non mancano cenni, in questa sentenza, di come questa tutela di un bene primario e superiore comprima certamente il diritto del singolo, costituendo una ingerenza nella sua vita privata ma, quando nel bilanciamento di interessi individuali e collettivi entra in gioco la salute, l’ago non può che pendere democraticamente a favore della collettività. L’esempio dei soggetti che per malattia non possono vaccinarsi e che sarebbero ancora più vulnerabili qualora i “sani” scegliessero di non farlo, è quanto mai calzante. Del resto, commenta la Corte, la vaccinazione ha un chiaro risultato positivo in termini di rapporto tra costi e benefici, sicché, esclusa naturalmente la coercizione fisica, sanzionare e limitare i diritti dei no-vax è da ritenersi perfettamente lecito. Facile immaginare, a questo punto, che la decisione in parola rappresenterà un viatico molto forte perché ogni Stato, per i vaccini anti covid, si senta già libero di legiferare, anche d’urgenza, contro personale sanitario e contro tutti quei cittadini che dovessero continuare a frapporre ostacoli perché una calamità così devastante sia debellata il più presto possibile.

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Data:

12 Aprile 2021