La recente Conferenza internazionale su Scienza e Ricerca , organizzata dal presidente francese Emmanuel Macron , ha acceso un acceso dibattito sulla strategia europea per attrarre ricercatori stranieri. Il titolo iniziale della conferenza, “Choose Europe, Choose France” , ha evidenziato il chiaro intento di Parigi di rafforzare il proprio ruolo di polo scientifico privilegiato, attirando studiosi e scienziati, soprattutto dagli Stati Uniti, in seguito ai tagli annunciati dall’amministrazione Trump alla ricerca scientifica.
La posta in gioco è alta : in un momento storico in cui la competizione globale per il talento scientifico è sempre più accesa, ogni Paese europeo cerca di posizionarsi come luogo di riferimento per la ricerca, promuovendo incentivi e creando ambienti favorevoli alla crescita accademica e tecnologica.
Durante la conferenza, il presidente Macron , affiancato dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen , ha sottolineato che l’Europa deve diventare “un rifugio per la ricerca” , destinando 100 milioni di euro per sostenere l’iniziativa.
La Reazione dell’Italia: Un Modello Già Attivo
Se la Francia ha fatto un annuncio importante per la ricerca, il governo italiano ha ribadito che l’Italia è già impegnata da tempo in misure concrete per favorire il rientro dei talenti e per attrarre ricercatori stranieri.
Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha espresso una forte irritazione per la narrazione promossa da Parigi, considerandola fuorviante , perché il nostro Paese ha già adottato strategie di attrazione per gli scienziati stranieri.
La ministra Anna Maria Bernini ha commentato: “Gli altri annunciano, l’Italia lo ha già fatto” , sottolineando come Roma stia lavorando da anni per incentivare la ricerca senza necessità di grandi annunci pubblici.
Le Misure dell’Italia per la Ricerca
L’Italia ha avviato diverse politiche per favorire il rientro di talenti italiani e incentivare la ricerca internazionale :
- Incentivi fiscali per chi torna o si trasferisce in Italia per lavorare nel settore scientifico.
- Investimenti nelle infrastrutture di ricerca , con il potenziamento di laboratori e università.
- Un bando da 50 milioni di euro , aperto il 15 aprile , destinato ai ricercatori all’estero che hanno ottenuto uno Starting Grant o un Consolidator Grant dell’Erc , per favorire il loro rientro in Italia.
L’Italia ha quindi già messo in campo strumenti concreti per valorizzare il settore della ricerca, senza bisogno di dichiarazioni mediatiche.
Verso una Strategia Europea Condivisa
La Commissione Europea, su richiesta della commissaria Ekaterina Zaharieva , ha chiesto ai Paesi membri di fornire un quadro complessivo delle misure nazionali adottate per attrarre ricercatori. L’obiettivo è quello di sviluppare una strategia comune, che eviti la frammentazione tra le nazioni e consenta all’Europa di essere un punto di riferimento globale per la ricerca e l’innovazione.
In questo contesto, l’Italia considera il Consiglio Competitività e Ricerca , in programma il 23 maggio a Bruxelles , il luogo ideale per definire una politica condivisa , evitando che ogni Stato si muova individualmente e creando invece un piano europeo coordinato per la valorizzazione della ricerca scientifica.
L’Importanza di una Politica Comune sulla Ricerca
La competizione globale per la ricerca non riguarda solo Francia e Italia. L’Europa deve confrontarsi con altre potenze scientifiche , tra cui:
- Gli Stati Uniti , che con l’amministrazione Trump hanno ridotto i fondi alla ricerca, ma restano un polo d’attrazione per talenti scientifici.
- La Cina , che investe miliardi nel settore tecnologico e mira a diventare leader mondiale nell’innovazione.
- India e Corea del Sud , emergenti nel campo della ricerca, con programmi di espansione scientifica avanzati.
Se l’Europa non saprà creare un sistema di incentivi unificato , rischia di perdere terreno rispetto alle grandi potenze mondiali.
L’Europa della Ricerca tra Competizione e Collaborazione
L’evento organizzato dalla Francia ha certamente posto l’accento sulla necessità di rafforzare la ricerca scientifica , ma l’Italia ha ricordato che non servono solo annunci, bensì strategie già attuate e consolidate. Nei prossimi mesi, sarà fondamentale osservare come gli Stati membri collaboreranno per definire politiche comuni, evitando frammentazioni nazionali e costruendo un piano strategico per la ricerca europea , capace di competere con le grandi potenze mondiali.