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La celiachia è donna

Le donne sono due volte più soggette a patologie glutine correlate rispetto agli uomini, a causa del più alto grado di familiarità. Fino a qualche anno fa, la celiachia era riscontrata maggiormente nei bambini caucasici, oggi invece interessa una più ampia fascia di età, ed è in aumento tra le popolazioni asiatiche e in particolare nel sesso femminile. Il punto fermo è che se si ha una sindrome autoimmune (diabete di tipo I, malattie autoimmuni della tiroide e del fegato, artrite reumatoide, sindrome di Sjögren), o altre malattie genetiche (sindrome di Down, sindrome di Turner, morbo di Addison), spesso è presente anche la celiachia.Attualmente, è l’ intolleranza più diffusa, infatti l’ incidenza è dell’1% della popolazione globale, e solo in Italia, nel 2010 i celiaci ammontavano a 122mila, senza contare che sono tante le persone al mondo che ne soffrono, ma a cui non è stata ancora diagnosticata dal medico.

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Questo è quanto emerge da un’attenta review dei maggiori esponenti del settore, il Dr Alessio Fasano e il Dr Carlo Catassi, membri del comitato scientifico del Dr Schär Institute e rispettivamente direttore e co-direttore del CFRC, il centro per la ricerca sulla celiachia dell’ Università del Meryland di Baltimora (USA). Il glutine è una proteina presente nel grano e in altri cereali, che nei soggetti predisposti, scatena una reazione immunitaria.

cms_1860/celiachia-sintomi_700x525.jpgLa sintomatologia è molto vasta e soggettiva, va da disturbi intestinali tra cui dolore addominale, diarrea, vomito, perdita di peso, all’ anemia sideropenica, dolori osteo-articolari, disturbi del sistema nervoso e della pelle, insomma, sintomi sempre poco riconducibili direttamente alla celiachia. Capita frequentemente, infatti, che venga scambiata per la sindrome del colon irritabile, per diverticolite, per un’ infezione intestinale e persino per la sindrome da stanchezza cronica. Ovviamente le condizioni cliniche più gravi sono a scapito de bambini, nei quali causa un deficit cognitivo, di crescita e di corretto sviluppo puberale. Altro problema è che la celiachia potrebbe non manifestare alcun sintomo e poi col tempo potrebbe condurre a complicazioni gravi come una forte malnutrizione, osteoporosi, aborti spontanei, problemi epatici e più frequentemente a tumori intestinali. L’iter diagnostico, che solitamente si intraprende quando ormai i villi intestinali risultano appiattiti, sono:

1) dosaggio degli anticorpi : AGA(anticorpi anti-gliadina di classe IgA e IgG), EMA (anticorpi anti-endomisio di classe IgA), e tTG(anticorpi anti-transglutaminasi tissutale di classe IgA)

2) se le analisi sono negative ma si sospetta ancora la celiachia, si procede con endoscopia e biopsia del tenue

A complicare il tutto sono state identificate diverse forme cliniche, classificate a seconda della manifestazione in atto: la forma tipica che è caratterizzata da sintomi gastro-intestinali, quella atipica da sintomi prevalentemente extraintestinali, quella silente in cui non si manifestano sintomi eclatanti e quella potenziale (o latente) in cui gli esami sierologici sono positivi, ma la biopsia intestinale è normale.

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L’unica soluzione alla celiachia è una dieta priva di glutine, dove cereali tollerati sono il riso, il mais, il grano saraceno, la quinoa, il miglio e l’ amaranto, nonché tutti i prodotti, da forno e non, contrassegnati dal marchio della spiga barrata. In tutto il mondo spopolano ristoranti, forni, farmacie e negozi specializzati di prodotti gluten-free, ed esistono in tutte le nazioni principali le associazioni di celiaci, in grado di accogliere cittadini e turisti che abbiano bisogno di essere informati. L’incidenza è in aumento è vero, e i metodi per diagnosticarla si sono perfezionati, ma in America c’è una grandissima parte di popolazione non affetta da celiachia, che acquista prodotti gluten free, moda o prevenzione? Difficile da dire, perchè oltre alla celiachia così come la conosciamo, esiste anche la sensibilità al glutine. Ad oggi si sa che questa condizione clinica è diversa dalla celiachia per quando riguarda la risposta immunitaria e che la sua diagnosi presuppone l’esclusione delle altre patologie glutine correlate, come celiachia e allergia al grano. Il nocciolo delle questione è che il glutine è una proteina poco tollerata dal nostro intestino e spesso basterebbe, a prescindere dall’ intolleranza vera e propria, assumere una dieta variegata per non avere spiacevoli disturbi.

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Data:

18 Febbraio 2015