Percorsi Di-Vini
Quando apriamo una bottiglia di vino non siamo sempre sicuri di terminarla durante lo stesso pasto, e, dunque, nasce il problema: quali accorgimenti adottare per fare in modo che non si rovini? Soprattutto durante le festività capita spesso di aprire una bottiglia, magari frutto di un regalo importante, che non si vuole in alcun modo sprecare, se non altro per il grande rispetto dovuto a colui che, con tanta accuratezza, ha voluto donarci questo vino pregiato e dalle caratteristiche organolettiche di sicuro interesse. In realtà, qualunque tipo di vino corre il rischio di rovinarsi perché esso ha un grosso nemico; l’ossigeno.
Un vino lasciato aperto a contatto con l’aria dà origine all’ossidazione che altro non è se non una reazione chimica che si verifica quando, appunto, un vino resta a contatto con l’aria per un lasso di tempo sufficientemente esteso. L’ossidazione non risparmia nessuno, vini bianchi, rossi, rosati, più o meno strutturati, tutti sono colpiti da questo processo, è inevitabile, così come lo è lasciare fuori dal frigorifero una fetta di prosciutto per diverso tempo. Vedremo il grasso cambiare colore e diventare sempre più di colore tendente al giallo. Ecco per il vino è la stessa cosa. Una bottiglia lasciata aperta viene, per così dire, “attaccata” dall’ossigeno che porterà modifiche sia al colore che agli aromi. Nei vini bianchi assisteremo ad una perdita dei riflessi verdognoli tipici di un vino giovane, a favore di una intensità del colore giallo che diventerà prima dorato e poi virerà verso il bruno. Nei vini rossi assisteremo alla perdita dei riflessi violacei ed assisteremo ad una riduzione dell’intensità del colore rosso che verrà gradualmente sostituito da toni marroncini e poi aranciati.
Anche gli aromi si modificheranno andando a ridurre pesantemente la percezione dei profumi tipici quali frutta e fiori a scapito di un aroma “vinoso”. Successivamente si avranno percezioni di miele, uva passa, che andranno a mascherare e modificare le caratteristiche originarie del vino.
Il gusto non sarà risparmiato dal processo di ossidazione e ne verrà compromesso. Non proveremo piacere nel nostro palato, anzi saremo indotti ad una riflessione negativa che ci farà velocemente allontanare il bicchiere, aggiungerei, anche con un senso di disturbo.
Ma come si può evitare tutto questo? Diciamo subito che una volta che il processo di ossidazione è avviato, lo stesso diventa irreversibile, pertanto avremo condannato quella bottiglia ad un destino crudele, ma qualcosa possiamo fare per difenderla. Ovviamente sarebbe auspicabile terminare il contenuto della bottiglia a poca distanza dalla sua apertura… ma se così non fosse, potremo avvalerci del valido ausilio di un accessorio, direi indispensabile in ogni cucina, che potrebbe aiutarci a mantenerla almeno per altri 2/3 giorni. Mi riferisco alla “pompetta salvavino”; un accessorio dal costo abbastanza irrisorio che usato con la dotazione dei tappi in gomma di cui è fornito, consente di aspirare l’ossigeno presente nella bottiglia rallentando, in tal modo, il processo di ossidazione.
Certo non è l’unica soluzione possibile ma senz’altro la meno costosa e di facile attuazione. Di fatto viene chiusa la bottiglia con il tappo in gomma e con l’apposita pompetta verrà aspirato l’ossigeno al suo interno. Bisogna però dire che questi tappi non sono ermetici pertanto con il passare delle ore permettono all’ossigeno di entrare in bottiglia, sarebbe quindi consigliabile riusare la “pompetta salvavino” a distanza di ore per assicurarci di avere dell’ottimo vino pronto per la cena che aspettavamo da tanto e nella quale non desideriamo fare brutta figura. Qualcuno dirà “se si stratta di una cena importante meglio aprire la bottiglia al momento”, non posso darvi torto, ma non sempre le cose vanno come le immaginiamo e può capitare di trovarsi impreparati ad una cena che reputiamo importante ma che non era prevista; allora, meglio mettere in tavola un vino importante, ma aperto da qualche giorno, piuttosto che ricorrere a vini dell’ultimo momento che potrebbero, senza volerlo, offendere il nostro ospite. In fin dei conti staremo soltanto rendendo partecipe il nostro avventore ad un momento importante della nostra vita.
Buona degustazione.