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LA CHIESA CHE NON SI PIEGA

Per svariati secoli, la Chiesa è sempre finita sotto la lente d’ingrandimento per questioni poco chiare a tutto il popolo fedele che vedeva sgretolarsi il sogno di una Chiesa a immagine e somiglianza di Dio. Uno dei temi più caldi è sicuramente la corruzione nelle sfere vaticane, che sono strettamente collegate a denaro e a potere. Per molti di noi questo tema è tanto antico quanto nuovo, una sorta di macchia sulla credibilità dell’istituzione ecclesiastica cattolica che mai nessuno riuscirà a cancellare. Eppure, con il passare degli anni, molti pontefici hanno cercato in tutti i modi di limitare questo fenomeno con provvedimenti importanti. Sappiamo bene, anche se non abbiamo la conferma, che le reali cause delle dimissioni di Benedetto XVI sono riconducibili a giochi di palazzo. A prescindere di qualsiasi analisi che potrebbe risultare superflua, oggi abbiamo la presenza costante e determinante di papa Francesco che, dall’inizio del suo pontificato, ha iniziato una vera e propria rivoluzione all’interno della curia. Come ben sappiamo, non è molto ben visto da diversi cardinali perché, a loro avviso, si mostra troppo in pubblico. Certamente, non possiamo negare la grande dote comunicativa di questo papa che riesce a scaldare i cuori anche dei non credenti. Insomma una persona ben vista da tutti che, con grande umiltà, riesce a comunicare con il mondo intero.

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Proprio sul tema della corruzione, Francesco si è creato numerosi nemici che quotidianamente tramano alle sue spalle. In un’intervista al direttore di Adnkronos Chiocci, si racconta in maniera inedita, lasciando intravedere la sofferenza che porta dentro di sé. Con molta schiettezza, Francesco dichiara: “La corruzione è un male antico che si tramanda e si trasforma nei secoli, ma che ogni predecessore ha cercato di debellare”. Una battaglia difficile che il pontefice stesso ammette di non sapere se riuscirà a vincerla o meno. Il continuo evolversi di questa piaga, che nulla avrebbe a ché fare con la vera chiesa, rischia continuamente di minare la credibilità dei suoi pastori. Francesco questo lo sa bene e nonostante la paura del popolo cristiano replica in un modo inedito: “Non temo conseguenze contro di me, non temo nulla perché agisco in nome e per conto di nostro Signore grande. In tutto ciò che faccio mi guida l’amore del meraviglioso popolo che segue Gesù Cristo”. Nonostante le diverse problematiche, la Chiesa è in buone mani perché a guidarla è un pastore forte e coraggioso che pensa prima al popolo e poi al palazzo.

Data:

30 Ottobre 2020