Lo spettro di un terzo conflitto mondiale (e nucleare) agita i governi della Terra, da un capo all’altro del globo. Così anche la Cina, che finora ha mantenuto una posizione alquanto ambigua in merito all’invasione russa dell’Ucraina, starebbe secondo il Wall Street Journal “accelerando l’espansione del suo arsenale nucleare dopo aver rivisto la sua valutazione sulla minaccia posta dagli Stati Uniti”. “La cautela americana in un coinvolgimento diretto nella guerra in Ucraina avrebbe convinto Pechino a dare maggiore enfasi allo sviluppo di armi nucleari come deterrente – spiega il quotidiano americano – I leader cinesi vedono in un forte arsenale nucleare un deterrente per gli Stati Uniti da un coinvolgimento diretto in un potenziale conflitto su Taiwan”.
La lunga inchiesta condotta dal Wall Street Journal annovera tra le sue fonti le parole di analisti della Federation of American Scientists di Washington e “persone a conoscenza del pensiero della leadership di Pechino”, ma soprattutto le immagini registrate dai satelliti commerciali Planet. Dalle foto acquisite sarebbero ben visibili 119 silos ubicati in un’area desertica di mille chilometri quadrati nella provincia cinese del Gansu, più precisamente nella zona di Yumen, duemila chilometri a Ovest di Pechino. L’opera di scavo per la collocazione dei silos volti a contenere le testate nucleari era già stata denunciata nel giugno 2021. Adesso è quantomeno evidente l’espansione dell’arsenale cinese, con il completamento dei lavori.
C’è da dire che, stando ai dati ufficiali e a quello che ci è dato sapere, fino ad oggi la Cina ha detenuto un arsenale nucleare piuttosto modesto: circa 350 testate e un centinaio di missili intercontinentali basati a terra, contro le 3.750 testate degli Stati Uniti, di cui 1.373 su vettori a lungo raggio.