La Corte Costituzionale, Martedì 20 Gennaio 2015 in Camera di consiglio, ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum relativa all’articolo 24 (Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici) del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito in legge, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214.
La Consulta, collocata sul colle più alto di Roma faccia a faccia con il Palazzo del Quirinale (dimora del Presidente della Repubblica, la massima istituzione della Costituzione repubblicana), ha un fondamentale ruolo di garanzia della legalità costituzionale delle leggi, con peculiare attenzione alla tutela dei diritti fondamentali e opera una mediazione dei conflitti sociali, concorrendo in modo sostanziale all’adeguamento del diritto all’evoluzione del corpo sociale. In base a quanto sancito dall’articolo 134 della Costituzione Italiana la Corte Costituzionale giudica sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, dello Stato e delle Regioni; sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e su quelli tra lo Stato e le Regioni, e tra le Regioni; sulle accuse promosse contro il Presidente della Repubblica, a norma della Costituzione.La Corte è composta di quindici giudici nominati per un terzo dal Presidente della Repubblica, per un terzo dal Parlamento in seduta comune e per un terzo dalle supreme magistrature ordinaria ed amministrative. (Art. 135 Cost.)
Quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge o di atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione.La proposta referendaria per abrogare la Riforma Fornero in materia previdenziale è stata promossa negli ultimi anni dalla Lega Nord che ha raccolto le necessarie 500 mila firme per ottenere la piena legittimità giuridica del quesito referendario per poi poter successivamente assoggettarlo al giudizio della volontà popolare.
La raccolta di firme organizzata nei banchetti del Carroccio e nei municipi ha avuto un enorme successo e un coro di assensi. Nel giugno scorso sono state depositate in Cassazione tutte le firme raccolte (3 milioni di firme complessive in 600 scatoloni).La Riforma delle pensioni è una ferita aperta che brucia ancora sulla carne viva di milioni e milioni di lavoratori italiani.Lo scopo della riforma è uno ed uno solo: ridurre la più grande e mastodontica voce di spesa del debito pubblico italiano. E questo è stato fatto nel 2011 dal Governo dei Tecnici guidati da Mario Monti con il Decreto Salva Italia. Questa riforma ha permesso allo Stato italiano di evitare il default e sopravvivere finanziariamente, ma ha condannato i lavoratori italiani a future prestazioni pubbliche da fame dopo una vita di lavoro e duri sacrifici.
Due i principi cardine della riforma:
1) a decorrere dal 1 gennaio 2012, con riferimento alle anzianità contributive maturate a decorrere da tale data, la quota di pensione corrispondente a tali anzianità è calcolata secondo il sistema contributivo e non più retributivo;
2) a decorrere dal 1 gennaio 2012 e con riferimento ai soggetti che, nei regimi misto e contributivo, maturano i requisiti a partire dalla medesima data, le pensioni di vecchiaia, di vecchiaia anticipata e di anzianità sono sostituite, dalle seguenti prestazioni:
a) «pensione di vecchiaia » b) «pensione anticipata» .
Il lavoratore che maturi entro il 31 dicembre 2011 i requisiti di età e di anzianità contributiva,previsti dalla normativa vigente, ai fini del diritto all’accesso e alla decorrenza del trattamentopensionistico di vecchiaia o di anzianità, consegue il diritto alla prestazione pensionistica secondo tale normativa e può chiedere all’ente di appartenenza la certificazione di tale diritto. A decorrere dal 1 gennaio 2012 uomini e donne potranno conseguire la pensione di vecchiaia se:
a) hanno una età anagrafica di 66 anni;
b) hanno una anzianità contributiva di 20 anni.
Dal 2019 saranno biennali e non più triennali gli adeguamenti agli incrementi della speranza di vita previsti dall’articolo 12 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 e successive modificazioni e integrazioni.Dal 1 gennaio 2021 l’età anagrafica salirà per tutti, uomini e donne, a 67 anni e 2 mesi, per raggiungere, per effetto dell’adeguamento agli incrementi della speranza di vita, valori prossimi ai 70 anni attorno al 2050.
Durissima la reazione del Segretario della Lega Nord ed Eurodeputato al Parlamento Europeo Matteo Salvini: “i giudici della Corte Costituzionale, bocciando il referendum sulla riforma Fornero delle pensioni, hanno fottuto un diritto sacrosanto. Questa Italia mi fa schifo – ha aggiunto – e mi batterò per ribaltarla“. ’’Come Lega-ha concluso il Segretario del Carroccio- faremo tutto quello che la democrazia permette, anche se ho dei dubbi che con oggi si possa parlare di democrazia in Italia’’. Soddisfatta invece l’autrice della Riforma che porta il suo nome e cognome. Intervistata dalla stampa, l’ex Ministro del Governo Monti Elsa Fornero ha dichiarato in merito alla decisione della Consulta che: “la Corte Costituzionale avrà avuto le sue buone ragioni. Ritengo questa decisione positiva per il Paese’’.