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LA CENA DEL 24 DICEMBRE

I preparativi fervono. In soggiorno fa bella mostra di sè un albero natalizio ricco di luci colorate che si illuminano di continuo, irrorando di gioia tutta la stanza. La tavola è apparecchiata a festa con i colori rosso e oro che si rincorrono. Il servizio è quello buono, quello che si usa di tanto in tanto ma che conserviamo come una reliquia pronto ad entrare in gioco per esaudire il nostro desiderio di eleganza. Sul mobile alla nostra destra una candela raffigurante un paesaggio innevato è pronta a sacrificarsi per la causa. Di lì a poco arriveranno i nostri ospiti… Nell’aria si diffonde allegramente un caldo profumo di pane appena sfornato. Oggi non ho voglia di televisione, oggi desidero calma, tranquillità, gioia; vorrei che l’atmosfera non fosse contaminata da illustri signori dello spettacolo, questa serata la voglio dedicare a me ed ai miei cari.

La cucina sembra un cantiere al lavoro, sul tavolo una serie di antipasti di mare stanno prendendo la loro innata forma. Le alici marinate sono disposte a ventaglio su di un vassoio ovale, dalla parte opposta una ricca insalata di mare tende ad impossessarsi dell’intero spazio a disposizione. Il carpaccio di polpo è adagiato su un letto di rucola, mentre le tartine al salmone strizzano l’occhio alle capesante gratinate. Nel frigo, una bottiglia di prosecco di Conegliano Valdobbiadene DOCG dovrebbe aver raggiunto la giusta temperatura di servizio ma avrà ancora un pò di tempo prima di entrare in scena. Intanto, sul piano di cottura, in una ampia padella con bordi ben delineati, si sta preparando il condimento per gli spaghetti alle vongole. Ancora una volta nell’aria si diffonde un profumo di buono, di semplice, di unico. Il grande pentolone per la pasta sta iniziando il suo percorso verso la bollitura; avrà ancora bisogno di circa 15 minuti, giusto il tempo per accogliere i miei ospiti ed iniziare i festeggiamenti. Un pensiero mi avvolge come un lampo, ho messo il vino per il primo piatto in frigorifero? Con un balzo fulmineo spalanco la porta del frigorifero e con grande soddisfazione mi rendo conto di essere diventato un automa; le mie azioni mi precedono, il vino, un “Vermentino di Gallura” non solo era posizionato nel posto giusto ma quasi riusciva a rimproverami per questo mio momentaneo e imbarazzante dubbio. Tiro un sospiro di sollievo e drin… gli ospiti sono arrivati, inizia la festa.

Li accolgo, tra mille baci e abbracci, invitandoli a sedersi intorno alla tavola imbandita, i posti sono liberi, è una festa, poche formalità almeno stasera. Subito mi presento con il Calice di Prosecco DOCG per un brindisi, nessuno si tira indietro; tutt’altro.  Devo aprire la seconda bottiglia, fortuna che ne ero provvisto. Inizia la cena. Gli antipasti sfilano come in una serata di moda e si susseguono con maniacale equilibrio portando emozioni sulla nostra tavola. Questa serata è veramente speciale, i profumi e gli aromi si sentono a loro agio in questo momento. I miei ospiti attendono con trepidante attesa l’arrivo del primo piatto di cui hanno avuto accenni lontani. Come per magia il vino, un “Vermentino di Gallura” irrompe sulla tavola esprimendo immediatamente la sua conclamata mineralità,  e di lì a poco ecco sopraggiungere gli spaghetti alle vongole nella loro eterna semplicità professionale. L’intensità del momento è solenne, i nostri sensi sono tutti contemporaneamente all’opera per rendere omaggio a questa serata.

Segue una orata in padella con un contorno di patate, un secondo facile da preparare, sano e gustoso a cui accompagno il vino “Greco Bianco” calabrese, un vino dal colore giallo dorato e dai sentori floreali.

La cena prosegue il suo lento cammino tra dialoghi e risate. Scruto gli sguardi dei miei ospiti alla ricerca di espressioni che mi facciano comprendere il loro grado di soddisfazione per questa cena. La sensazione è che il menù proposto sia stato gradito ma preferisco pensare che sia l’insieme del cibo e del vino ad aver fatto la differenza.

Arriviamo al tanto atteso panettone (è da un anno che si attende questa serata), lo abbino ad un Moscato Passito di Saracena ed è una piena esplosione di bontà. I miei ospiti sono in visibilio, apriamo i regali quasi con superficialità tanto è il senso di appagamento culinario ottenuto e tra un ulteriore brindisi e giganteschi abbracci ci accingiamo a ritirarci nelle proprie case, consci di aver vissuto una serata magica così come lo è l’intero Natale.

Buona degustazione.

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Data:

17 Dicembre 2024