In questi anni di pontificato sotto la guida di Francesco, la chiesa ha fatto piccoli ma decisivi passi verso il mondo omosessuale. Tuttavia, le diverse dichiarazioni di Francesco, spesso interpretate in maniera errata, hanno creato una falla consistente con la Conferenza Episcopale italiana.
Come ben sappiamo, l’intera gerarchia cattolica necessita di anni prima di cambiare qualcosa, basti pensare al Concilio Vaticano II. Ma visto il momento di grandi cambiamenti sotto tutti i punti di vista, ci si immaginava uno scenario diverso soprattutto da parte dei vescovi, che continuano a rimanere arroccati nelle loro convinzioni. Dal punto di vista dottrinale, il magistero della chiesa si impegna ad evidenziare la sacralità di ogni vita umana, rispettando le proprie tendenze e aspirazioni. A rafforzare tale concetto è il Vangelo, che essendo la massima espressione di ogni credente mette in guardia dalla tentazione di ergersi a giudici.
Aldilà delle proprie aspirazioni politiche, la Cei mette nero su bianco la contrarietà alla legge presentata dal governo contro l’omotransfobia. Una posizione netta che genera numerose polemiche al quale dovrà rispondere Francesco. Gli stessi vescovi non usano mezzi termini per chiarire la loro posizione: “Un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici, rischierebbe di aprire a derive liberticide”
In realtà le paure della chiesa, sono legate alla sfera del mondo transgender in primis ad eventuali leggi che possano cambiare una ormai consolidata visione della famiglia tradizionale. Una questione difficile da risolvere, viste anche le pressioni del mondo contemporaneo. Effettivamente, la chiesa di Francesco dovrà fornire delle risposte certe, almeno per capire la direzione che la chiesa vuole intraprendere. Al momento, i vescovi danno un riscontro negativo, ma tutti noi auspichiamo in un dialogo costruttivo e pacifico. Pertanto, la difesa della vita umana in qualsiasi tipo di sfaccettatura ha la priorità assoluta su ogni tipo di dottrina.